La referente per il Lazio del Servizio Tutela minori della Cei, dott.ssa Lugli, incontra gli operatori pastorali
Un importante incontro di aggiornamento per tutti gli operatori pastorali si è avuto martedì 5 aprile pomeriggio nella Sala degli Abati presso la Curia vescovile a Cassino (nella mattinata si era svolto presso la Parrocchia S. Carlo ad Isola del Liri) su un tema complesso, delicato e attuale: “La tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa”. Erano presenti religiose, catechisti, responsabili della liturgia e dei ministranti, educatori di AC, capi scout, proprio come aveva raccomandato il Vicario generale Mons. Alessandro Recchia nella lettera di invito.
In apertura dei lavori, il Vescovo Gerardo Antonazzo ha guidato la preghiera iniziale scritta per la Giornata Nazionale di preghiera per le vittime di abusi del 18 novembre 2021, poi ha presentato, ringraziandola, la relatrice, dott.ssa Vittoria Lugli, referente per la Diocesi di Roma e coordinatrice regionale per il Lazio del Servizio Tutela minori. La dottoressa, psicologa e psicoterapeuta, ha iniziato con lo spiegare la struttura e gli obiettivi del Servizio nazionale e regionale per la Tutela dei minori, istituito dalla Cei. Il Servizio deve monitorare e portare avanti iniziative di prevenzione e formazione permanente di seminaristi e sacerdoti; far crescere la coscienza e la sensibilità in tutte le realtà pastorali riguardo alla tutela dei minori; se richiesto dal Vescovo diocesano, accogliere e trattare le segnalazioni di abusi sessuali in ambito ecclesiale; non si sostituisce alla magistratura ma lavora in sinergia con le istituzioni civili. La Lugli ha parlato delle false accuse, che ledono gravemente l’onorabilità della persona accusata, che ha tutto il diritto di vedere tutelata e ripristinata la sua buona fama. È poi passata al problema degli abusi, nell’ambito dei quali c’è sempre un abuso di potere, e all’atteggiamento della Chiesa al riguardo, in cui c’è una minoranza virtuosa che si comporta bene, una minoranza scandalosa che commette abusi, ma la maggioranza è mediocre, non sa o non vuole sapere. Perciò ha raccomandato di essere vigili, tenere gli occhi aperti per individuare comportamenti e atteggiamenti che possano rivelare situazioni di minori da tutelare per prevenire abusi di ogni tipo. Ha poi fornito numeri sugli abusi, pubblicati dall’Organizzazione mondiale della salute, facendo notare che nel 2018 si è registrato un aumento di casi del 18%, 5000 casi in un anno. Ha poi esaminato chi commette abusi: insegnanti, allenatori, preti e religiosi (4-7%), familiari (60%) e cyber spazio, e le caratteristiche, quasi i segni distintivi dell’abusatore e i suoi disturbi psichici. Importante è formarsi per prevenire, per capire con una chiave scientifica la catena degli eventi che porta al “disastro”, perché ciò aiuta a ridurre il rischio e ad attuare le giuste contromisure. Sulla base degli studi e dell’esperienza, la dott.ssa Lugli ha illustrato le caratteristiche dell’abuso, che riguarda la persona nella sua interezza, quali sono i minori a rischio e quali le vittime secondarie e terziarie (le persone vicine all’abusatore, la comunità della chiesa, la famiglia della vittima, il prete come rappresentante di Cristo), ricordando che spesso la vittima si sente responsabile della sofferenza della famiglia. È passata poi a chiarire cosa può fare la Chiesa, che deve essere trasparente ed essere il luogo della guarigione delle vittime, come queste vanno accolte e accompagnate in un percorso di guarigione con obiettivi terapeutici. Importante è seguire le linee-guida della Cei, esposte in alcune pubblicazioni apposite, nei riguardi delle vittime e per la ricezione di segnalazioni.
Molto interessante è stata anche la trattazione riguardo al cervello e ai traumi. Infatti, con grande competenza, ha spiegato la plasticità del cervello che, in seguito ad un trauma si modifica, però lo si può “riscrivere” e riportare ad una situazione migliore. È la psicologia che può aiutare a gestire le emozioni anche senza psicofarmaci, insegnando nuove abitudini emotive e comportamentali. Molte situazioni possono influire negativamente, un contesto patologico, una famiglia adolescente o abusante. Altra piaga è la pornografia online che crea dipendenza sessuale online. Attualmente, nel post-covid, c’è anche il disturbo post traumatico da stress mediatico, con aumento di patologie psichiatriche che impattano sull’empatia e la socialità.
Non sono mancate le domande e gli interventi del pubblico di fronte a tematiche tanto complesse e delicate. Al termine il Vescovo Gerardo ha sottolineato che occorrono anche buone prassi per prevenire ogni tipo di abuso che può contaminare il processo educativo e una “psicologia della speranza”. È importante che nelle parrocchie ci siano esperienze di fede, di spiritualità intensa e belle esperienze rigeneranti per i ragazzi. L’esperienza di Dio è sempre un’esperienza di guarigione, anche il sacramento della confessione è di guarigione.
Adriana Letta