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Pontificale di Pasqua 2023

Il Vescovo presiede nella Concattedrale di Cassino il Pontificale di Pasqua

 

Come da tradizione, anche quest’anno il Vescovo Gerardo Antonazzo ha voluto assicurare la sua presenza a Cassino, presiedendo la solenne celebrazione del Pontificale di Pasqua nella chiesa Concattedrale. L’addobbo della chiesa, con il Cero pasquale – benedetto la sera prima nella Veglia pasquale – posto in particolare risalto e con le splendide composizioni floreali, tutto parlava di festa e di solennità per la Pasqua del Signore. Presto la chiesa si è riempita di fedeli, che hanno seguito la celebrazione con intensa partecipazione. Dopo la processione di introito e l’incensazione dell’altare e del Cero, c’è stata l’aspersione con l’acqua, benedetta anch’essa nella Veglia pasquale: per questa, il Vescovo ha benedetto sé stesso, il concelebrante Don Emanuele Secondi, i ministranti e, scendendo dal presbiterio, ha percorso tutta la navata per aspergere l’intera assemblea.

Poi ha preso il via la liturgia della Parola, introdotta dalla “colletta” pronunciata dal vescovo: “O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo Figlio unigenito, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore, di rinascere nella luce della vita, rinnovati dal tuo Spirito”. La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, era la loro forte testimonianza sulla vita e la resurrezione di Gesù: Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. Dopo il Salmo 117 (Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo) e la seconda lettura “Cercate le cose di lassù, dove è Cristo”, dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési, è stata letta la Sequenza: “Morte e Vita si sono affrontate / in un prodigioso duello./ Il Signore della vita era morto;/ ma ora, vivo, trionfa”. Infine il Vangelo di Giovanni che racconta che Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro, allora andò a chiamare gli apostoli Pietro e Giovanni: questi corrono subito alla tomba e la trovano aperta e vuota, cosa mai udita. Ecco, ha commentato il Vescovo, è proprio come accade anche a noi: il giorno dopo la sepoltura, andiamo al cimitero a vedere, a sistemare, a pensare e pregare… Ma quello che essi vedono, la pietra rimossa, i teli posati e il sudario avvolto in un luogo a parte, li porta a capire che non avevano ancora compreso la Scrittura, e a credere che Gesù è Risorto. Le parole del Vescovo hanno aiutato molto i presenti alla riflessione e all’approfondimento del significato della Pasqua, la festa più importante dei cristiani.

Al termine della celebrazione, il parroco Don Emanuele ha ringraziato pubblicamente il Vescovo per la sua presenza e augurato a tutti una buona e santa Pasqua.

Adriana Letta