Lunedì 17 giugno la presentazione
Marco Tarquinio invita alla lettura della silloge
Vede la luce il libro Qui confidit. In comunione di parola, una silloge a quattro mani scritta dal vescovo Gerardo Antonazzo e dal poeta Gabriele Pescosolido, data al pubblico per la collana “Invito alla lettura” fra il 2014 e il 2023. La pubblicazione esce postuma, dopo la morte di Gabriele Pescosolido, avvenuta lo scorso 2 dicembre 2023, che ha ideato ed ordinato l’edizione.
Il prossimo 17 giugno 2024 il testo sarà protagonista di un evento di presentazione, a Sora, presso la Sala “San Tommaso” del Complesso episcopale. Interverranno, per l’occasione, gli autori che hanno corredato la pubblicazione della presentazione e dell’introduzione: Marco Tarquinio, giornalista e già direttore di “Avvenire” e Luigi Gulia, presidente del Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”, l’associazione curatrice dell’iniziativa. Il vescovo Gerardo Antonazzo concluderà gli interventi. Sarà fatta memoria del poeta Gabriele Pescosolido, grazie anche all’interpretazione dall’attore Luca Mauceri, cui è affidata la lettura di alcuni brani del libro.
Il lettore si sentirà – scrive Tarquinio – «parte dell’incontro tra l’ispirazione del poeta e la vocazione (e il magistero) del pastore, l’uno e l’altro intellettuali a tutto tondo, ma liberi dalla tentazione dell’astrattezza. […] Incontro di due fraterne fedeltà a un’armonica visione dell’umano e del divino».
Il testo presenta dieci sezioni, nove e mezza in italiano, mezza in latino. Avvincente la soluzione grafica che combina immagini, in apertura a ciascuna sezione, parole e musica. Quest’ultima irrompe nel Te Deum, un rifacimento dell’inno liturgico di ringraziamento, che all’eco dei suoi versi propri aggancia la voce e le visioni dei due autori. Le pagine, intrise di lirismo spirituale, accostano poesia e prosa, rime pregne di sacralità e righe colme di umanità; il silenzio eloquente di Pescosolido è sciolto dalla parola che insegna, rassicura e riscalda del vescovo Antonazzo. C’è grido e preghiera, l’invocazione di chi veglia nel buio e il desiderio di chi cerca l’Amore. In tutto le mozioni di un cuore che non è «atrofizzato per le cose della vita».
Gulia presenta così le pagine: «La poesia di Gabriele è voce di una supplica corale, che riunisce le invocazioni e le responsabilità dell’io e del noi come novelli salmi di liberazione; il vescovo Gerardo traduce, verso a verso, l’anelito di un esodo comune verso le regioni e le ragioni dell’Amore per vivere il gemito della creazione». In comunione di parola, oltre le barriere della morte.
Andrea Pantone
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