Giovedì – 11ª settimana del Tempo Ordinario (Mt 6,7-15)
Parola del giorno: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Padre nostro…. Padre… no – stro…. Pa…Pa – dre…
Che succede? La memoria
che di solito mi aiuta ad andare avanti e presentare
le richieste, soprattutto quelle che mi stanno più a cuore,
anche oltre le parole suggerite da Gesù,
tante volte ripetute in tutta fretta,
questa volta s’è bloccata; la mia lingua s’è inceppata.
Anche gli occhi si son chiusi e la mente s’è spostata…
Che succede? Dove sono? Questo posto non mi è nuovo!…
È il mio cuore! Sembra vuoto… No, è pieno;
al punto tale che non riesco a vedere se c’è altro;
però sento una Presenza che mi avvolge.
Non c’è volto, solo cuore.. sento il mio che batte forte
e poi si quieta; si riscalda, come dentro un grosso abbraccio.
Che succede? Sono piccolo. sembro un bimbo…
un pulcino… anche più piccolo…
ora non ho i piedi sulla terra, non sto seduto né in ginocchio.
Sono sul palmo di una mano che mi tiene
mentre un’altra mi accarezza, come fosse la mia mamma.
È di più…. Non lo vedo ma intuisco…
Non domando. Sto tranquillo …come mai!
Il tempo passa… Non so quanto. Ho perso il conto.
Il rumore di chi viene alla preghiera
mi riporta alla realtà e riprendo insieme a loro:
“Padre nostro…”.