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Pace e Solidarietà

Il Vescovo Antonazzo incontra gli studenti dell’ITIS Majorana di Cassino

 

L’Istituto Tecnico Industriale “Ettore Majorana” di Cassino ha accolto presso la sede del biennio il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo per incontrare gli alunni, giovedì 31 marzo alle 11. L’avvicinarsi della Pasqua e la situazione internazionale in cui predomina la guerra Russo-Ucraina ha suggerito di soffermarsi a riflettere su due parole fondamentali che in questi giorni risuonano continuamente: la pace e la solidarietà. E infatti, quando il Vescovo Gerardo è giunto nell’aula dove erano schierati tutti i rappresentanti di classe e di Istituto nonché i ragazzi diversamente abili che frequentano l’Istituto (mentre tutte le classi seguivano la manifestazione nelle rispettive aule mediante collegamento on line), i due temi troneggiavano sullo schermo, a caratteri cubitali e colorati: Pace e Solidarietà, temi molto sentiti dagli studenti. In verità anche sul tavolo c’era qualcosa che troneggiava: un simpatico omaggio per l’ospite, una maglietta dell’ITIS con il nome Gerardo, quasi un invito a far parte di quella grande comunità scolastica. Il Dirigente scolastico, Dott. Pasquale Merino, che aveva accolto al suo arrivo il Vescovo, insieme agli insegnanti di Religione prof. Vennitti e prof. Calao, ha dato il benvenuto all’ospite e introdotto i lavori.

Quando il Vescovo ha iniziato a parlare ai ragazzi che, attenti e partecipi seguivano la conversazione, ha ricordato quando, anni fa, Papa Francesco già parlava di “Terza guerra mondiale a pezzettini”, per le tante guerre che già c’erano nel mondo, ed oggi la guerra è venuta in Europa e minaccia tutti. Gli studiosi dicono che la terza guerra mondiale, se ci sarà, sarà anche l’ultima guerra, l’umanità sarà distrutta e dovrà ricominciare da capo una nuova storia. Il processo di civiltà e progresso in un attimo può essere distrutto. Quanta responsabilità, dunque, abbiamo tutti noi nei confronti del dovere di costruire la pace! Il Vescovo ha affermato con forza: la guerra è sempre una scelta deprecabile e inaccettabile. È la democrazia, con il dialogo e la diplomazia, che deve guidare le trattative, per capire gli uni i torti e le ragioni degli altri e con un confronto dialogico venire a capo di una questione. Anche nella vita individuale può sorgere una lite, ma bisogna cercare di capire le ragioni anche dell’altro e arrivare ad una conciliazione. Un grande vescovo suo maestro, Don Tonino Bello, diceva che bisognerebbe istituire “l’Onu dei poveri”, perché i trattati internazionali generalmente difendono i diritti dei più ricchi e prima o poi vengono traditi perché ognuno vuol far prevalere i propri interessi. E lui diceva ai ragazzi che dovevano fin da piccoli imparare a rispettarsi, perché così un domani anche le nazioni avrebbero saputo rispettarsi. Il problema fondamentale è se vogliamo rimanere umani o “homo homini lupus”. Non siamo più umani se c’è la legge del branco, secondo cui sopravvive soltanto chi riesce ad azzannare di più. Non è questione se essere cristiani o no, questo può essere un valore aggiunto, si tratta di essere umani, di umanesimo. Siamo esseri dotati di razionalità, se non la usiamo ci disumanizziamo. La pace è un processo di stile, di qualità, un processo educativo. È questo il messaggio che voglio affidarvi oggi, da padre, amico, da uno di casa vostra – ha detto – dovete cominciare ora: di fronte alle sfide di ogni giorno avete la possibilità di scegliere se pensare in un modo o nell’altro, agire in un modo o nell’altro. Cercate di imparare a conoscere l’altro per poterlo apprezzare, apprezzate le diversità, perché se fossimo tutti uguali, sarebbe omologazione, sottomissione, invece le diversità integrate sono una ricchezza. Don Tonino Bello parlava di “convivialità delle differenze”. Domani, ragazzi, sarete voi protagonisti della società.

Al termine del suo intervento, un grande applauso degli studenti ha accolto le parole del vescovo e subito sono cominciate le domande, a cui si erano preparati con l’aiuto del prof Carello gli studenti del biennio e della prof.ssa Martino gli studenti del triennio. E si sono toccati altri argomenti, a cui Antonazzo ha dato risposte, sull’integrazione, i nazionalismi, l’intolleranza, le relazioni umane, basate appunto sulle differenze che si incontrano e non sulla sottomissione; ma anche sull’azione di Dio, perché punisce, perché non interviene in aiuto dell’uomo e a questo il Vescovo ha risposto ricordando che Dio è Creatore e Padre e ci ha dato la libertà, siamo noi a fare le scelte di vita, aspettarsi o chiedere che Dio faccia al posto nostro è un atteggiamento pagano, Dio ci aiuta a capire come vivere una sofferenza, un momento difficile; ci aiuta ad affrontare e risolvere i problemi, non li risolve lui, ci insegna e dà la forza per fare pace, riconciliarsi. La pace non è soltanto assenza di guerra ma il ricostruire rapporti diversi, nuovi. La scuola non è soltanto istruzione, la bellezza dell’andare a scuola è vivere la bellezza di crescere nelle relazioni buone, costruttive, positive e formative nell’ambiente scolastico.

Ad ogni risposta un nuovo applauso scrosciante, in un’atmosfera di grande e fervida partecipazione. Il Vescovo, che ha mostrato un ramo di ulivo, simbolo di pace, cesellato in metallo dai detenuti di Cassino nel laboratorio messo su per loro dalla Diocesi, ha poi ringraziato i ragazzi dicendo di aver ricevuto tantissimo da loro. E l’entusiasmo è andato alle stelle. E la maglietta? Sicuramente la prossima volta il Vescovo la indosserà.

Adriana Letta