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Omelia per la celebrazione penitenziale di ringraziamento alla Madonna Assunta (Cassino-Chiesa Concattedrale, 9 luglio 2022)

CON MARIA, DISCEPOLI E FRATELLI

Omelia per la celebrazione penitenziale di ringraziamento alla Madonna Assunta
Cassino-Chiesa Concattedrale, 9 luglio 2022

 

“Notte, tenebra e nebbia, fuggite, entra la luce, viene Cristo Signore” (Inno delle Lodi). Così canta la Chiesa nella preghiera di lode per l’inizio di ogni nuovo giorno. Con la prima luce dell’alba si irradia sul mondo il calore della consolazione divina. La luce porta con sé i raggi della gioia, del nuovo inizio, della speranza di qualcosa che può ricominciare. La venuta di Cristo ogni giorno, come “sole che sorge”, è motivo di consolazione che ridona nuova vita e vigore alle notti delle nostre delusioni, sconfitte, amarezze, rassegnazioni.

Nella Sacra Scrittura sono rappresentati come consolazione di Dio gli eventi con i quali il Misericordioso si china pietoso sul suo popolo, che soffre per l’oppressione o per l’esilio: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido … Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto” (cfr. Es 3). Anche quando il popolo eletto vivrà la tragedia dell’esilio babilonese Dio, contro ogni speranza umana, annuncia il suo intervento a favore di Israele: “Consolate, consolate il mio popolo … Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta” (cfr. Is 40). La pienezza della consolazione è Cristo inviato dal Padre “a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore (Is 61,1-3.10-11).

Nella preghiera liturgica di questo giorno molto speciale proclamiamo che “quando venne la pienezza dei tempi” per mezzo della Vergine Maria da Dio “fu mandato al mondo il consolatore” Gesù Cristo (Colletta). Per tale ragione, la beata Vergine Maria viene giustamente chiamata e venerata dal popolo fedele di Dio come “Madre della consolazione” o “Consolatrice degli afflitti” (Litanie lauretane). Maria, dopo la dura prova della crocifissione ingiustamente subita dal Figlio, essendo stata accanto al Cristo che pativa in croce e avendo sofferto crudelissimi dolori, è stata consolata con la risurrezione di Gesù. Maria ha sperimentato la fondatezza della beatitudine predicata da suo Figlio per coloro che piangono: senza disperarsi nel tempo delle lacrime e della prova, ha sempre confidato nella consolazione promessa (Mt 5, 5). La comunità di Cassino e le sue istituzioni non vogliono dimenticare la consolazione ricevuta da Dio con la quale ha saputo ritrovare energia spirituale e coesione sociale per risollevarsi dalle sue tragedia di ogni genere. L’intercessione benevola e materna della Madonna Assunta è stata sperimentata tante volte nelle difficili vicende storiche che hanno riguardato la nostra Città. Oggi, come ogni anno, celebriamo la gratitudine verso il Signore, grazie a Colei che sempre è stata sollecita nella sua maternità a speciale protezione sulla nostra Città.

E se oggi parliamo anche di liturgia penitenziale, è perché ci riconosciamo sempre non meritevoli dell’amore di Maria. Nei suoi confronti, contrariamente al suo amore, ci dimostriamo fragili e peccatori, indegni e ingrati rispetto alla sua consolazione prodigiosa. La celebrazione eucaristica alla quale la Città partecipa all’alba di questo giorno speciale, desidera svegliare l’aurora della nostra gratitudine ma anche della supplica orante con la quale chiedere al Signore di renderci più meritevoli della protezione della Madonna Assunta ancora oggi, perciò più riconoscenti e amabili verso di Lei. Chiediamoci allora: che cosa Lei si aspetta da noi? Sia la Vergine Maria a parlare alla vita di ognuno e dell’intera Città. Alla scuola dei Vangeli e della genuina devozione popolare, Maria chiede alla Città dei credenti due progressi nella sua storica devozione mariana: un progresso spirituale, nel vivere meglio come discepoli di Cristo; e un progresso più a carattere sociale, nel vivere meglio la genuina fraternità evangelica.

L’auspicato progresso spirituale impegna nel nostro vivere come suoi figli, a Lei affidati da Gesù morente sulla Croce con le parole “Donna ecco tuo figlio”, al fine di diventare, sul suo esempio, discepoli autentici del suo Figlio. Essere innanzitutto meritevoli di godere della consolazione e protezione materna di Maria significa riconoscerla come madre dell’unigenito figlio di Dio: dalla croce, Gesù l’affida anche come nostra madre per imparare a vivere come discepoli del suo Figlio. Sant’Agostino dichiara che Maria diviene madre per un dono soprannaturale di Dio, ma impara a vivere come discepola del suo Figlio grazie alla peregrinazione della sua fede.

Il progresso più a carattere sociale riguarda il nostro vivere come fratelli e sorelle, per costruire grazie alla parola del suo Figlio Gesù un’autentica fraternità che abbia il profumo di Chiesa sinodale nella comunione e non il tanfo di una sagrestia chiusa o riservata a pochi, il profumo di “Città aperta” a misura di famiglia, con i caratteri di un’amicizia sociale inclusiva, animata dalla solidarietà, dall’ascolto, dall’accoglienza, dal dialogo, da gesti di riconciliazione con la forza terapeutica di guarire ferite e sempre rimarginare divisioni. La costruzione della fraternità ci rende meritevoli di essere cittadini della Città della Pace non solo per motivi anagrafici, ma perché costruttori di una Città dell’incontro. Maria dona al mondo l’autore e il principe della Pace, Cristo, Colui che è riconciliazione degli uomini con Dio, e degli uomini tra loro. Solo così, la Città della Pace potrà coltivare con orgoglio spirituale e con onore civico la devozione per la Vergine Maria, Assunta in cielo, Regina della pace in terra.

 

                                                                                  + Gerardo Antonazzo

 

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