80° anniversario del primo bombardamento
Domenica 10 settembre si è svolta la prima delle celebrazioni commemorative per l’80° anniversario della guerra che distrusse Montecassino e Cassino. Il calvario di questa terra, infatti, ebbe inizio quando si credeva che la guerra, dopo l’armistizio annunciato l’8 settembre 1943, fosse finita e invece appena due giorni dopo ci fu il primo terribile bombardamento della città di Cassino. Oltre cento civili morirono, ma solo di 67 si ha notizia accertata, di cui moltissimi bambini e giovani. Quest’anno la commemorazione è stata organizzata con grande cura dal Comune di Cassino e dall’ANVCG, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra APS, sezione provinciale di Frosinone. La commemorazione dei bombardamenti ha preso il via la mattina in Piazza Alcide De Gasperi con l’arrivo delle autorità civili e militari a livello comunale, provinciale e regionale, e religiose, il Vescovo Antonazzo e l’Abate di Montecassino D. Luca Fallica; con l’ingresso dei Labari delle Associazioni partecipanti, civili e combattentistiche e d’arma, dei Gonfaloni dei Comuni limitrofi e del Gonfalone del Comune di Cassino, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Era presente anche una rappresentanza statunitense della 36ª Divisione Texas con le sue bandiere. Una volta schierati tutti attorno al palco, i gonfaloni hanno colorato meravigliosamente la piazza, fisicamente ed emotivamente, perché là dove una bandiera sventola, ci sono cuori che pulsano.
A presentare la manifestazione è stata la giornalista Elena Pittiglio, affiancata da Pierluigi Di Raddo, della ANVCG, che hanno ricordato i tragici fatti di 80 anni fa, proprio per rendere onore a tutte le vittime di quella guerra. Ora che sono rimasti pochissimi testimoni diretti, che all’epoca erano solo bambini, e in questo tempo in cui la guerra che credevamo debellata ritorna a piagare la vita e i territori anche in Europa, si sente il bisogno e il dovere di tenere viva la memoria storica del territorio, delle persone che hanno combattuto e perso la vita, di quante rovine materiali e morali provoca – sempre – ogni guerra. Proprio per rispondere a tale obbligo morale, gli organizzatori hanno lavorato al massimo, con la mente e con il cuore perché il messaggio arrivasse a tutti, in particolare ai più giovani. Conoscere il passato per costruire un futuro di pace. Grande la partecipazione di tutti i presenti, che fossero sul palco delle autorità o nella piazza da semplici cittadini: la commozione era palpabile dappertutto. Molti i momenti toccanti e significativi: le note dell’Inno degli Italiani suonate dalla Banda musicale Don Bosco, l’alzabandiera, la deposizione di tre corone di alloro al monumento ai Caduti, da parte del Sindaco Salera, del Presidente provinciale ANVCG Alfredo Langiano e dal Magg. Generale della 36ª Divisione Texas Ronald Win Burkett II. L’onore ai Caduti è sempre toccante. Colpiva la voce fresca di un bambino che leggeva una poesia contro la guerra, come il Silenzio suonato dalla tromba di un giovanissimo musicista della Don Bosco, Flavio Palombo, come pure l’Ave Maria eseguita dal soprano Tania Di Giorgio, accompagnata dalla tastiera e dal violino.
Il momento più emozionante è stato quando, alle 10,50 in punto, l’ora precisa in cui gli aerei angloamericani di quel mattino iniziarono a sganciare bombe, il suono della sirena ha messo tutti a tacere e a riflettere: un momento da brivido, davvero. La meditazione, unita alla preghiera, è stata proposta poi dal Vescovo Gerardo Antonazzo in una breve Liturgia della Parola, seguita da una benedizione unificante e pacificante alla piazza. E poi gli interventi delle autorità, del Sindaco Salera, dal dott. Langiano, del Generale Burkett, del dott. Ciacciarelli assessore della Regione Lazio: hanno parlato della storia, della guerra, dei ricordi e delle esperienze vissute, del futuro da costruire, discorsi basati sulla umanità più ancora che sulla politica. Diverse e commoventi le testimonianze di guerra: la prima, di Giovanni Torrice, è stata letta perché la salute non gli aveva permesso di essere presente, anche lo stesso Langiano ha ricordato le vicende di famiglia durante la guerra. Poi c’è stata la testimonianza di Alberto Amaturo, morto a 18 anni sotto il bombardamento del 10 settembre, che è stata raccontata da un attore di Cassino, Maurizio Sinagoga, che ha interpretato come a teatro una storia di giovinezza, di lavoro e di aspettative e sogni per il futuro, con grande e credibile naturalezza, inframezzando il racconto anche con qualche frase in dialetto, fino alla brusca fine della vita e al pianto della madre che aspetta il momento di morire per riabbracciare il figlio. Queste rievocazioni hanno incatenato l’attenzione dei presenti, a nessuno dei quali sfuggiva la somiglianza con le storie che ci giungono giornalmente dall’Ucraina… Infine, autorità e cittadini si sono spostati nella vicina piazza Marconi per deporre un fascio di fiori al monumento in memoria delle vittime civili di guerra. Ancora il suono del Silenzio, poi l’assemblea si è sciolta. Insomma, una cerimonia bellissima, ben organizzata e molto partecipata, che ha lasciato il segno, grazie al senso di unità di intenti e di sentimenti che si percepiva e che riempiva il cuore di fiducia e di speranza.
Nel pomeriggio, nella chiesa di S. Antonio Don Benedetto Minchella ha celebrato anche quest’anno la Messa in ricordo e in suffragio delle vittime del primo bombardamento di Cassino e di tutte le guerre, grazie al Centro Documentazione e Studi Cassinati APS. Subito dopo ci si è portati all’esterno della chiesa, dove è stata posta una targa dedicata all’architetto Giuseppe Poggi, di Firenze, che aiutò la ricostruzione della chiesa come voleva l’Abate Rea, mantenendo il suo carattere barocco, e realizzò una parete con i resti della cappella secentesca appartenenti alla Confraternita di S. Antonio di Padova. Ed è stato commovente sentire dalla figlia il racconto del lavoro di suo padre per la chiesa di S. Antonio, affidato ad un libro scritto… completamente a mano (v. ultime tre foto).
Adriana Letta