Lunedì – 28ª Settimana del Tempo Ordinario (Lc 10,25-37)
Parola del giorno: “… non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona”
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Con parole molto forti Gesù mette in guardia
la generazione del suo tempo
– ma l’evangelista pensa e le indirizza anche a noi –
dalla pretesa di avere segni per poi credere.
Gesù non è d’accordo e ricorda loro la storia di Giona,
che a malavoglia e con tanta paura
predica la conversione minacciando distruzione
al popolo di Ninive che, con sua grande sorpresa si converte
e, anziché punirlo Dio lo perdona.
Potrà apparire facile prendere le distanze,
ma bisogna tener conto che non solo quella
– che lui definisce “malvagia” – ma anche le altre,
senza escludere la nostra,
troppo spesso per credere domandano dei segni,
quasi che Dio debba fare la nostra volontà e non noi la sua.
La vera fede è umiltà e obbedienza
basata sulla certezza di un Dio Amore
che ha mandato il Figlio a morire sulla croce
mostrandolo come il volto della sua misericordia.
Ed è proprio di questo che anche Giona è segno.