Flavio Insinna presenta il suo libro “Il gatto del Papa” a Cassino
Una serata piacevolissima, domenica 29, interessante, briosa, piena di battute e risate ma di una profondità incredibile, in cui a prevalere su tutto è stata l’umanità, che accomuna tutti, a prescindere dal credo religioso, dallo stato sociale, dalla cultura… perché in fondo, il segreto per essere umani è semplice e viene dal cuore. Questo è stato il vero regalo della presenza a Cassino del noto attore e conduttore televisivo Flavio Insinna che, dopo aver visitato una delle case-famiglia della Cooperativa I Naviganti Onlus, è giunto nella chiesa di S. Antonio per presentare il suo libro “Il gatto del Papa – Una piccola favola senza tempo” edito da Rai Libri.
Sono intervenuti il Sindaco di Cassino Enzo Salera, Marino Fardelli, Difensore Civico della Regione e Coordinatore nazionale dei Difensori civici, Simona Di Mambro de I Naviganti Onlus, Marina Marra, Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino. A moderare l’evento la giornalista Angela Nicoletti. Il libro è dedicato a Emergency, a cui vanno i proventi dell’autore derivanti dalla vendita del volume. È una favola, “una piccola favola senza tempo”, di quelle che piacciono ai bambini che hanno la capacità di “fiutare” con sicurezza ciò che è vero e valido, e piacciono anche ai grandi, che ritrovano nella semplicità la verità della vita. I protagonisti sono due: un gatto nero e il Papa, sullo sfondo c’è Roma, in un tempo indeterminato e perciò sempre attuale, come si addice alla Città eterna. Il gatto entra nell’alloggio del Papa e inizia a dialogare con lui, pone domande, considerazioni e dubbi, dà risposte spiazzanti che spingono il suo “compagno notturno” a fare una revisione del proprio modo di vivere, dei propri valori e doveri. Una vera lezione di umanità, che spinge colui che è il “pastore di anime” a rimettere al centro del suo operato principi come la fratellanza, la tolleranza, la condivisione, la pace.
Su questi valori si sono soffermati anche i relatori: la dott.ssa Marra, citando alcuni passaggi del libro, ha sottolineato come anche il lavoro del magistrato deve basarsi sull’ascolto della persona, senza fermarsi per paura di fallire e ha ricordato che l’amore non è neutrale, ma sceglie sempre da che parte stare. Simona Di Mambro, che gestisce e ha fatto visitare a Insinna una delle case-famiglia istituite su beni confiscati alla mafia, ha detto che gli educatori usano le favole per far capire ai bambini la realtà di fuori, proprio come il gatto fa al Papa. Un intervento particolarmente forte è stato quello di Simmaco, amico di Insinna, che gestisce a Magliano di Sessa Aurunca una fattoria, favola della speranza, la fattoria “Al di là dei sogni” (come era scritto sulla maglietta indossata da Insinna). Non è un caso, ha detto Simmaco, che il gatto del libro sia nero… e bussa alle nostre coscienze: fa capire l’importanza di stare nella sofferenza con gli altri. Sicuramente lo faranno sindaco delle case confiscate, ha commentato Insinna, il quale poi ha dichiarato perfetta la costruzione della giornata: l’incontro con quell’uragano che è Angela Nicoletti, la Casa-famiglia, la compagnia di rappresentanti di Rai Libri e di alcune persone che lavorano con lui in Rai per “L’eredità”, con le quali davvero sono come una famiglia. D’altronde lui che da anni è amico della Comunità di S. Egidio, ha fatto suo lo slogan “Aggiungi un posto a tavola”. La Chiesa è così: aperta e accogliente. Perché la serie tv “Don Matteo” va avanti con successo da tanti anni? Perché è il mondo che tutti vorremmo. Perciò si dovrebbe far somigliare a Don Matteo la vita vera, facendo ognuno un pezzetto, nell’ordinario di ogni giorno, anche quando le luci si spengono. D’altronde verrà la sera e saremo giudicati sull’amore. Alla fine di ogni mese, quando prendiamo lo stipendio chiediamoci: me lo sono guadagnato? Ha poi svelato che l’idea del gatto nero in Vaticano gli è venuta una notte vedendo in piazza S. Pietro appunto un grosso gatto nero, immobile e l’immaginazione l’ha portato alla finestra del Papa. Si era appuntata quella idea, tornando a casa. Così pure Fortunella, a cui il libro è dedicato, è una gatta trovata sola una notte e che ora vive con lui. Bisogna amare gli animali. Non bisogna avere paura dell’altro, né uomo né animale, non bisogna alzare muri. La pace è: nessuno spara a nessuno. Bisogna cominciare educando i bambini non alla competizione, ad essere migliori degli altri, ma a diventare la persona migliore di sé stessi. La vita spesso è un inferno: o ci arrendiamo o cerchiamo di uscirne e vedere quello che inferno non è e aiutarlo a crescere. Una volta il Papa usò la parola “maternalità”: è poco conosciuta ma esiste, è una prerogativa solo dell’essere femminile anche se non è madre, significa occuparsi del benessere di un altro. Perciò io vorrei il mondo tutto rosa, perché sono gli uomini che fanno la guerra, sono violenti. Anche nella favoletta, l’essere più accogliente è la gatta Vittoria.
Presentandosi con grande naturalezza e amichevolezza, con la sua verve ironica e spiritosa, l’Autore ha fatto continuamente ridere e sorridere il folto pubblico che pendeva dalle sue labbra e alla fine ha applaudito calorosamente, ma davvero le sue parole hanno inciso in profondità così come la levità della narrazione del libro è l’aria pura che entra in un ambiente chiuso e maleodorante, e lo rinfresca e lo riempie di profumo e di vita: tutti capiscono che fa bene al corpo, alla mente e all’anima e si sentono sollevati. Grazie di cuore Flavio Insinna! Sì, ti assicuriamo, se incontreremo un gatto lo ascolteremo!
Adriana Letta