DOTTORE DI SANTITÀ
Cari presbiteri, diaconi, consacrati, seminaristi,
stimate autorità civili e militari,
sorelle e fratelli tutti,
il prossimo 18 luglio la nostra Chiesa diocesana celebrerà l’eucarestia di ringraziamento e di affidamento a san Tommaso d’Aquino nella chiesa dei Giacobini a Tolosa, sull’altare che custodisce le spoglie del Dottore aquinate. Nello stesso giorno il card. Marcello Semeraro, in qualità di Inviato speciale del Papa celebrerà il Sacro Rito presso l’Abbazia di Fossanova, dove sarà presente una significativa delegazione della nostra Diocesi: parteciperanno i Sindaci di Roccasecca e Aquino, il Vicario generale con un gruppo di presbiteri, e i fedeli che lo desiderano.
Anche la data del 14 luglio rimanda provvidenzialmente alla canonizzazione di san Tommaso, la quale fu svolta in due occasioni. La prima cerimonia ebbe luogo il 14 luglio 1323 nel Palazzo dei Papi ad Avignone e vi parteciparono i membri della famiglia reale guidata da Roberto, re di Napoli. Il papa Giovanni XXII iniziò una serie di prediche lodando Tommaso. La seconda cerimonia si tenne il 18 luglio 1323 nella Cattedrale di Avignone. La giornata fu celebrata in tutta Avignone “come se fosse Natale”, soprattutto nelle chiese domenicane. La bolla di canonizzazione, pubblicata lo stesso giorno, dichiarava che la festa di Tommaso dovesse celebrarsi il 7 marzo. La celebrazione eucaristica odierna, avvalorata spiritualmente dalla Benedizione Papale, segna l’inizio dell’Anno giubilare durante il quale godremo anche del beneficio dell’Indulgenza plenaria concessa ai fedeli che frequenteranno questa Chiesa, primo edificio di culto edificato e dedicato a san Tommaso a due anni dalla canonizzazione, e la Chiesa concattedrale di Aquino. L’Indulgenza plenaria è concessa anche agli ammalati impediti, secondo le condizioni indicate dal Decreto della Penitenzieria Apostolica, già divulgato in tutta la Diocesi.
L’affetto di Papa Francesco
Rivolgiamo un pensiero affettuoso e il nostro filiale ringraziamento al Santo Padre Francesco per la benevolenza con la quale si è degnato di inviare il 19 giugno 2023 la preziosa Lettera redatta per la ricorrenza del 700° anniversario della canonizzazione di san Tommaso d’Aquino. Rivolgendosi alle tre “diocesi aquinati”, il Santo Padre si esprime con parole sapienti ed edificanti. Scrive: “Accompagnato dalla costante consapevolezza che le verità della fede, a partire dall’Uni-Trinità di Dio e dalla divinità e umanità di Cristo, non “riposano” solo nell’intelletto ma sostanziano l’esistenza quotidiana e l’impegno concreto di ogni credente nella Chiesa e nella società, Tommaso da buon domenicano si è dedicato generosamente all’evangelizzazione, spendendosi senza riserve attraverso la preghiera, lo studio serio e appassionato, l’imponente produzione teologica e culturale, la predicazione”. Ancor più sorprendente è il vocabolario usato da Papa Francesco nella Lettera datata 11 luglio 2023 indirizzata al suo Inviato speciale, il card. Mons. Marcello Semeraro, per la celebrazione liturgica presso l’Abbazia di Fossanova: “Ricolmato di intelletto dall’Altissimo Spirito, san Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa, ha imparato senza alterigia, e senza invidia ha divulgato agli altri l’immensa sapienza spirituale e umana attraverso preghiere e scritti. Onore dell’Ordine dei Frati Predicatori, mai si inorgoglì per la sua scienza, ma sempre si mostrò animato da carità. Scrisse molte opere piene di mirabile erudizione e insegnò a innumerevoli persone, acquistando meriti sommi nella filosofia e nella teologia. Rifulse per acume e chiarezza, e mentre riverente indagava o scrutava con ragione i divini misteri, contemplava gli stessi con ardente fede”.
Lembo di terra benedetta
L’originalità di san Tommaso sta soprattutto nel modo in cui ha saputo esprimere la fede della Chiesa nella cultura del tempo, partendo dalla Scrittura e dai Padri della Chiesa e valorizzando la riscoperta del pensiero aristotelico. Il nostro territorio è qualificato da Papa Francesco come “lembo di terra benedetta e caratterizzata da un patrimonio storico unico, ecclesiale e civile”, perché ha “ricevuto in dono la sua eredità umana, sacerdotale ed intellettuale”. Il Papa sembra dirci che il dono di essere “Terra di san Tommaso” è soprattutto responsabilità, un dovere da assolvere, un compito da adempiere: “Onorare in profondità questa fonte sempre viva è questione di mente, di cuore e di mani. Occorre concentrarci sullo studio dell’Opera di San Tommaso nel suo contesto storico e culturale e, al contempo farne tesoro per rispondere alle odierne sfide culturali” (Lettera 19 giugno 2023). Di conseguenza, alcuni specifici compiti: “A Voi affido principalmente due compiti: la costruzione paziente e sinodale della comunità, l’apertura alla “verità tutta intera” (Gv 16,13) …affido a Voi la missione di saper trovare i linguaggi e gli strumenti adeguati affinché il pensiero di San Tommaso possa raggiungere tutti” (ivi).
Dio solo
Abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza: “Mi conceda Dio di parlare con intelligenza e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti, perché egli stesso è la guida della sapienza e dirige i sapienti” (Sap 7,15-16). Tale sapienza divina ispira la preghiera di Tommaso: “Domine, non nisi Te” (Signore, nient’altro che Te). E’ la ricompensa massima alla quale ha sempre aspirato. E’ questo il cuore, il Tutto della sua santità. Papa Francesco indica Tommaso con un titolo molto appropriato e, mi sembra, inedito: “Dottore della santità” (Lettera all’Inviato speciale). Chiunque accosta la sua poderosa e imponente figura è tenuto a considerare la santità come elemento unificante della sua ricerca dottrinale. Non la dottrina per se stessa, non la sola speculazione intellettuale, ma lo studio come processo e via di santificazione radicale. “Bisogna sottolineare che la sua formidabile eredità è anzitutto la santità nella vita religiosa dei Domenicani, caratterizzata da una particolare speculazione che non ha però rinunciato alla sfida di farsi provocare e misurare dal vissuto, anche da problematiche inedite e dalle paradossalità della Storia, luogo drammatico e insieme magnifico, per scorgere in essa le tracce e la direzione verso il Regno che viene. Mettiamoci allora alla sua scuola!” (ivi). Tommaso non fu soltanto un grande pensatore, ma un uomo di preghiera, un uomo umile e sapiente insieme, che al rigore della sua ricerca seppe unire una tenera devozione al Mistero eucaristico, al Cristo crocifisso e un dialogo incessante con il Signore. E’ stato definito: “Il più dotto dei santi e il più santo dei dotti”, perchè la ricerca della verità alla luce della ragione e della fede gli si è presentata come “rivelazione” divina, luce interiore che ha aperto la sua mente e la sua fede all’intelligenza del Mistero. Della sua Summa Theologica, Giovanni XXII disse: “Quot articula, tot miracula” (Tanti sono gli articoli quanti i miracoli). “Un uomo appassionato della Verità e questo lo motivava a cercare continuamente il volto di Dio” (Udienza alla Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino, 22 settembre 2022).
In conclusione, una domanda: come accostarci al Dottore di santità?
Papa Francesco elabora un metodo interessante per accostare la gigantesca figura di san Tommaso. Comprende tre passaggi: “Quando noi vogliamo capire il pensiero di un maestro, il primo passo è la contemplazione, per essere noi ricevuti in quel pensiero magisteriale. Il secondo, con timidezza, è la spiegazione. E alla fine, con tanta cautela, l’interpretazione, ma questa con molta cautela” (Francesco, XI Congresso Tomistico Internazionale, 22 settembre 2022). Nel celebrare oggi i divini misteri, siamo ammessi ad allungare il primo passo: contemplare il mistero di Dio nel volto di Cristo, rivelatore del Padre e donatore dello Spirito della verità: Spirito di sapienza e di intelletto, Spirito di scienza e di profonda pietà.
+ Gerardo Antonazzo