A cura dell’Ufficio pastorale per la famiglia
si è svolta la proposta diocesana ad Alvito lo scorso 3 febbraio
Anche quest’anno l’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia ha accompagnato il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo nell’incontro di preparazione della 46° giornata per la Vita.
Per il 2024 la Conferenza Episcopale Italiana ha suggerito il tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)»
Il Consiglio Episcopale Permanente rappresenta che sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna vita, anche quella segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri.
Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere sorprendenti successi stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
È quanto luminosamente emerso nell’incontro di sabato 3 febbraio nell’accogliente Teatro Comunale di Alvito, alla presenza del Vescovo, di esponenti dell’Amministrazione Comunale, dei Centri di Aiuto alla Vita, dei Movimenti per la vita e di diverse associazioni laicali impegnate nel volontariato attivo e nel coordinamento diocesano.
Particolarmente toccante e altamente formativa è stata la testimonianza di Claudia e Alessandro Ruvolo, una coppia di Roma che dopo un percorso segnato da sofferenza ed inquietudine, ha deciso di adottare una bimba con serie difficoltà di salute.
L’adozione necessariamente ha trasformato le attività quotidiane della famiglia e molte abitudini già consolidate ma la bimba accolta ha donato tanta serenità, pace ed armonia a tutti.
Anche coloro che all’inizio si sono dimostrati dubbiosi o scettici hanno dovuto ricredersi. L’accoglienza alla vita può davvero rappresentare la strada verso la felicità e donare infinite benedizioni.
Del resto, è opportuno domandarsi: Che cosa vuol dire essere disabili?
Ognuno di noi ha dei limiti e questo inizialmente può spaventare. Ma problemi che sembrano insormontabili fino a quando non ne prendiamo conoscenza, possono essere superati con il coraggio necessario per guardare oltre.
Ed è questo che la bimba accolta ha davvero incarnato e suggerito: guardare oltre, avendo il coraggio di accettarsi, pur avendo dei limiti, di vivere ed essere felici. Forse la “diversità” sta proprio solo in questo: la luce che hanno negli occhi, la stessa luce che hanno negli occhi le persone speciali.
“Tutto ciò che non è donato è perso”. La tutela della Vita, di ogni Vita, sin dal concepimento e fino alla morte naturale, deve essere incoraggiata e sostenuta sempre, anche in situazioni difficili: l’aborto, l’eutanasia o il suicidio assistito non rappresentano mai la soluzione.
Sandro e Denise