La figura del professore Angelo Molle
Prefazione di mons. Gerardo Antonazzo
Chi ha conosciuto Angelo Molle ha potuto senz’altro ammirare l’impegno, che ha profuso fecondamente nel campo degli studi, segnando attraverso molteplici iniziative la vitalità culturale del nostro territorio. Figura ricca in umanità, poliedrica negli interessi interdisciplinari, esperto nella trasmissione del sapere. Non solo un maestro di conoscenze, ma uno scrigno di convinte e convincenti verità, vissute e incarnate nello stile quotidiano, testimone cercato e amato, apprezzato per una mirabile e squisita sintesi, per niente ordinaria, tra fede e cultura. Il suo passaggio tra noi non è stato quello di una meteora che, se anche stupisce, scompare; ma di una stella luminosa che continua a brillare nel firmamento della memoria grata per quanto ha saputo consegnarci come patrimonio umano e spirituale. Se è vero che “chi semina vento raccoglie tempesta”, è ancor più provato che “chi semina grazia raccoglie benedizione”. Angelo hai seminato bontà: bontà umana, bontà nuziale e paterna, bontà morale e spirituale, bontà culturale ed educativa.
Sulla base di una solida formazione umanistica e teologica acquisita in prestigiose istituzioni romane come la Lumsa e la Pontificia Università Gregoriana, il prof. Molle ha promosso molti convegni, specie in materia agiografica, aiutando le nostre comunità a riscoprire le figure che hanno segnato il vissuto profondamente religioso del nostro territorio, come modelli esemplari di una testimonianza cristiana che cambia nel tempo le strategie dell’annuncio e lo stile dei portamenti, ma resta fedele ai valori eterni, antichi e sempre nuovi, del Vangelo. Egli ha espresso, parallelamente, un’ampia attività editoriale tradottasi in interessanti riviste e collane, che lasciano dentro molte biblioteche traccia indelebile della sua perizia, costituendo materiale fertile per ricercatori e cultori di argomenti storico-religiosi. Non si è risparmiato nel tenere conferenze, organizzare corsi di aggiornamento, partecipare a piani di sviluppo informatico per varie agenzie di istruzione, fino a meritarsi l’affidamento di docenze nelle due importanti realtà accademiche della nostra provincia, l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, e l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni.
In verità, quanto s’è detto non ha costituito la vocazione primaria di Angelo, che fu e dichiarò sempre di sentirsi solo e soltanto un educatore, prestatosi su richiesta alle dinamiche della ricerca scientifica e ai circuiti didattici degli atenei, ma senza perdere mai di vista quel triangolo d’elezione, che costituì la ragione suprema della sua esistenza: famiglia, scuola e parrocchia.
Innanzitutto la famiglia. Angelo ben sapeva che «l’educazione in famiglia è partecipazione alla pedagogia divina: se nel donare una nuova vita i genitori prendono parte all’opera creatrice di Dio, mediante l’educazione essi diventano partecipi della sua paterna e materna pedagogia»[1]. Con questo alto senso di responsabilità, insieme a Maria, intese crescere i figli Rita e Tommaso, mostrando attraverso la sua esperienza come la “gioia di fare famiglia” fosse chiamata a coabitare con un’incessante pazienza nei processi educativi e un nobile rispetto del tempo in attesa di risultati, posto che ogni genitore, primo educatore della persona, debba essere lucidamente consapevole di un’intramontabile “tensione tra pienezza e limite” nel cammino della storia umana.
Analoghi rapporti basati sulla consapevolezza che «anche chi educa nella scuola esercita una sorta di paternità e maternità generative di sogni, progetti, scelte di vita, vibranti attese e vivaci speranze»[2], il prof. Molle costruì con i suoi studenti, specie quelli che per oltre un ventennio avrebbero beneficiato del suo lavoro quotidiano all’ITIS di Isola del Liri, ovvero l’insegnamento della Religione Cattolica, ciò che egli, al di là di ogni altra utilizzazione, considerava la sua vera professione e la sua missione specifica nel mondo giovanile. L’equilibrio dialogico tra ascolto e monito, tra coinvolgimento affettivo e distinzione dei ruoli, connotarono le sue relazioni scandite, peraltro, da una comunicazione persuasiva, dove ironia e compostezza, comprensione e fermezza, si alternavano al momento opportuno. Credette fermamente ad una scuola inclusiva, attenta a colmare i disagi dei singoli come a valorizzarne i talenti. Particolarmente attento alle situazioni umane più fragili, si è sempre fatto personalmente carico di ogni iniziativa per la promozione umana e affettiva degli studenti, ancor prima del progresso propriamente scolastico.
Si tratta di una condotta che, in ogni caso, non era una riduttiva per quanto diligente obbedienza a progetti ministeriali calati ope legis, ma un autentico modus vivendi, che scaturiva da una profonda carità alimentata da una singolare sensibilità carismatica e che Angelo esportava con coerenza e generosità nel ruolo di organista e direttore di coro esercitato con passione tanto presso la sua Parrocchia di Roccasecca Centro, quanto nel Santuario diocesano della Vergine Bruna di Canneto, la cui recente elevazione a Basilica Pontificia, da lui tanto agognata in conformità all’intento pastorale «di consolidare e promuovere ulteriormente la pietà mariana quale via popolare per accrescere la fede cristiana»[3], aveva appena fatto in tempo a gustare prima di giungere alla domenica senza tramonto. Le competenze musicali, messe a servizio dell’animazione liturgica, gli hanno fornito un grande volano per formare alla fede cristiana e alla cittadinanza attiva generazioni di giovani, che fanno vivere ancora tra la nostra gente l’eredità proficua di chi, al di là dei vari servizi resi con competenza e serietà nella sua non lunga ma intesa vita, altro non voleva che interpretare umilmente la sua vocazione di educatore. Un grande educatore troppo presto strappato alla sua famiglia, ai suoi studenti, al mondo accademico, alla sua Chiesa locale!
[1] Lettera Pastorale 2017-2018, “La gioia di fare famiglia”. La famiglia nel vivere quotidiano, n. 53.
[2] Messaggio a dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e alunni per l’A.S. 2017-2018, Scuola di Vita. Educare alla vita, educare con la vita, 4 ottobre 2017.
[3] Prot. Vesc. 02/2015, «Petizione a S.E. Mons. Angelo Bagnasco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, 2 febbraio 2015»: cfr. Il Santuario di Canneto. Bollettino illustrato quadrimestrale 12/32 (2015) 3.