La celebrazione è avvenuta il 30 aprile presso la chiesa della Madonna della Libera. Don Danilo è il sedicesimo prete ordinato da Antonazzo. Dopo 75 anni gli aquinati vedono diventare sacerdote un loro concittadino
Un evento di popolo, straordinario e storico è stata l’Ordinazione presbiterale di Danilo Di Nardi. Dopo 75 anni, la comunità della Basilica-Concattedrale di Aquino ha abbracciato un suo nuovo sacerdote, una vocazione adulta. La cerimonia, che ha suscitato una partecipazione corale e una dimostrazione di gratitudine e affetto forte e sincera, è stata presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo domenica scorsa, 30 aprile, nella suggestiva austera e solenne scenografia della chiesa monumentale di Santa Maria della Libera, gremita di sacerdoti e fedeli. Il contesto che ha dominato il rito è stato la IV domenica di Pasqua, detta del “Buon Pastore” e dedicata alla preghiera mondiale per le vocazioni, l’immagine che l’ha limpidamente rappresentato è stata l’icona che il vescovo scelse per la sua prima visita pastorale alla nuova diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e che appunto Danilo ha voluto figurativamente rappresentasse l’inizio e il senso del suo ministero presbiterale.
Dopo tre generazioni, la comunità parrocchiale di Aquino ha assistito al rito, che è stato nel suo complesso una vera e propria inedita catechesi, carica di stupore e meraviglia.
Il rito di Ordinazione con cui Antonazzo ha consegnato alla diocesi il sedicesimo prete da lui ordinato nel corso del primo decennio di episcopato ha avuto avvio con la presentazione del candidato al sacerdozio; a pronunciarla è stato il garante e l’elemento di raccordo della formazione e del discernimento al sacerdozio di Danilo, don Emanuele Giannone, il rettore del Seminario Regionale di Anagni, dove l’oriundo aquinate ha studiato, vissuto e sperimentato le dinamiche della vita comunitaria: educazione, intelligenza e generosità sono state le caratteristiche da lui passate in rassegna nel profilo biografico e vocazionale tratteggiato; caratteristiche confermate, oltre che dell’attestazione fornita dai numerosi presenti, tra fedeli, sacerdoti, compagni di seminario, amici, familiari, anche, anche dal vescovo medesimo durante la sua omelia.
Antonazzo ha aperto la Parola della Liturgia odierna e condiviso i significati di cui è latrice, interpretandola alla luce delle esigenze e delle caratteristiche tipiche del ministero ordinato nell’ambito del quale la Chiesa diocesana è stata arricchita di un nuovo sacerdote. Sullo sfondo dell’intervento omiletico la pericope giovannea, che costituisce parte di un ampio discorso auto-rivelativo nel quale Gesù offre uno spaccato della sua identità nella similitudine con il pastore e la porta: egli è il pastore delle pecore e la porta del recinto delle pecore. A partire da essa il Vescovo ha suggerito attraverso la meditazione offerta a Danilo, ai sacerdoti e ai fedeli, tre elementi fulcrali nel pastore, il recinto e le pecore: il pastore custodisce e nutre la vita delle pecore, che il recinto protegge da qualunque estraneo interesse, e le pecore riconoscono la voce del “buon pastore”, che le chiama ciascuna per nome. Di qui, due importanti ammonimenti: “vietato scavalcare”, perché il sacerdozio non è un “ascensore sociale”; il prete “passa” invece attraverso Cristo, ri-configura la propria vita al Pastore, che è anche “porta” del recinto. Ed ecco il secondo ammonimento: “prima di attraversare la porta bisogna sostare sulla soglia del Mistero”: «è la soglia della preghiera, della contemplazione, dello studio, nell’attesa che il Signore riveli il suo volto e ci introduca nella sua profonda amicizia. Dall’intimità e dalla familiarità con i suoi affetti e sentimenti impariamo l’arte pastorale». «Caro Danilo – ha concluso il vescovo – «Se Cristo sarà pascolo per te e nutrirà la tua vita, allora sarai in grado di guidare e condurre i tuoi fratelli e sorelle là dove c’è nutrimento, perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Dopo l’omelia, il canto del Veni Creator Spiritus, l’imposizione delle mani del Vescovo e dei presbiteri sul capo del candidato, è seguita la preghiera di consacrazione. Poi le mani di Danilo sono state unte e avvolte dall’intenso e inebriante profumo del crisma e il sacerdote rivestito degli abiti sacri. Le sue mani hanno quindi accolto le offerte del popolo nei segni del pane e del vino, pòrti a Danilo dai suoi genitori. Congiunto ormai eternamente al sacerdozio, il neo presbitero ha preso parte alla Celebrazione per la prima volta da ministro sacro e pronunciato la preghiera eucaristica.
Il clima di festa è proseguito anche nel giorno successivo, quando don Danilo è stato accolto per la sua prima Messa dalla comunità dove è nato, cresciuto, compiuto i primi passi nella fede e riconosciuto i primi segni di vocazione. Sabato e domenica prossimi, 6 e 7 maggio, ad attenderlo per continuare a far festa saranno rispettivamente la parrocchia Santa Maria Assunta di Roccasecca e quelle di Santa Margherita e Colle San Magno, comprese nell’ambito dello stesso territorio, poco distante da Aquino, dove Danilo attualmente presta il suo servizio sacerdotale.
Andrea Pantone