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Preghiera e digiuno per la Pace in Ucraina

Comincia così la Quaresima comunitaria a S. Antonio: pranzo a pane e acqua, preghiera e aiuti umanitari

Da sempre la Chiesa insegna che il tempo forte della Quaresima deve essere tempo di conversione del cuore e pertanto va vissuto tra preghiera, penitenza e carità. Mai come quest’anno se ne sente l’esigenza, stretti come siamo tutti in situazioni difficili. Sino a pochi giorni fa era la pandemia a fare paura, ma ora, con una guerra insensata e crudele scoppiata in piena Europa con l’aggressione della Russia all’Ucraina e la conseguente crisi umanitaria, alzare gli occhi a Dio a chiedere aiuto e volgersi ai fratelli in difficoltà per porgere aiuto e solidarietà, viene naturale come un bisogno vitale. Il Mercoledì delle Ceneri, che dà inizio alla Quaresima, presso la Parrocchia di S. Antonio a Cassino, le tre colonne portanti di preghiera, penitenza e carità sono state un tutt’uno. Alle 13,00, davanti all’altare tutto lo spazio era ingombro di scatoloni e buste in cui i volontari sistemavano razionalmente gli aiuti portati da innumerevoli persone di buona volontà, che si sono sentite toccate dagli eventi e in dovere di dare aiuto (la chiesa rimane aperta ininterrottamente dalle 7 del mattino alle 20). C’era di tutto, alimentari, prodotti igienico-sanitari, farmaci, beni di prima necessità, la cui raccolta, iniziata il 1° marzo, terminerà domenica 6, quando partirà per la sua destinazione. La carità era presente dunque, quasi trasbordante. La penitenza e la preghiera sono iniziate insieme alle 13,30 quando, sospeso il lavoro dei pacchi, tutti hanno preso posto e ha preso il via l’iniziativa “Preghiera e Digiuno per la Pace in Ucraina” del Mercoledì delle Ceneri.

Disposti dalla Caritas parrocchiale, erano pronti due tavoli, uno con ceste di pane, preparato a fettine avvolte in tovagliolini di carta, e un altro con bottigliette di acqua. Gli invitati a questo singolare bellissimo “pranzo” comunitario a pane e acqua, divenuto ormai una tradizione, sfilando ordinatamente davanti a un tavolo e all’altro, prendevano il pane e l’acqua e tornavano al proprio posto, mentre il parroco Don Benedetto leggeva prima l’appello accorato di Papa Francesco che invitava ad “una giornata di digiuno per la pace”, poi Salmi penitenziali. E le parole che Papa Francesco aveva rivolto “a credenti e non credenti” al termine dell’udienza generale di mercoledì 23 febbraio, sono risuonate forti e toccanti. Aveva infatti iniziato dicendo: “Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione in Ucraina”. “Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane – aveva aggiunto – si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte”. E si era appellato a quanti hanno responsabilità politiche perché facessero “un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra, il Padre di tutti non solo di qualcuno che ci vuole fratelli e non nemici”. Aveva pregato di non provocare ancora più sofferenza alle popolazioni, “destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”. E siccome di fronte alla “insensatezza diabolica” si risponde “con le armi di Dio”, che sono digiuno e preghiera, aveva lanciato il suo invito per il 2 marzo, inizio della Quaresima. Ed ecco, la comunità parrocchiale ha raccolto con slancio questo invito, riuscendo a coniugare preghiera, carità fraterna e digiuno.

Adriana Letta