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Giovedì Santo in carcere

Il Vescovo celebra nella Casa Circondariale di Cassino la “Cena del Signore” con la lavanda dei piedi

Dopo la festa del Sacerdozio della Messa Crismale, il Vescovo Gerardo Antonazzo ha voluto, il giorno dopo, Giovedì Santo, mantenere la tradizione – d’accordo con il nuovo Cappellano Don Fortunato Tamburrini e con la Caritas che non ha mai abbandonato la pastorale carceraria – di recarsi presso i detenuti nella Casa Circondariale di Cassino, per celebrare con loro la Messa “in coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. La partecipazione era aperta a coloro che desideravano esserci ed infatti un certo numero di ospiti della struttura carceraria si è recato nella cappella e cinque di loro erano disposti a farsi lavare i piedi come gli apostoli. Era presente anche il Direttore dr. Francesco Cocco e una parte del personale, oltre alla Direttrice della Caritas Cassino M. Rosaria Lauro e ad operatori e volontari in Servizio civile della Caritas.

Nell’omelia il Vescovo, adeguandosi al numero contenuto di persone presenti, ha parlato stabilendo subito un tono familiare, intimo e semplice ma profondo. Commentando la pagina del Vangelo di Giovanni (13, 1-15), ha spiegato il gesto di Gesù che, tolto il mantello e cinto un asciugamano, cioè rinunciando al suo essere Dio e facendosi servo, si mette a lavare i piedi agli apostoli, a tutti, anche a Giuda, gesto che riconosce la dignità di tutti e poi chiede: «Capite quello che ho fatto per voi?», perché certamente non avevano capito. E aggiunge: «Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Anch’io, ha proseguito il Vescovo, ho compiuto il gesto di Gesù, ma in realtà è Lui che lo ha fatto a voi attraverso me, perché è come per l’Eucaristia: le parole le pronuncia il sacerdote, ma è lo Spirito di Dio che trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Questo è un grande dono di Gesù, il Sacerdozio, ma anche a voi e a tutti Gesù chiede di imitare il suo esempio, e imparare a fare qualcosa di bene per gli altri, per farli star bene. Come riceviamo da Lui, così facciamo agli altri. Considerando – ha proseguito il Vescovo Gerardo – che non eravate 12 come gli apostoli ma solo cinque, ho pensato che era un bene, così potete continuare voi il gesto di Gesù verso gli altri.

C’era grande attenzione nella cappella e tutti ascoltavano quelle parole incoraggianti e stimolanti, e la lavanda dei piedi che è seguita, in cui il Vescovo, aiutato da Don Fortunato, ha lavato, asciugato e baciato il piede ai cinque detenuti, è stata seguita in un silenzio carico di spirito.

Al termine della celebrazione, il Vescovo ha ringraziato il Direttore, gli agenti penitenziari presenti e i detenuti partecipanti. Subito dopo il Vescovo, con gli operatori Caritas che come sempre avevano preparato un omaggio augurale, ha percorso tutti i corridoi di tutti i reparti per consegnare nelle celle ad ogni detenuto un Messaggio di pace e di auguri pasquali insieme alla tradizionale dolce colomba.

Ultima visita, una volta usciti dal carcere, è stata perché la Caritas voleva mostrare al Vescovo le ultime novità della “casetta” di fronte alla Casa Circondariale, che solitamente ospita le famiglie dei reclusi in attesa del colloquio: la struttura è stata dotata di giochi per bambini, che possano dare un senso di casa e di festa ai tanti figli che vanno a trovare il papà in carcere.

Adriana Letta