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Etty Hillesum, testimone e vittima del lager

Il ricordo di una donna esempio incrollabile di coraggio e compassione

Nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario della distruzione di Cassino, un evento particolarmente significativo e finora inusuale, si è svolto venerdì 26 gennaio pomeriggio, vigilia del Giorno della Memoria, presso la Sala degli Abati del Palagio Badiale a Cassino, a cura dell’Associazione di Psicologia Umanistico-Transpersonale ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale: il ricordo di Etty Hillesum, “testimone e vittima del lager, la storia di una donna gloriosa, esempio incrollabile di coraggio e compassione”. Così annunciava il titolo, aggiungendo: “Per una riflessione sulla violenza, sul male, sulla guerra, sulla pace”.

Introdotto dall’assessore comunale alla Cultura, dott. Danilo Grossi, l’evento si è snodato sotto la guida della dott.ssa Maria Felice Pacitto, Psicoterapeuta e filosofa della mente, che ha presentato il personaggio tanto straordinario quanto poco noto al grande pubblico: Etty Hillesum era una giovane donna di Amsterdam, nata nel 1914 in una famiglia della borghesia intellettuale ebraica, ebrea non osservante, intelligente e colta, che pian piano vede stringersi intorno a sé il cerchio delle proibizioni imposte agli ebrei, fino a finire la sua vita ad Auschwitz il 30 novembre 1943. Un personaggio complesso e dalle molte sfaccettature, straordinario per la forza del suo pensiero, per la sua capacità di compassione e per la sua profonda interiorità.  Ciò che sappiamo lo apprendiamo dal suo diario, giunto a noi fortunosamente in otto quaderni, oggi pubblicati al completo e che hanno il potere di farci capire la sua mente e il suo sentire.

Per mostrare meglio tutto ciò, è stato proiettato un docu-film dal titolo “Etty Hillesum, cuore pulsante della baracca”, di Werner Weick, che ricostruiva, attraverso immagini, foto e musiche, più che la vita, l’anima di questa donna coraggiosa, che lucidamente capiva quanto stava succedendo e resisteva. Anzi, quanto più la fine si avvicina, tanto più Etty acquista una straordinaria forza d’animo e la sua voce si fa sempre più limpida e sicura. Non pensa un solo momento a salvarsi, se ne avesse l’occasione, perché sa che poi non reggerebbe al rimorso per essere viva mentre gli altri sono tutti morti. Anzi, pensa a come potrebbe essere di aiuto per gli altri, che tutti stanno per condividere con lei il “destino di massa”. Etty cerca sempre il lato positivo in ogni cosa; anche nel pieno dell’orrore, riesce a “respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più inospitale”. Questi aspetti nel film sono messi in luce anche da due esperti, la scrittrice psicoanalista Junghiana Nadia Neri e lo scrittore Luigi Turinese, anche lui psicoanalista Junghiano, ambedue presenti in sala dove, con i loro interventi, hanno chiarito e sottolineato tali aspetti di Etty Hillesum. Il pubblico ha seguito con molta attenzione e interesse perché, stranamente, si conoscono tanti personaggi ed eroi della Shoah, tra cui spicca Anna Frank, e si conosce molto poco un gigante del pensiero e del coraggio come Etty Hillesum. Grazie, dunque, a chi ha organizzato questo appuntamento, aprendo un notevole spiraglio, certamente da approfondire per conoscerlo meglio, perché in questi tempi, davvero c’è un bisogno estremo di riflettere “sulla violenza, sul male, sulla guerra, sulla pace”.

Adriana Letta