Martedì – 11ª settimana del Tempo Ordinario (Mt 5,43-48)
Parola del giorno: “… siate figli del Padre vostro che è nei cieli …”
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Anche i pagani sanno amare, anche gli atei:
tutti capiscono l’amore che li lega agli altri
e i prossimi li scegliamo noi, in base ad affinità,
al tenore di vita, ad interessi comuni, a come capita…
Non si può essere amici di tutti. O no?
Quando ero bambino, cioè molti anni fa,
la gente che si incontrava per strada
si salutava senza conoscersi. Siamo figli
di uno stesso Padre che ama tutti allo stesso modo,
o di una stessa terra. Se lo fai adesso
l’altro si chiede: “Mo’ questo chi è, che vuole?”.
È una questione di misure, “Quante volte, fino a sette?”,
che è già un eccesso per Pietro.
Se ci mettiamo a ragionare capiamo
che chi usa arroganza o violenza non ragiona.
La reazione di inimicizia è sempre impulsiva,
mossa da istinto di paura, di possesso…
Ciò non toglie che l’autocontrollo non è scontato per nessuno.
Insomma il vangelo si capisce e a praticarlo
lo sguardo va oltre l’ostacolo,
oltre il muro della separazione che è l’inimicizia.