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Essere nel sogno di Dio

Il vescovo Gerardo Antonazzo venerdì ha ordinato sacerdote Florin D’Amata. Tanta commozione nella Cattedrale gremita di fedeli e presbiteri concelebranti

Venerdì 25 marzo il clero diocesano si è arricchito di un nuovo sacerdote, don Florin D’Amata. La Celebrazione è avvenuta nella meravigliosa architettura della cattedrale di Sora, dove il vescovo Gerardo Antonazzo ha ordinato presbitero il trentunenne pontecorvese, che dall’inizio del suo servizio diaconale lo assiste come accompagnatore in molti appuntamenti diocesani. Un momento di grande festa per l’intera Chiesa locale e di forte commozione per tutto il Popolo di Dio che è in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Gremita l’assemblea, non solo per la partecipazione dei fedeli provenienti dalla comunità di origine (Pontecorvo) e dalle diverse comunità di ministero (Cassino, Broccostella e Castelliri) del candidato all’Ordine sacro, ma anche per l’ampia corona di presbiteri concelebranti lietamente stretti attorno all’ordinando, la cui stessa presenza ha segnalato l’incommensurabile rilievo ecclesiale sancito dal rito di Ordinazione nella circostanza odierna e il suo impatto nell’avvenire della Chiesa diocesana.

All’evento si è giunti, in un clima di fervida attesa, attraverso una veglia di preghiera itinerante in quattro tappe che ha raggiunto, fino alla vigilia della cerimonia di Ordinazione, quattro comunità parrocchiali della Diocesi appositamente scelte per la loro posizione geografica perché in grado di favorire il più possibile la partecipazione dei fedeli.

La liturgia nella quale, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Gerardo Antonazzo D’Amata è divenuto presbitero, è stata resa ancor più suggestiva dai canti del Coro diretto dal maestro Giacomo Cellucci e dal servizio all’altare svolto da molti seminaristi. Immancabile la presenza della comunità del Pontificio Collegio Leoniano, dove D’Amata, fra gli studi e la preghiera, fra le crisi e le ritrovate speranze, ha percorso negli ultimi sette anni la strada verso il sacerdozio.

L’indole mariana dell’odierna solennità ha unificato dall’inizio alla fine l’intera cerimonia, offrendo una chiave di lettura preliminare e imprescindibile per interpretare e contestualizzare la celebrazione anche in riferimento al rito di Ordinazione, facendo scorgere negli eventi della salvezza evocati dall’occorrenza liturgica la possibilità che Dio offre all’umanità di comprendersi e realizzarsi all’interno di un progetto scandito dalla fiducia e dalla gratuità nella corrispondenza al suo volere di salvezza e felicità per ogni uomo, come per la Madre di Cristo. «In Maria» – ha esordito Antonazzo nella sua omelia – «Dio ha stabilito e realizzato il sogno più grande, ha suscitato in lei germogli di obbedienza alla sua parola di verità, incontrando un assenso libero e accogliente della sua oceanica opera di redenzione dell’umanità: un sì umile, genuino e puro, destinato poi a crescere insieme con quello di Cristo e a compiersi per lui sulla croce, per lei ai suoi piedi».

Poi, il Pastore diocesano rivolgendosi a Florin ha detto: «anche su di te si realizza il sogno di Dio, che nel tuo “sì” continuerà ad amare l’umanità, a donarsi nell’Eucaristia, a permanere nel Corpo mistico della Chiesa»; e ha terminato: «per quanto creative e generose, non saranno le tue forze a sostenere il tuo sì, ma la potenza dello Spirito, l’irrevocabile fedeltà di Dio alle sue promesse».

Dalla Liturgia della Parola al rito di Ordinazione è risuonato l’“Eccomi” grato e appassionato di don Florin, espressione della sua libera disponibilità e generosa apertura al mistero di Dio, entro la trama della vita, fra le fatiche e le gioie.

La liturgia dell’Ordinazione è proseguita con i riti esplicativi, ovvero la vestizione degli abiti sacerdotali e la consegna del pane e del vino, con la quale Florin ha ricevuto l’esortazione a imitare ciò che celebrerà e conformare la sua vita al mistero della croce di Cristo. Florin ha celebrato il resto del rito per la prima volta, da sacerdote, portando nei doni la fame e sete di speranza degli uomini che sarà chiamato a servire con cuore di carne. A concludere la Messa l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore immacolato di Maria, che il Vescovo ha pronunciato in comunione col Papa e l’episcopato mondiale.

Andrea Pantone