L’amore sotto la cenere
Omelia per il Mercoledì delle Ceneri
Cassino-Chiesa Madre, 14 febbraio 2018
La celebrazione del Mercoledì delle Ceneri ci introduce nel cuore dell’anno liturgico: con il tempo della Quaresima-Pasqua si intensifica anche il percorso pastorale della Chiesa che vive in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo impegnata nell’evangelizzazione dell’amore e della famiglia. Pertanto, questo “inizio” liturgico non può esimersi dal piacere spirituale di incrociare e valorizzare il progetto della “Famiglia, luogo di benedizione”.
Un progetto polverizzato
Il segno sacro e austero delle Ceneri è accompagnato dalla formula liturgica: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”. Le parole rimandano al capitolo 3 del libro della Genesi, nel quale si narra la drammatica esperienza del peccato d’origine e le sue tristi conseguenze anche sull’uomo e sulla donna. Tutto subisce un cambiamento, tutto diventa più difficile. L’uomo (adam) plasmato dalla terra riduce “in cenere-polvere” (adamah)il progetto iniziale di Dio: sfiduciando le parole con cui Dio lo aveva collocato nell’Eden, si lascia ingannare dalla tentazione (serpente) della ribellione, frantumando i sogni e le aspettative del Creatore. E’ compromesso l’amore divino alitato nelle narici dell’uomo. Il canto di gioia con cui l’uomo aveva accolto la presenza della donna (“Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne” Gen 2,23), si trasforma nella laconica dichiarazione divina: “Polvere tu sei e in polvere ritornerai!” (Gen 3,19). E’ deturpata l’armonia iniziale del reciproco rapporto uomo-donna (“Tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna”). A causa del peccato, tutto cambia: “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà” (Gen 3,16). D’ora innanzi, amare resta una grazia che Dio continuerà sempre a imprimere nel cuore umano, ma sarà un’arte più difficile da vivere. La relazione dell’amore uomo-donna resterà la vocazione naturale di ogni creatura, ma la fragilità umana rischierà sempre di ridurre in polvere il dono più grande. Il Rito delle Ceneri ci ricorda che ogni amore nuziale e familiare è colpito dal peso della fragilità umana, si ammala di egoismo e di solitudine indicibile, di separazione e di allontanamento l’uno dall’altro piuttosto che di comunione e di condivisione. L’amore è ridotto in cenere. Ma non tutto è perduto!
Dio lascia una benedizione
Di fronte alla fragilità e debolezza del peccatore, il profeta Gioele apre uno spiraglio di speranza riguardo alla possibile conversione divina: “Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione?”(Gioele 2,14). Anche quando l’esperienza umana dell’amore coniugale e familiare è ferito dalla miseria del peccato, la famiglia resta sempre un luogo di benedizione di Dio. Soprattutto nella condizione di peccato, Dio continua ancora di più a prendersi cura della vita della coppia con tenerezza e compassione: “Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì” (Gen 3,21). Forti di questa benedizione l’uomo e la donna devono saper ravvivare, anche se a fatica, la loro relazione d’amore, devono soffiare sulla cenere dei loro fallimenti per rinfocolare la vivezza della tiepida brace nascosta. Non è difficile vedere in molte coppie di oggi tanta cenere sopra la brace del loro amore, e spesso ci assale un senso di impotenza. Come si può liberare la brace in modo da far rinvigorire la fiamma dell’amore? Come può una coppia, giorno dopo giorno, nel grigiore della quotidianità, alimentare la speranza per non spegnere dentro di sé la fiamma della vita coniugale?
Laceratevi il cuore
L’azione della grazia di Dio è insostituibile. Consideriamo il racconto biblico di Ezechiele: il profeta è posto davanti alla triste distesa di ossa inaridite, oggi potremmo dire “incenerite”. Dio gli chiede: “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere? Io risposi: Signore Dio, tu lo sai. Egli mi replicò: Profetizza su queste ossa e annuncia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete” (Ez 37, 3-5). Dio fa rivivere lo spettacolo spettrale di tanti amori nuziali spenti, freddi, aridi, abbandonati alla rassegnazione dell’ “ormai non c’è più niente da fare”. Lo Spirito dell’Amore di Dio può far rinascere dalle ceneri delle disfatte, dalle sconfitte che bruciano, dalle prove che dilaniano, dalle stanchezze della routine, dalla dittatura degli egoismi, dalla guerriglia domestica, dalle ripicche e dai conflitti tra coniugi, e restituire al cuore di ognuno un amore purificato, redento dall’incontro con la sua grazia: “Io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete”! Dio non cambia gli abiti, ma il cuore. Solo Lui può operare la trasformazione più necessaria: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi” (Ez 36, 26-27). L’annuncio del profeta Gioele aiuta tutti, ma soprattutto le coppie di sposi, ad entrare nel tempo della quaresima-pasqua mettendo in gioco il proprio cuore: “Ritornate a me con tutto il cuore…Laceratevi il cuore e non le vesti” (Gioele 2, 12-13).
Lasciatevi riconciliare
Ricostruire il legame nuziale, guarire le ferite delle divisioni, rinascere nell’amore: tutto ciò è possibile grazie ad un processo di conversione a Dio, fonte di riconciliazione nuziale. Il profeta Gioele invita alla conversione ogni sposo e ogni sposa: “Esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo (Gioele 2,16). Invita all’astensione dei rapporti coniugali intimi (camera-talamo), perché solo una sincera conversione a Dio può guarire ogni ferita, anche la più nascosta e taciuta, per ritornare ad una migliore intimità dell’amore e ad una relazione coniugale profondamente pura e armonizzata. Anche l’apostolo Paolo rivolge un invito pressante a lasciarsi riconciliare: se la coppia sa beneficiare del sacrificio che Gesù ha offerto di se stesso, si trova allineata al progetto che Dio ha su di lei. Non c’è alcuna ragione per dubitare della riconciliazione da parte di Dio.
Carissimi Missionari laici e carissime coppie, è questo l’annuncio che vogliamo portare a tutti gli innamorati e sposi della nostra Chiesa diocesana con il vostro impegno di annunciatori e testimoni della gioia di fare famiglia. Il Signore non tarderà a manifestare i segni concreti di benedizione, di sostegno e di incoraggiamento al vostro impegno di operai-operatori pastorali nella vigna del suo Regno. Siate annunciatori e testimoni dell’amore per favorire in tutti, con la grazia di Cristo, la gioia di fare famiglia.
+ Gerardo Antonazzo