Giovani per il Vangelo
Veglia missionaria diocesana
San Giorgio a Liri, 19 ottobre 2018
Cari presbiteri, fratelli e sorelle,
carissimi giovani,
la Veglia di preghiera alla quale partecipiamo ci chiede di vivere con ritrovata lungimiranza pastorale lo slancio missionario di ogni comunità “in uscita” permanente, e la prospettiva testimoniale della vita cristiana di ciascuno. Lo slogan proposto per la Giornata missionaria 2018 “Giovani per il Vangelo” ci sintonizza e ci raccorda, almeno idealmente, allo svolgimento del Sinodo dei Giovani in corso a Roma sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Lo slogan si rivela suggestivo e accattivante, perché la continuità tra i giovani e il vangelo esalta la freschezza e la creatività della missione. Scrive papa Francesco nel Messaggio per la giornata mondiale 2018: “Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza”. Resta tuttavia aperta una domanda che ci brucia dentro: quale giovane, e per quale Vangelo? Come può un giovane impegnarsi per un Vangelo che non conosce più? per un Vangelo che forse non ha mai conosciuto, anzi mai incontrato….Sì, perché il Vangelo è una persona, è Gesù, il Figlio di Dio, è la buona notizia della morte e risurrezione di colui che: “…ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti” (Evangelii gaudium, 164).
Miei cari, anche sul nostro territorio la sensibilità religiosa dei giovani è ai minimi storici, e segna una bassissima tensione spirituale. Il rapporto tra i giovani e il vangelo sembra interrotto. E’ definitivamente danneggiato? Assolutamente no, a condizione di invertire i termini dello slogan e dire innanzitutto “Il Vangelo per i giovani”, ricominciare con loro e ripartire dal primo annuncio! La missione dei giovani per il Vangelo deve diventare ancor prima una missione di riconsegna del Vangelo ai giovani. Si tratta di riconsegnare loro la parola nuda del Vangelo, non un libro ma l’incontro reale con la Parola fatta carne. E non si accoglie la Parola senza l’incontro con la carne del Vivente. Dunque, non le sue parole, ma la sua vita, la sua storia, il suo umanesimo, la sua proposta nuova per chiunque lo voglia seguire e imitare. E’ a questa priorità che guarda il percorso pastorale della Chiesa diocesana: “Giovani in famiglia. L’orgoglio e la fatica di crescere”. Il tema dice l’urgenza di riportare “a casa” i nostri giovani, dove il termine “casa” rimanda sia al rapporto educativo in famiglia, sia all’accompagnamento della Chiesa nell’esperienza della fede. Sono molti i giovani delle nostre comunità che non si sono lasciati contaminare irrimediabilmente dal vizio e dal degrado morale, e ciononostante restano lontani o indifferenti rispetto alla bellezza del Vangelo. Non sono forse in attesa di un nuovo annuncio? Ci provoca l’apostolo Paolo: “Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?” (Rm 10, 14). Si può rischiare di diventare giovani per caso, ma non si diventerà mai “giovani per il vangelo” per solo caso!
E’ fuor di dubbio che tra Vangelo e giovani si possa generare un feeling straordinario, perché le utopie dei giovani incrociano i sogni del Vangelo, ed entrambi parlano il linguaggio della vivacità, dell’immediatezza, del giudizio sferzante, della radicalità, dell’autenticità, della coerenza e della concretezza della vita discepolare. Se un giovane, motivato rispetto alla sua responsabilità di fronte alla storia, sogna di essere un rivoluzionario per cambiare il mondo può incrocia felicemente la forza rinnovatrice del Vangelo. Se il giovane conserva ancora la forza di scandalizzarsi di fronte alle assurdità di una società che mortifica il senso del dono, della gratuità, della dignità dell’altro, dell’impegno per il bene comune, favorendo corruzione e interessi di parte, molto di più il Vangelo denuncia le ipocrisie che distorcono la dignità della persona, e fa appello alla conversione totale della vita: “Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,5).
Il Vangelo ha una forza dirompente soprattutto nella vita dei giovani quando incrocia la loro spontaneità, e con essa anche la ricerca di senso: “La Chiesa… può condividere con voi giovani la via e la verità che conducono al senso del vivere su questa terra. Gesù Cristo, morto e risorto per noi, si offre alla nostra libertà e la provoca a cercare, scoprire e annunciare questo senso vero e pieno” (Messaggio per la giornata mondiale 2018). Come accompagnare i giovani a vivere per il Vangelo? Ci risponde ancora il Papa con il suo Messaggio: “Ringrazio tutte le realtà ecclesiali che vi permettono di incontrare personalmente Cristo vivo nella sua Chiesa: le parrocchie, le associazioni, i movimenti, le comunità religiose, le svariate espressioni di servizio missionario. Tanti giovani trovano, nel volontariato missionario, una forma per servire i “più piccoli” (cfr Mt 25,40), promuovendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani”. Dire Giovani per il Vangelo è dire innanzitutto giovani per, cioè giovani che toccati e convertiti dalla bellezza del Vangelo imparano a chiedersi non per che cosa vivere ma per chi vivere, e a riconoscere la rivelazione di Gesù povero nei poveri, nei bisogni e nel grido di quanti assediano la loro vita con le mani tese in attesa di aiuto. Dovremmo crederci di più alla forza educativa del servizio ai poveri. Educare i giovani è aiutarli a scoprire soprattutto nel Vangelo la più bella proposta di come vivere per un amore solidale, generoso, puro, gratuito, che mentre denuncia e sconfessa ogni ipocrisia e ogni egoismo, dall’altra potenzia nel cuore la gioia di far felici gli altri, in particolare altri giovani che spesso sono i nuovi poveri della nostra società. “Giovani per il Vangelo” significa che i giovani, meglio di noi altri, sono in grado di evangelizzare altri giovani. Ci crede davvero Papa Francesco: “Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane. Questa è la strada da percorrere da parte di tutti voi!” (Rio de Janeiro, 28 luglio 2013).
Gerardo Antonazzo