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Cinquant’anni di Settimane Sociali: parola al delegato diocesano

Papa Francesco ed i Mille

Si è svolta a Trieste dal 3 al 7 luglio scorsi la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana.

La Settimana Sociale è un appuntamento periodico in cui si incontrano i cattolici attivi in tutti gli ambiti della società per confrontare le loro esperienze, condividere e coordinarsi, lanciando azioni comuni e proposte di cambiamento per il futuro del Paese.

Un appuntamento storico, quello vissuto a Trieste, aperto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e concluso, con l’incontro con i Delegati e la celebrazione eucaristica, da Papa Francesco.

Tra le tantissime Diocesi partecipanti anche quella di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, la cui rappresentanza era guidata, su mandato di S.E. il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, dal direttore dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del lavoro, Francesco Rabotti.

“Al cuore della democrazia” il tema scelto dalla CEI che ha visto tantissimi momenti salienti di riflessione ed approfondimento dipanatisi mediante incontri plenari, laboratori della partecipazione e tavole rotonde che hanno coinvolto i circa mille delegati provenienti da tutta Italia, con tantissime presenze di donne e giovani.

Cinque giornate di lavori molto intensi, con la novità di questa edizione delle Settimane Sociali, le Piazze della Democrazia, eventi pubblici, dunque rivolti non solamente ai Delegati ma a tutti gli interessati, nel corso dei quali sono stati dibattuti, con il registro della concretezza, i temi della famiglia, della salute, della conversione ecologica, della educazione e dello sport, della democrazia digitale, della pace in costruzione, dal disarmo alla riconciliazione, della autonomia, della rappresentanza e della governabilità, della cittadinanza e delle migrazioni, delle periferie, delle istituzioni locali e della relazione con le comunità, dell’uguaglianza e della diversità, dell’Europa delle nuove generazioni, un sogno di popoli, culture e democrazia, del nuovo modello di sviluppo e della economia civile, della preparazione alla politica fatta di partecipazione, dialogo e decisioni.

Il Presidente della CEI S.E. il Cardinale Matteo Maria Zuppi, che ha guidato un intenso e molto partecipato momento di preghiera per la pace, indicando la democrazia quale antidoto alla guerra, rivolgendosi ai Delegati ha, tra l’altro, affermato : “amiamo l’Italia e per questo ci facciamo artigiani di democrazia, servitori del bene comune. Una democrazia inclusiva, fondata sulla comunità, in una stagione in cui l’individualismo sembra sgretolare ogni costruzione di futuro e la guerra appare come la soluzione più veloce ai problemi di convivenza. Ben vengano, allora, nuove forme di democrazia basate sulla partecipazione, passando da tanti io al noi, per affrontare i molteplici problemi (polarizzazione della società, inverno demografico, crescita delle disuguaglianze, astensionismo), da cui oggi la democrazia è sfidata, e dare risposte positive e condivise”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento ha ricordato che la democrazia, il cui alfabeto è fatto di pace e diritti, è un bene prezioso, non può trasformarsi in assolutismo della maggioranza, in un esercizio del potere  senza limiti, anche perché non è una conquista acquisita una volta per tutte e, citando Egidio Tosato, giurista e poi costituente, intervenuto alla cruciale Settimana Sociale di Firenze del 1945, ha rimarcato un fermo no all’assolutismo di Stato, ad una autorità  senza limite, potenzialmente prevaricatrice, risultando la coscienza dei limiti un fattore imprescindibile di leale ed irrinunciabile vitalità democratica.

Ha poi invitato a prestare attenzione per evitare di commettere l’errore di confondere il parteggiare con il partecipare e, per ovviare al problema dell’astensionismo senza precedenti che sta riguardando la nostra democrazia, ha affermato che c’è bisogno di una politica diversa, di un clima diverso, per riavvicinare alle urne tanti cittadini.

Papa Francesco, concludendo i lavori della Settimana Sociale, ha evidenziato che la democrazia non gode di buona salute ed ha invitato ad appassionarsi al bene comune affinché attraverso la partecipazione si possa curare il suo cuore infartuato da corruzione, illegalità e dalle diverse forme di esclusione sociale.

Ha poi proposto di organizzare la speranza, sollecitando a sostenere e moltiplicare gli sforzi per dare vita ad una formazione sociale e politica che parta dai giovani, basata sulla ricchezza dell’insegnamento sociale della Chiesa, prevedendo luoghi di confronto e di dialogo e favorire sinergie per il bene comune, perché la pace e la buona politica possono rinascere dal basso, ribadendo che tutti devono sentirsi parte di un progetto di comunità, nessuno deve sentirsi inutile e chiamando l’intera comunità cristiana a praticare la carità politica.

Terminati i lavori e raccolti gli approfondimenti, gli auspici e gli appelli, pertanto, vi è la concreta speranza di dare il via ad una nuova ripartenza della presenza dei cattolici in politica e la consapevolezza che da Trieste possa, dunque, salpare una nuova pacifica spedizione che ridia vigore e valori al processo democratico in Italia ed in Europa.