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Il Vescovo celebra per i detenuti

Il Vescovo Gerardo visita i reclusi nella Casa Circondariale di Cassino, celebra la Messa e distribuisce a tutti gli auguri

Mercoledì 27 il Vescovo Gerardo Antonazzo si è recato, come ogni anno, in carcere per incontrare coloro che vi sono reclusi, celebrare la Messa con loro, consegnare loro il messaggio cristiano portatore di speranza e dare a tutti gli auguri di Buona Pasqua. Alle ore 15.00 è stato accolto dal Cappellano Don Fortunato Tamburrini e subito si sono preparati in cappella per la celebrazione. Intanto la cappella si era riempita di coloro che, in buon numero, avevano accolto l’invito a partecipare. Erano presenti anche agenti penitenziari e rappresentanti della Direzione, Sr Ermanna, direttrice della Casa della Carità e Operatori Caritas e volontari in Servizio Civile.

All’inizio, con tono semplice, confidenziale e diretto, il Vescovo Gerardo ha osservato che in certi casi si avvera la frase evangelica “gli ultimi saranno i primi”. “Voi, ha detto ai detenuti, avete il vantaggio di essere consapevoli dei limiti che avete e questo può essere un vantaggio, perché il sapervi ristretti nella libertà vi rende certo meno presuntuosi e più aperti all’ascolto e alla speranza, rispetto a chi si sente forte e potente di suo. Poi ha avvertito che, benché fosse mercoledì, avrebbe celebrato, con l’anticipo di un giorno (“Siete i primi!”, ha detto) la Messa del Giovedì Santo, detta “in coena Domini” che, ricordando l’Ultima Cena di Gesù, comprende un rito unico, che “racconta” anche visivamente, il gesto di Gesù che lava i piedi agli apostoli, gesto che compie anche il Papa recandosi dai carcerati e che ogni celebrante, domani in tutte le messe, compirà per spiegare, dimostrare e ricordare bene a tutti il significato di amore e servizio che Gesù ha voluto dare. Così, aiutato da Don Fortunato, il Vescovo ha iniziato il suo percorso inginocchiandosi ad ogni “apostolo”, versando dalla brocca l’acqua sul piede, poi asciugandolo e baciandolo, per poi spostarsi al successivo. È un momento forte, che colpisce sempre l’immaginario umano, individuale e collettivo, e fa sentire con forza ed efficacia l’esempio di Gesù, ma viverlo in carcere ha un effetto molto, molto più potente sulla sensibilità di chiunque. Poi il Vescovo ha ripetuto la raccomandazione di Gesù: quello che io faccio a voi, fatelo anche voi ai vostri vicini; quando vedete una persona abbattuta, triste, in difficoltà, ditegli una parola di incoraggiamento, stategli vicino, perché nessuno di noi può stare da solo. Aiutarsi a vicenda aiuta molto, fare per gli altri qualcosa per farli star meglio aiuta tutti e dona speranza. Basta aprire il cuore a Cristo e lasciare che il Signore entri nel proprio cuore e lo liberi. C’è per tutti la possibilità di ricominciare e scegliere il bene abbandonando il male. C’era grande attenzione nella cappella e tutti ascoltavano quelle parole incoraggianti e stimolanti, che facevano intravedere una speranza di resurrezione per tutti.

Dopo la celebrazione, il Vescovo ha ringraziato il Direttore pro tempore e la Polizia penitenziaria e, con gli operatori e volontari del Servizio Civile Caritas, ha visitato tutti i reparti, percorrendo scale e corridoi, per portare a tutti, nelle proprie celle, personalmente, un pacco-dono preparato dalla Caritas e gli auguri di Buona Pasqua, come fa ogni anno. Un piccolo dono, un sorriso, una pacca sulla spalla, una stretta di mano sono gesti che restano scolpiti e fanno bene al cuore.

Adriana Letta