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Il giorno della Beata Vergine di Lourdes

Cassino: Messa e Unzione degli Infermi presiedute dal Vescovo e Rosario Internazionale con fiaccolata

 

Venerdì 11 febbraio è stato un giorno accolto con gioia da tutto il popolo devoto alla Beata Vergine Maria di Lourdes, perché è il suo giorno, a lei dedicato e ai suoi figli sofferenti, malati nel corpo e nello spirito. Una preghiera corale si è levata dalla Grotta di Lourdes, da tutte le chiese e da tutte le innumerevoli riproduzioni della santa Grotta per chiedere alla Madre celeste le grazie e la protezione di cui tutti sono bisognosi. Nella Parrocchia di S. Antonio a Cassino questo giorno da molti anni è reso solenne dalle iniziative di preghiera e quest’anno più che mai: dalla mattina alle 8 si sono succeduti fino a sera momenti di preghiera, Messe, rosari, adorazione eucaristica… Sembrava quasi di essere in un santuario in cui in continuazione entravano persone spinte dal desiderio e dal bisogno di pregare e incontrare Maria, la Madre di tutti. Alle 18.00 la Messa più solenne, presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo con la presenza massiccia dell’Unitalsi con i propri assistiti e il Sacramento dell’Unzione degli infermi. Una partecipazione intensa e sentita da parte delle numerose persone convenute, una liturgia accurata ed eloquente con i suoi segni, un suggestivo allestimento mariano davanti all’altare, una celebrazione che ha toccato l’anima. Il Vescovo, nell’omelia, si è soffermato sul brano evangelico di Marco (7, 31-37) sulla guarigione del sordomuto e ha fatto notare come Gesù non vuole dispensare guarigioni ma incontrare le persone, infatti guarda, ascolta, tocca e parla, mettendo in funzione tutti i sensi e questo lo fa non davanti alla folla, ma in disparte, perché vuole avere con quell’uomo toccato dalla sofferenza e dal disagio un incontro personale. È da lì che le orecchie si aprono, il nodo della lingua si scioglie. Gesù dona semi di speranza, cioè la forza interiore per andare avanti, quella di cui ogni persona, e ancor più chi è malato nel corpo o nello spirito, ha bisogno inderogabile.

Subito dopo c’è stata l’Unzione degli Infermi: il Parroco, Don Benedetto Minchella, ha spiegato come si sarebbe svolta, poi il Vescovo ha pronunciato la formula di rito e imposto le mani sull’assemblea per far scendere lo Spirito. Poi, ordinatamente, le persone che desideravano ricevere l’Unzione, si accostavano all’altare per riceverla sulla fronte e sul palmo delle mani dal Vescovo o dal Parroco. Momenti davvero importanti e indimenticabili. Molte le persone che si sono accostate all’altare con fede e speranza e molti anche i misericordiosi accompagnatori di persone fragili bisognose di sostegno.

Dopo la Messa ci si è preparati all’ormai tradizionale Rosario Internazionale, che affratella i presenti con i fedeli che sono a Lourdes. Spente le luci della chiesa, tranne quelle sull’altare, si sono accesi i flambeaux retti dai fedeli e l’atmosfera si è fatta subito più intima e ricca di suggestioni. Sono stati recitati i misteri del Rosario: per ognuno di essi tante voci diverse a intonarlo e tante lingue diverse: dal latino per il Pater Noster e il Gloria, all’italiano, con le Ave Maria recitate da dieci bambini e poi da un giovane in rappresentanza di tutti i malati, al francese, tedesco, spagnolo fino addirittura al giapponese e al russo… Al microfono la prima metà dell’Ave Maria intonata dalla persona poliglotta di turno, italiana o straniera, la seconda metà recitata coralmente dal popolo dei fedeli. Tra un mistero e l’altro si cantava e all’invocazione “Ave Maria” tutti, proprio come si fa a Lourdes, alzavano in alto le fiaccole, con effetti scenografici estremamente commoventi. Momenti vissuti così intimamente da restare impressi indelebilmente nell’anima. Grazie alla Vergine Maria, al fascino di Lourdes e all’ottima organizzazione dell’iniziativa.

Adriana Letta