L’Unitalsi diocesana ha festeggiato lo scorso 11 febbraio la XXXII Giornata Mondiale del Malato in occasione della Festa della Beata Vergine di Lourdes presso la Chiesa di San Carlo in Isola del Liri accolti da Parroco e Vicario che hanno voluto fortemente mettere a disposizione le proprie strutture e mobilitare una comunità che ha risposto con entusiasmo .
Moltissimi malati e volontari hanno recitato il Santo Rosario in attesa della solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo che ha concelebrato con Don Dante Gemmiti, parroco, don Florin d’Amata, vicario Parrocchiale, Don Eric di Camillo, assistente pastorale dell’Unitalsi diocesana, Padre Salvatore Crino, cappellano presso l’ospedale di Sora, Don Mario Colella, cappellano presso l’ospedale di Cassino, Don Giuseppe Basile, vicario della zona di Isola del Liri, Don Giuseppe Indino.
Monsignor Antonazzo, nel commentare il Vangelo del giorno ha sottolineato come il passo ci offra fotogrammi molto precisi: il lebbroso, scacciato dalla vita comune, non pretende la guarigione ma dice a Gesù “se vuoi puoi guarirmi“.
Il Signore dal canto suo non opera il miracolo se non dopo la richiesta, e chiedere non è facile. A volte si sta comodi nell’abitudine, come gli Ebrei ricordati dal Vescovo, che, esortati da Mosè ad uscire dall’Egitto pensavano comunque, da schiavi alle sicurezze che avrebbero lasciato per andare verso la libertà della Terra Promessa.
Cristo, chiamato, non frappone parola, agisce immediatamente, stende la mano e risana.
Allora la guarigione dalle proprie infermità spirituali bisogna volerla, chiederla e Gesù entra immediatamente in una reciprocità autentica, pronta fattiva, propria di chi non può restare sordo al grido del fratello.
E allora tutti siamo chiamati a riconoscere che siamo capaci, pur nei nostri limiti, di vivere rapporti pieni di senso e bene, forti del riconoscere il bene più grande, l’amore di Dio che ci unisce alla Vergine di Lourdes.
Monsignor Antonazzo ha ricordato a tutti che questo amore possiamo e dobbiamo farlo nostro nella tenerezza da donare a chi ha bisogno.
E dobbiamo operare nella serena consapevolezza che, nel momento in cui sperimentiamo la nostra stessa vulnerabilità, abbiamo il diritto di chiedere che l’altro riconosca il nostro valore infinito di essere umano facendosi prossimo. Il desiderio di vicinanza è esso stesso parte della reciprocità.
Il saluto del Parroco ha sottolineato come proprio il desiderio si sia fatto gioia di partecipazione anche nonostante le avverse condizioni metereologiche.
Allora le fiaccole accese al termine della celebrazione nel cantare l’Ave Maria di Lourdes, hanno rifulso di una luce più forte, quella della fratellanza di cui volontari e malati sono partecipi nella consapevolezza della frase che Papa Francesco ha voluto al centro del messaggio per questa giornata: “Non è bene che l’uomo sia solo” .
E le voci hanno risuonato delle preghiere degli ammalati negli ospedali che i cappellani hanno rappresentato.
La giornata si è conclusa con un momento di convivialità , addolcito dalle torte preparate da tanti membri della comunità parrocchiale.
Il dividere il cibo è stato ulteriore occasione per guardarsi negli occhi, sorridersi, toccarsi a chiusura di una giornata che è stata conferma di una sinodalitá vissuta nel camminare insieme, uniti.
Annalisa Gabriele