Presentato venerdì 1° dicembre il libro di Chiara Mangiante “La chiesa di S. Antonio a Cassino”
Un anniversario così importante, 70 anni!, non poteva mancare di lasciare un’opera duratura a ricordo, ed ecco che le celebrazioni per il 70° anniversario della riapertura al culto della chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Cassino dopo la distruzione bellica, entrate nel vivo, hanno visto, venerdì 1° dicembre, la presentazione del libro “La chiesa di S. Antonio a Cassino“, un volume monografico sulla storia dell’edificio sacro. Autrice è Chiara Mangiante, che ha condotto precise, approfondite e pertinenti ricerche storiche, e corredato il libro di molte immagini, grazie anche al ricco archivio fotografico di suo padre, Alberto Mangiante.
E’ stato il parroco, Don Benedetto Minchella, ad introdurre i lavori, dichiarando che si tratta di un “affare di famiglia” e come una vera famiglia, così anche una comunità parrocchiale e una chiesa hanno la propria storia che deve essere conosciuta. Ad illustrare e presentare il libro, edito a cura del CDSC (Centro Documentazione e Studi Cassinati), è stato il suo Presidente, il prof. Gaetano De Angelis-Curtis il quale, servendosi anche di immagini proiettate sullo schermo, ha raccontato la storia di questa chiesa, dall’antico insediamento dei Frati francescani autorizzato dall’Abate di Montecassino nel lontano 1231 fuori delle mura (accanto alla chiesa, i Francescani costruirono un convento e dall’altra parte, più tardi, una cappella dedicata a S. Antonio), fino alla soppressione napoleonica, per arrivare al primo ‘900, alla distruzione del 1944 in piena seconda guerra mondiale e poi alla ricostruzione. La chiesa subì lo stesso destino di Cassino e fu distrutta dagli eventi bellici, tuttavia fu l’edificio religioso meno distrutto, perciò fu il primo ad essere ricostruito e riaperto al culto. Il progetto si deve all’arch. Giuseppe Poggi che, seguendo il volere dell’Abate Ildefonso Rea, ricostruì la chiesa dove era prima e il più possibile simile a come era, in stile barocco ma “più intonata alla architetture dei palazzi moderni”. Questo lo dice nel suo diario, in cui parla anche delle critiche che ricevette durante la ricostruzione, e che la figlia, presente alla serata, aveva autorizzato Chiara Mangiante a leggere. Questo particolare ha permesso all’autrice di “entrare” nell’animo di chi quei fatti ha vissuto dal di dentro. Sempre al Poggi si deve l’idea di attaccare sulla parete esterna destra della chiesa i reperti del campanile e della chiesa, per salvarne la memoria, creare legami col passato e indurre almeno ad immaginare come fosse la Cassino prebellica.
Il giorno 8 dicembre 1947 l’Abate Rea procedeva alla funzione della Riconciliazione e celebrava la messa Pontificale con cui la chiesa di S. Antonio veniva riaperta al culto, prima e ancora per anni unica chiesa a Cassino, “vera e propria reliquia della Cassino che fu”, come dice Don Benedetto Minchella nel saluto iniziale, anche perché è l’unica che conserva lo stile dell’edificio prebellico. Nel 1986 l’Abate D’Onorio stabilì che l’intitolazione fosse esclusivamente a S. Antonio di Padova; nel 2000 fu sottoposta ad un restauro e poi riconsacrata dall’Abate Bernardo D’Onorio il 19 ottobre 2002. Nel concludere la sua presentazione, il prof. De Angelis-Curtis ha sottolineato che l’atto notarile che autorizzava i Francescani, fu redatto il 5 luglio 1231, solo 20 giorni dopo la morte di S. Antonio, e “forse non è un caso, ma è sintomatico che stiamo qui a parlare di S. Antonio!”.
Prendendo la parola, la giovane Autrice ha voluto ringraziare il Parroco, il prof. De Angelis-Curtis, la sig.a Poggi, figlia dell’architetto, il prof. Petrucci e suo padre. La sig.a Poggi ha fatto sapere come suo padre, venendo da Roma a Cassino, dove rimase dieci anni, la prima cosa che vide fu un carrarmato abbandonato vicino a S. Antonio.
Infine Don Benedetto ha voluto consegnare a Chiara Mangiante una targa-ricordo in segno di ringraziamento. Gli applausi sono venuti spontanei e convinti dal pubblico che riempiva la chiesa.
Le celebrazioni del 70° continuano, intrecciate con la Novena dell’Immacolata che vede ogni sera il S. Rosario alle 18,15 e la Messa alle 19,00 con la Preghiera all’Immacolata.
Prossimo appuntamento il 7 dicembre: dopo la S. Messa Vigiliare delle ore 19,00, ci sarà alle 20,30 il Concerto “Tota Pulchra“, eseguito dal Coro “Maria SS.ma de’ Piternis” di Cervaro, diretto dal M° Giovanni Battista De Simone, con un ricco ed interessante programma. Tutti sono invitati a partecipare.
Adriana Letta