Diocesi Sora Cassino Aquino Pontecorvo
Isola Liri

Come San Benedetto, ogni cristiano nulla anteponga all’amore di Cristo

Il vescovo Antonazzo nella festa del santo abate patrono d’Europa ad Arpino, nella comunità di Sant’Andrea Apostolo: festa insieme alle monache benedettine dell’omonimo archicenobio

 

L’educazione all’ascolto autentico; la capacità di tradurre il Vangelo in una forma di vita concreta e innovativa, in grado di incidere sulla cultura del suo tempo; il coraggio di investire tutto sull’amore di Dio, senza compromessi e mezze misure. Sono le tre fondamentali consegne della vita e dell’opera di San Benedetto da Norcia, che il vescovo Gerardo Antonazzo ha richiamato celebrando l’Eucarestia lunedì 11 luglio, festa del Santo abate patrono d’Europa, nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Arpino, che sorge accanto all’omonimo monastero di clausura delle benedettine. Nell’omelia della celebrazione il vescovo, commentando i testi della Liturgia della Parola, ha messo in luce l’attualità del messaggio del patriarca del monachesimo occidentale, «uomo forgiato interiormente dall’ascolto assiduo e attento della Parola di Dio», evidenziando la sua capacità, sorta da quell’esercizio di ascolto, «di tradurre il Vangelo in una efficacissima Regola per la vita dei suoi monasteri che irradiarono l’ora et labora in tutta Europa, costituendo di fatto l’architrave dell’identità spirituale, culturale e sociale del vecchio continente». Monsignor Antonazzo si è quindi soffermato in particolare sul “non anteporre nulla all’amore di Cristo” come sintesi della santità di Benedetto e concreta attuazione dell’invito del Signore Gesù a dare a Lui e alla sua Parola la priorità su ogni altra cosa nella vita, come richiamato dal brano del Vangelo di Matteo proclamato nella liturgia della festa. A tal proposito, il vescovo ha sottolineato che «anche nella Chiesa, dai sacerdoti, ai religiosi, ai laici, c’è sempre il rischio di rimanere dipendenti da tanti legami e beni, anche immateriali, nonostante la teorica volontà di appartenere al Signore». Da qui la sua conclusione: «San Benedetto ci insegna ad investire tutto sull’amore di Dio, senza aspettarci di riavere tutto indietro, magari con gli interessi: se mettiamo Cristo al primo posto, non perderemo mai nulla e anzi guadagneremo il centuplo!».

La festa liturgica di San Benedetto ha rinnovato l’antichissimo legame tra il patrono d’Europa e la città di Arpino, testimoniato dall’archicenobio di Sant’Andrea Apostolo, che secondo una tradizione, intrecciata alla leggenda, sarebbe stato fondato da Santa Scolastica, sorella di San Benedetto. Soprattutto, la spiritualità benedettina continua a vivere da secoli grazie alla comunità femminile di clausura, da decenni guidata dall’abadessa Madre Maria Cristina Pirro. Sono state proprio le monache ad animare i canti della liturgia della festa. Con il vescovo hanno concelebrato Padre Daniel Ezquerra, parroco di Sant’Andrea-San Vito, e Don Florin D’Amata, cerimoniere vescovile, mentre ha servito all’altare il diacono permanente Mario Germani.

                                                                                                                                 Augusto Cinelli

 

Foto di Gianna Reale

 

Ai link che seguono il videomessaggio del Vescovo per la pace e la registrazione della Messa:

https://fb.watch/ecdHL0ov4p/

https://www.facebook.com/1142732319105452/videos/1097051217562635/?sfnsn=scwspmo