Cominciato il Seminario teologico-pastorale “Buone pratiche sinodali”. Venerdì scorso il primo appuntamento, dedicato alla famiglia, ha avuto come ospite relatore l’Arcivescovo-Prelato di Loreto, Fabio dal Cin
Si è aperto all’insegna della famiglia il primo dei tre appuntamenti del Seminario teologico-pastorale diocesano 2023 “Buone pratiche sinodali”. Venerdì scorso, 10 febbraio, presso la Chiesa San Carlo di Isola Del Liri, gremita era l’assemblea composta di sacerdoti, fedeli laici ed operatori pastorali presente al convegno che ha ospitato il relatore Fabio Dal Cin, Arcivescovo-Prelato di Loreto. Una scelta, questa, che non ha lasciato al caso il vescovo Gerardo Antonazzo, il quale ha voluto affidare l’intervento “La famiglia da ‘villaggio’ a ‘Chiesa domestica’” a Dal Cin, scelto da papa Francesco per fare del Santuario della Santa Casa di Loreto luogo di riferimento prioritario nel progetto di evangelizzazione riguardante la pastorale familiare nel secondo anno del Cammino sinodale in Italia. Alla famiglia la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo dedica le sue risorse più importanti in modo programmatico e continuativo già da alcuni, sulla scorta della lettera pastorale di Antonazzo del 2021 “Famiglia, frontiera di essere Chiesa”, che prospettava il progetto di una “re-iniziazione cristiana della famiglia”. È ancora la famiglia il soggetto coinvolto nel quarto Cantiere specifico individuato dalla Chiesa locale di Sora valorizzato grazie al discernimento sinodale dell’esperienza dello scorso anno.
“La centralità della famiglia letta attraverso le sue sfumature e le sue implicanze”, secondo la sintetica presentazione rilasciata dal vescovo Antonazzo al momento dei saluti iniziali e dell’introduzione, è stata l’argomento affrontato dal convegno, moderato da suor Antonella Piccirilli, referente dell’Ufficio Pastorale per la Famiglia della Conferenza episcopale italiana. Brillante e coinvolgente quanto chiara dal punto di vista espositivo è stata la relazione di Dal Cin, ricca della concretezza proveniente dalla sua esperienza pastorale riguardo alla quotidianità della vita familiare e coniugale. Numerosi nel corso dell’intervento del Vescovo sono stati i riferimenti all’Esortazione apostolica post-sinodale di papa Francesco Amoris laetitia, del cui solo titolo il relatore si è servito per mettere subito in chiaro una verità apportatrice di speranza per le tante famiglie – non solo quelle cristiane – che spesso vivono alla periferia della comunità cristiana: «La famiglia, prima di essere un problema, è una risorsa». Da questo presupposto Dal Cin ha mostrato che partire dalla famiglia è lo snodo cruciale per “camminare (davvero) insieme” come Chiesa ed ha passato in rassegna il suo posto nel progetto naturale e soprannaturale di Dio, la novità inscritta nella relazione sposo-sposa dal sacramento del matrimonio e il valore della “Chiesa domestica” come primo luogo di evangelizzazione.
«Il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium» – ha fatto centro Dal Cin – «ha riportato la famiglia dal “villaggio”, dalla “periferia”, al cuore della Chiesa, recuperando l’espressione patristica “Chiesa domestica” e accostandola alla famiglia. L’accostamento, però» – ha osservato il relatore riferendosi all’originale latino del testo – «rileva tutto il margine di incompletezza fra la famiglia e la Chiesa, comunità di battezzati: essa infatti è quasi (= velut) Chiesa domestica (= Ecclesia domestica). Ha dichiarato Dal Cin dissipando quindi ogni dubbio che «la famiglia non può pensarsi sola come Chiesa, perché per essere Chiesa ha bisogno di edificarsi sui suoi sacramenti, ha bisogno di essere sostenuta ed accompagnata dai suoi ministri». D’altro canto, ciò non implica, tuttavia, che l’evangelizzazione passi solo attraverso i preti: i sacramenti del matrimonio e dell’ordine sono entrambi deputati alla costruzione della Chiesa, all’edificazione del Popolo di Dio, alla salvezza altrui. «La famiglia» – chiosa Dal Cin – «è il paradigma di ogni esperienza ecclesiale, anche dell’eremita. Se vuoi essere Chiesa, devi fare famiglia». Suggestivo è stato un altro passaggio: nel matrimonio, gli sposi «divenuti una sola carne in Cristo, danno insieme il volto concreto dell’amore che Gesù ha per l’umanità», esprimendolo nella vita coniugale e familiare attraverso una “reciprocità delle differenze”.
Andrea Pantone