10 settembre 1943, inizio del calvario di Cassino
La città di Cassino non può e non vuole dimenticare i suoi morti e continua a contare gli anni trascorsi dalla sua terribile storia di guerra, morte e distruzione. La data del 10 settembre – primo inaspettato e crudele bombardamento della città – continua ad essere ricordata e celebrata con la fedeltà e la caparbietà di chi vuole conservare la memoria collettiva e farla conoscere alle nuove generazioni che hanno avuto la fortuna di non conoscere direttamente la guerra. E sono arrivati a contare 74 anni.
Dopo la breve ma significativa cerimonia civile del mattino, in cui il Sindaco della città ha deposto un fascio di fiori al Monumento ai Caduti, vicino al Muro del Martirologio, nel pomeriggio, grazie alla benemerita iniziativa del CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati), nella chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova anche quest’anno, come ormai è tradizione, una Messa in memoria e in suffragio delle prime vittime di guerra, cadute il 10 settembre 1943, è stata celebrata dal parroco Don Benedetto Minchella. Un momento di raccoglimento con i familiari superstiti e con quanti, memori e consapevoli dell’accaduto, continuano, anno dopo anno, ad unirsi nel ricordo dei caduti, perché, come dice Cicerone in Philippicae IX, 10 (la frase è citata sulla cartellina che viene distribuita ai presenti): “Vita mortuorum in memoriam est posita vivorum” (La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi).
Il Presidente del CDSC, Prof. Gaetano De Angelis-Curtis, ha in modo sobrio e sintetico, rievocato quel 10 settembre 1943, quando “dopo solo due giorni dall’armistizio, la città di Cassino fu colpita dai primi e tragici bombardamenti delle forze anglo-americane. Fu l’inizio del drammatico destino, riservato alla Città e al suo Monastero. In quell’occasione persero la vita oltre cento innocenti cittadini, il cui numero tuttora non è esattamente accertato”. “Nel 74° anniversario di quel tragico evento, ha continuato, con la Messa odierna il CDSC – come di consuetudine – intende ricordare tutte le vittime del primo bombardamento della Città di Cassino, nonché le altre innumerevoli, civili e militari, dei successivi mesi di guerra che sono immortalate nel Muro del Martirologio della Città”.
Poi è stata data lettura dei nomi di tutte le vittime delle quali si ha notizia, di quel drammatico evento: un elenco in ordine alfabetico che mette i brividi: 67 vite spezzate in giovane e giovanissima età, molti bambini, un bimbo di un giorno, sei, quattro e tre fratelli… e mancano all’appello ancora circa 40 vittime!
Al termine della Messa, il dott. Carmelo Palombo, che ha fatto le veci del Sindaco, ha porto il saluto ed il ringraziamento del Sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale, oltre che suo personale, al CDSC, alle associazioni combattentistiche e d’arma, al Celebrante e a tutti i cittadini presenti.
Adriana Letta
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10 settembre 1943
“… Notiamo, nel cielo di Cassino, un movimento insolito di aerei anglo-americani. La cosa, in un primo tempo, passa quasi inosservata, essendo abituati al transito degli apparecchi. Si ha poi l’impressione che la manovra preconizzi qualche cosa di nuovo. Le strade adiacenti alla Villa Comunale sono piene di automezzi tedeschi. Altri transitano sulla Casilina nell’uno e nell’altro senso. …L’allarme non viene dato. …Passano pochi minuti, improvvisamente un incalzare di rombi e di fischi laceranti. Sibili, esplosioni, fracassi in un terremoto vero e proprio, ondulatorio e sussultorio. … Continua il fragore delle esplosioni. Fumo, polvere, tonfi, uragano, un’ira di Dio insomma. La famiglia è in subbuglio. Ci precipitiamo tutti nell’atrio del portone, pianti. …Da ogni parte arriva l’eco di invocazioni, di pianti, di grida spaventose.
…Una corsa per constatare “de visu” i danni prodotti dalle bombe cadute su Cassino. Tre sono esplose agli angoli dell’albergo Montecassino, versante telefono, casa Valente; altre sul tracciato del piano regolatore, S. Pasquale, strada S. Elia; poi man mano dall’albergo, verso via Napoli fino alle tre pompe. Molti edifici distrutti, altri gravemente danneggiati, incendiata villa Baccari, distrutte le case di via G. Conte. Le prime vittime rintracciate ammontano a una trentina, altre decine sono sotto le macerie. Lo spettacolo è raccapricciante…”.
Brano tratto da: Peppino Tomasso, Diario di guerra, Cassino – Portella-Nicastro, 10 settembre 1943 – 5 luglio 1944, a cura di Mariella Tomasso, Ed. CDSC, Cassino 2015, pagg. 17-21.