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San Benedetto Patrono di Cassino e d’Europa

Celebrati a Cassino i festeggiamenti in onore del Santo della Regola

L’importanza decisiva della preghiera per la vita e l’apostolato della Chiesa

 

Il 21 marzo sono giunti al culmine e al termine i festeggiamenti in onore di San Benedetto organizzati a Montecassino e a Cassino, che hanno visto molti eventi spirituali, culturali e sociali giunti anche molto lontano: così la Fiaccola benedettina, che ogni anno porta in Europa il suo messaggio di pace e unità, mai così forte come quest’anno, in cui si è recata in Spagna. Tali iniziative, come ormai da anni, vengono intraprese dalla Fondazione San Benedetto e portate avanti dalla città di Cassino unitamente con le altre città benedettine, Norcia e Subiaco, sempre scortate dal Corteo Storico Terra Sancti Benedicti e dai Cortei anche di Norcia e Subiaco. C’è stato un meraviglioso concerto musicale per la pace, un interessante convegno organizzato insieme con l’Università, la presentazione in video del lavoro delle scuole per la Fiera del Santo Patrono. Insomma, come sempre, molte iniziative di livello, fino al giorno conclusivo, in cui si ricorda il dies natalis del Santo. Un solenne Pontificale è stato celebrato in mattinata nella Cattedrale dell’Abbazia di Montecassino, presieduto dal card. Angelo Comastri, arciprete emerito della Basilica di S. Pietro e Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano, e animato dal “Coro Annibale Messore” e nel pomeriggio nella Concattedrale di Cassino, con grande solennità, sempre presieduto dal Cardinale e concelebrato dal Vescovo Gerardo Antonazzo, dall’Abate Donato Ogliari di Montecassino e da molti Sacerdoti.

All’arrivo dei celebranti e delle autorità a Cassino in piazza Corte, erano schierati molti figuranti del Corteo Storico, militi, cortigiani e popolani, con un gran bell’effetto scenografico, tanto che il Cardinale si è fermato a salutarli. Poi ha preso il via la celebrazione, con l’ingresso in chiesa della lunga fila di ministranti e celebranti, tra i quali anche Don Florin D’Amata, che venerdì prossimo sarà ordinato Presbitero. Presenti le autorità civili e militari, una parte del Corteo Storico, l’Unitalsi e molti fedeli. Ad animare musicalmente la liturgia l’ottimo Coro S. Giovanni Battista Città di Cassino. All’inizio il Vescovo Gerardo ha fatto gli onori di casa, porgendo sentite parole di benvenuto al Cardinale, che cordialmente ha ringraziato a sua volta. Nell’omelia ha esordito dicendo: “presiedere la Santa Eucaristia nella festa di S. Benedetto è un’occasione provvidenziale per riflettere sull’importanza decisiva della preghiera per la vita della Chiesa e per l’apostolato della Chiesa”. E ricordando il suo primo incontro con Madre Teresa di Calcutta, ha incentrato il suo dire proprio sulla preghiera, che S. Benedetto indica come pilastro, insieme al lavoro e alla lettura, della vita del monaco e di chiunque cerchi Dio. Secondo Madre Teresa, non basta pregare un po’: “Devi pregare di più. Non ti puoi limitare al dovere. Il tuo rapporto con Gesù è un rapporto di amore e nell’amore non ci si può limitare al dovere. Devi trovare ogni giorno un po’ di tempo per stare davanti al Tabernacolo in adorazione, in colloquio di amore”. Infatti, nessuno può servire i poveri se prima non si mette in preghiera per ricevere da Gesù l’amore che deve trasmettere ai poveri. San Benedetto era in perfetta sintonia con il pensiero di Madre Teresa. Per questo la sintesi della sua vita sta in un binomio: ORA ET LABORA! Oggi, ha continuato, molti non lo capiscono più e per questo l’apostolato è diventato attivismo e anche la carità non profuma più di Gesù e non porta a Gesù. Il cardinale ha poi citato Don Divo Barsotti, fondatore della Comunità dei Figli di Dio, uomo di intensa preghiera e di contagioso apostolato, che constatava la poca fede o addirittura la mancanza di fede. E Santa Teresa di Lisieux, divenuta patrona delle missioni pur restando sempre in un monastero, ci consegna una verità di valore incalcolabile: i veri ´apostoli´ sono i santi! E sono apostoli, prima di tutto, perché pregano! Se credessimo nell’efficacia della preghiera, tanto tempo lo passeremmo in ginocchio. E il mondo cambierebbe direzione! Ha raccontato anche quanto scrive lo scrittore russo Aleksandr Solženicyn nel romanzo “Una giornata di Ivan Denisovic”, in cui il protagonista, rinchiuso in un lager, incontra la fede del giovane Aljoska il quale prega e «guarda il sole e si rallegra» ed «ha il sorriso sulle labbra». E ha concluso: “Vi auguro, anzi mi auguro che la nostra preghiera parta sempre dal cuore e sia un vero abbraccio con Dio: e l’abbraccio con Dio lascia sempre un segno e infonde una luce che si diffonde attorno a voi”. Così il Cardinale, che ha avuto momenti di particolare attenzione per l’Unitalsi, di cui ha salutato avvicinandosi, assistiti e operatori.

Al termine della celebrazione, in piazza Corte, il Corteo Storico ha potuto mostrare ai presenti qualche “chicca” del suo repertorio, danze medievali, l’onore della milizia al Santo Patrono, i fiori in omaggio alla venerata reliquia del braccio di S. Benedetto, esposta con onore, come ogni anno. Ed è stato un momento di festa gioiosa, concluso con gli immancabili fuochi pirotecnici, che rallegrano e stupiscono sempre.

Adriana Letta