Il parroco della chiesa di S. Antonio celebra con la comunità parrocchiale l’anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale
Un traguardo importante, il 25° anniversario di Sacerdozio, che induce a fare memoria, a riflettere affinché guardare indietro aiuti ad andare avanti forti delle esperienze fatte, e ad impostare il futuro del proprio servizio, ma anche da celebrare, nel profondo del proprio cuore e al tempo stesso comunitariamente. È quello che ha fatto Don Benedetto Minchella, parroco di S. Antonio a Cassino. Anzi, la prima cosa che ha dichiarato, già nella locandina, è stata di invitare la comunità ad unirsi “nel rendimento di grazie al Signore per il dono della vocazione” in occasione del 25° anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale, avvenuta a Montecassino il 6 dicembre 1988.
La Veglia
La sera prima, 5 dicembre, si è svolta in chiesa una Veglia di preghiera, bella, intensa, partecipata con grande commozione comune e grande compostezza; a presiederla è stato Don Carlo Di Sotto, responsabile della Pastorale Vocazionale in diocesi, accompagnato dai ragazzi dell’anno propedeutico del Seminario di Anagni. Esposto il Santissimo sull’altare, tutto è avvenuto in adorazione davanti a Lui, il Signore che in un lontano giorno chiamò il giovane Benedetto a seguirlo. Sulla base del libretto preparato con cura, ogni partecipante ha potuto seguire le letture, pagine del Vangelo, brani di discorsi di Papa Francesco, i canti ed i momenti di silenzio di adorazione e riflessione. Don Carlo, nel suo intervento, ha parlato della Vocazione, che non vuol dire semplicemente “chiamata”, ma significa piuttosto “cammino”, fatto di ricerca personale e di domande, che sono strumento indispensabile come le scarpe sportive per andare in montagna. Cammino nel quale non si è soli, perché il Signore è vicino ma non impone un progetto già fatto, piuttosto sprona il chiamato ad essere lui, cercando e interrogandosi, a trovare e costruire il “suo” modo di rispondere alla vocazione. La Benedizione eucaristica, impartita percorrendo con l’ostensorio tutta la chiesa, seguita da un breve ringraziamento da parte di Don Benedetto, ha concluso un momento davvero forte e indimenticabile per prepararsi all’indomani, giorno della grande Celebrazione con il Vescovo.
La Celebrazione e la festa
La sera dopo la chiesa si è riempita fino all’inverosimile, con un buon numero di sedie aggiunte. Erano presenti tutti i gruppi parrocchiali, le Suore, gli Scout, i Cavalieri e le Dame del SS.mo Sepolcro di Gerusalemme, familiari, amici, fedeli della parrocchia e non solo. A presiedere la Liturgia eucaristica, animata dal Coro parrocchiale, è stato il Vescovo Gerardo Antonazzo e con lui celebravano molti sacerdoti della Zona pastorale di Cassino. Tutti con affetto attorno al festeggiato, che emozionato partecipava alla celebrazione con atteggiamento compunto e concentrato. Nell’omelia il Vescovo Gerardo ha sottolineato il fondamentale ruolo pastorale dei presbiteri, rifacendosi al Santo del giorno, S. Nicola, grande pastore e protettore dei deboli e anche a S. Antonio di Padova, a cui la parrocchia è intitolata, il Santo dei poveri. Due figure di santi che hanno dedicato gran parte della loro vita, in epoche diverse e lontane dall’attuale, per proteggere e aiutare chiunque avesse bisogno. Ed è questo l’impegno che anche la parrocchia di S. Antonio da anni porta avanti, grazie anche alla Caritas parrocchiale, fortemente cresciuta negli anni. Infatti per questa ricorrenza Don Benedetto ha avvertito per tempo che se le persone volevano fare un regalo, non dovevano assolutamente pensare a cose per la sua persona, bensì potevano contribuire a realizzare il suo desiderio, quello di dotare la Caritas parrocchiale di un pulmino, utile sia per portare gli aiuti alimentari ai bisognosi, sia per accompagnare le persone fragili e bisognose, per esempio di cure, o in pellegrinaggio o in gita, sia per aiutare anche altre parrocchie all’occorrenza. E difatti, il pulmino era già in piazza, pronto per ricevere la benedizione dal Vescovo.
Prima della benedizione conclusiva, una parrocchiana, a nome di tutta la comunità parrocchiale divenuta ormai una famiglia, ha letto una lettera a Don Benedetto, ripercorrendo la storia della parrocchia e ringraziandolo per esser riuscito a trasformare le persone disgregate in comunità, esprimendo la gratitudine generale, perché tutti lo sentono come un padre, un amico, un punto di riferimento imprescindibile. In risposta, Don Benedetto ha preso la parola per ringraziare ed ha voluto tracciare la sua storia e quella della parrocchia con trasparenza, indicando, quasi in un esame di coscienza pubblico, il cammino compiuto in 25 anni, dalla sua Ordinazione presbiterale quando, giovane e determinato andava dritto alla meta rincorrendo efficienza, precisione e perfezione, fino ai gradini successivi, quando ha iniziato a capire come curare prima le persone che le cose, come unire una famiglia, pur variegata, in una compagine unita e solidale, in cui ognuno svolge coscienziosamente il suo compito concorrendo così al bene comune. È stata toccante l’analisi che ha voluto condividere con tutti i presenti, commuovendosi lui stesso. Naturalmente è stato con un lungo caloroso applauso che gli astanti hanno risposto il loro grazie. Infine è stata data lettura della speciale benedizione di Papa Francesco per questo anniversario.
Dopo la celebrazione molti gruppi hanno voluto immortalare l’evento con foto-ricordo, poi uscendo all’aperto sulla piazza, c’è stata la benedizione del pulmino e la festa. Ai tavoli, ben preparati per il rinfresco, tutti si sono potuti servire, aiutati dai volontari che si erano messi a disposizione, per un momento di convivialità cordiale, sereno e gioioso. Al termine, la monumentale torta dei 25 anni, i confetti e gli auguri, giunti numerosi, sinceri e carichi di affetto e riconoscenza per un parroco che non trascura nessuno e a cui tutti vogliono bene. Ad majora, Don Benedetto!
Adriana Letta