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L’Esercito visita la Caritas

Cassino, il Comandante dell’80° Reggimento Addestramento Volontari “Roma” e suoi collaboratori in visita alla Mensa Caritas

Che ci fa l’esercito nella mensa della Caritas? Forse questa domanda se la sono posta i passanti che verso l’ora di pranzo si trovavano in piazza S. Benedetto a Cassino, nei pressi della chiesa concattedrale, e ancor più gli ospiti della mensa, che entrando sono rimasti lì per lì un po’ interdetti… Niente paura, i visi e gli atteggiamenti assolutamente amichevoli dei militari garantivano chiunque che non era successo niente di male, non c’era bisogno di allarmarsi, anzi: era un incontro di amicizia e di collaborazione. Lo si è visto subito dai saluti cordiali ed affettuosi quando il Comandante dell’80° Reggimento Addestramento Volontari “Roma” di stanza a Cassino Valerio Lancia, con i suoi collaboratori, ha incontrato la direttrice Rosaria Lauro e gli operatori e volontari Caritas.

Il motivo della visita era far conoscere da vicino ai militari la realtà della Mensa Caritas che soccorre e va incontro a tutte le persone che vivono qualche disagio o fragilità ed hanno bisogno di aiuto. La Caserma, infatti, da tempo ha stretto rapporti di collaborazione con la Caritas, a cui consegna gli alimenti che avanzano dalla mensa militare, che nutre quotidianamente centinaia di persone: è un efficace e virtuoso modo di evitare lo spreco di cibo e al tempo stesso un concreto e sostanziale aiuto in tempo reale a quanti sono nel bisogno. La Lauro ha fatto gli onori di casa e quando la porta si è aperta, sono stati lasciati entrare prima gli ospiti abituali e poi i militari. Questi, già prima di entrare avevano fortemente apprezzato la collocazione, ben visibile – in centro, in una piazza! – della mensa, poi con soddisfazione hanno visto e osservato con quanta pulizia e impeccabile ordine era preparata la sala con le tavole apparecchiate, la cucina e soprattutto è piaciuta loro l’accoglienza calda e familiare riservata a tutti, il sorriso e la prontezza di operatori e volontari. Tutto ciò creava un clima umano, gioioso, caldo di affetti, ricco di premure per tutti. La direttrice ha illustrato ai militari ospiti, che ascoltavano con interesse ed empatica attenzione, il funzionamento della mensa e di tutto l’apparato Caritas che in effetti ha ormai, in tanti di lavoro e di presenza sul territorio, una rete ampia, efficiente, previdente e pronta ad intervenire nei più svariati ambiti. Ha mostrato come non si tratta solo di “dare da mangiare”, ma è importante l’accoglienza fraterna – fatta di ascolto, comprensione, sorriso e rispetto per ogni persona – e l’accompagnamento a tutto campo nei confronti di chi, per i più svariati motivi, si trova in difficoltà. Non ci si ferma mai al già fatto e sperimentato, si continua ad innovare, ampliare e specializzare gli interventi sul territorio. Alla base di tutto è il Centro di Ascolto, Osservatorio delle povertà e delle risorse, che grazie alle operatrici specializzate, ai ragazzi/e in Servizio civile e ai volontari, è in grado anche di fare una “lettura” del territorio reale, aggiornata e approfondita, e quindi di porgere aiuto in modo mirato e giusto, sostenendo un percorso di crescita o di rinascita di ogni persona e anche in grado di suggerire e sostenere iniziative di enti pubblici. Si fa parte del Centro anti-usura, per frenare un fenomeno dilagante e pericoloso. Tutto è informatizzato, in linea con Caritas Italiana, con cui la collaborazione è da sempre pronta ed attenta. A Cassino, ha detto la Lauro, ci sono tre città nella città: l’Università, la Caserma e il Carcere, tre luoghi che ospitano moltissime persone, tra le quali possono esserci situazioni anche forti di disagio: ebbene, un Centro di Ascolto lo abbiamo messo nel carcere, uno in università, ora si potrebbe pensare alla Caserma.

Dopo il pranzo degli ospiti, che abitualmente sono in media una trentina al giorno, ma raggiungono anche i 40-45, senza contare i pasti e gli alimenti portati a casa, ripreparate le tavole, è stato offerto ai militari un aperitivo e poi il pranzo, consumato insieme ai volontari e operatori Caritas in uno spirito davvero fraterno. Un incontro proficuo, dunque, che fa ben sperare, perché con persone così, in ruoli diversi ma capaci di convergere verso obiettivi comuni di pace e di progresso, il futuro sembra davvero meno minaccioso di quanto spesso appaia.

Adriana Letta