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Benedizione di Sant’Antonio Abate

Cassino, 17 gennaio: Benedetti gli animali domestici

Presenze insolite, aria di festa e di famiglia, nella chiesa di S. Antonio di Padova a Cassino per una celebrazione particolare ma tanto attesa e gradita: la festa di S. Antonio Abate, l’antico eremita egiziano vissuto fra il III e il IV sec. divenuto caposcuola del Monachesimo (numerosissimi i seguaci in Oriente e in Occidente), patrono di Eremiti, Monaci e Canestrai, protettore contro la malattia dell’herpes zoster, ma soprattutto Protettore degli animali domestici. E proprio quest’ultimo era il motivo dell’accorrere di tante famiglie che portavano i propri amici animali per la benedizione. Per questo, durante la celebrazione eucaristica delle ore 19.00 alle preghiere e ai canti si univano di tanto in tanto voci “diverse”, un miagolare, un cinguettare, un abbaiare… Molti i bambini presenti, felici e orgogliosi di farsi responsabili dei loro amici pelosi ma anche i nonni, le mamme, i papà, le persone sole che proprio nell’animale hanno la propria compagnia familiare.

Così S. Antonio Abate è diventato, o ri-diventato, molto popolare e amato, oggi che in moltissime case sono custoditi, amati e anche viziati, tanti animali domestici. Se nel passato, quando la società era essenzialmente agricolo-pastorale, l’annuale benedizione degli animali, che garantivano cibo e aiuto nel lavoro, era comune nelle zone rurali, oggi è divenuta un momento centrale anche nella vita cittadina. E d’altronde, l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ sulla custodia del creato, e il recente movimento d’opinione internazionale nato per reclamare la cura dell’ambiente e la guarigione delle piaghe create da un insensato sfruttamento delle risorse naturali, hanno riportato all’attenzione di tutti nel mondo i temi della natura e del rapporto uomo-ambiente che va urgentemente risanato. Ambiente naturale e animali non sono proprietà dell’uomo, egli non può sfruttarli a suo piacimento recando danni incalcolabili all’intero pianeta: l’uomo è custode del creato, ha il dovere di salvaguardarlo per consegnarlo guarito e sano, in tutta la sua sorprendente bellezza, alle generazioni future. E dunque gli animali vanno considerati per quello che sono, cioè esseri viventi, che bisogna rispettare senza farli soffrire inutilmente. La Chiesa si fa parte attiva in questo compito che riguarda tutto il mondo ma anche ogni casa e ogni persona, perché venga ben recepito il messaggio di Papa Francesco. Il Parroco Don Benedetto Minchella, al termine della Messa, ha fatto avvicinare ai piedi dell’altare, un po’ alla volta e distanziati, tutti coloro che avevano portato i propri animali domestici, anche tortore, pesciolini e tartarughine!, e ha impartito la benedizione con l’aspersione dell’acqua santa. Si vedevano sorrisi, sguardi gioiosi, scenette improvvisate da qualche mossa inaspettata dei piccoli amici, anche loro stupiti di trovarsi lì, fra tante persone e tanti altri animali da conoscere… Insomma una simpatica e significativa festa per tutti.

Adriana Letta