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Omelie Vescovo Gerardo Antonazzo

Madre per sempre – Messa esequiale per Madre Cristina Pirro, Badessa emerita del Monastero benedettino S. Andrea Apostolo (Chiesa S. Andrea Apostolo, 24 settembre 2024)

MADRE PER SEMPRE

Omelia della Messa esequiale per Madre Cristina Pirro
Badessa emerita del Monastero benedettino S. Andrea Apostolo
Chiesa S. Andrea Apostolo, 24 settembre 2024

 

 

Cari Presbiteri, Religiose e Religiosi,
care monache della comunità benedettina di Sant’Andrea Apostolo,
amici tutti,

la celebrazione eucaristica è culto di lode, benedizione, adorazione del Signore risorto, in attesa della sua venuta. La prospettiva escatologica del banchetto eucaristico è costitutiva di ogni celebrazione; ne rivela la ragione fondamentale, perché la comunità e ogni singolo credente è educato dal rito eucaristico a risvegliare il desiderio del Bene ultimo, il Signore, imparando a vivere l’attesa del suo ultimo ritorno con una vigilanza operosa. A questo incontro con il Dio vivo madre Cristina ha sempre desiderato farsi trovare pronta: tanto nell’esercizio assiduo, fedele, direi anche tenace della sua vita comunitaria monastica, tanto nella sua vita interiore, segnata da una profonda spiritualità di intima unione con Dio, al cui fedele servizio desiderava custodire ogni sua giornata.

Da tempo non in buone condizioni di salute, Madre Cristina ha indissolubilmente legato il suo nome alla presenza della vita monastica benedettina femminile ad Arpino. Paola Maria Pirro era nata il 16 maggio 1943 a Fano (Pesaro), ma aveva radici pugliesi. Proprio in Puglia era entrata in monastero, nella comunità di santa Scolastica a Bari. Dopo la professione semplice dei voti monastici nel 1967, era arrivata nel monastero di S. Andrea di Arpino il 16 novembre 1969, giorno nel quale si svolgeva la tradizionale processione con la statua della Madonna di Loreto, custodita nell’Archicenobio del quartiere Colle, dal monastero alla chiesa di San Michele. Il 28 giugno 1970 emise la professione solenne dei voti monastici e il 30 settembre 1989 fu eletta Abadessa del monastero, carica che ha ricoperto fino a poco tempo fa. Nel 2017 aveva festeggiato i 50 anni di professione religiosa. Il suo nome è legato, tra l‘altro, alla promozione e all’edificazione del primo monastero cattolico di vita contemplativa sorto in Romania, il “Mater Unitatis” di Piatra Neamt, con una spiccata vocazione ecumenica in terra ortodossa, consacrato nel 2007. “L’avventura” di questo monastero era iniziata nel 1994. Amata e stimata dagli arpinati, Madre Cristina ha servito con generosità e dedizione il suo Signore e la Chiesa, nella costante osservanza della regola di San Benedetto.

Dal vangelo oggi riceviamo la riconsegna del nucleo vitale e dinamico della spiritualità benedettina. A quanti fanno notare a Gesù che fuori dalla casa nella quale stava insegnando, assediato dalla folla, c’era Maria e altri parenti desiderosi di vederlo, desiderio più che legittimo soprattutto per la Madre, Gesù accogliendo tale richiesta, indica il modo e la via per includere nella cerchia dei suoi familiari anche altri, per ragioni ugualmente efficaci quanto i legami di sangue, e dichiara: “Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Il Prologo della Regola di s. Benedetto affida al monaco esattamente ciò che il Signore chiede nel vangelo odierno “Ascolta, figlio, i precetti del maestro, porgi attento il tuo cuore, ricevi di buon animo i consigli di un padre che ti vuol bene e mettili risolutamente in pratica, per ritornare con la fatica dell’obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l’accidia della disobbedienza”. Ora et labora: l’invito alla preghiera è innanzitutto dovere di porgere il cuore all’ascolto della parola di Dio; l’invito al lavoro riguarda primariamente il mettere in pratica la parola ascoltata, riguarda la laboriosità fruttuosa di una vita evangelicamente vissuta.

Madre Cristina è stata animata dal desiderio di un amore verginale, totale ed esclusivo verso Dio: Soli Deo Gloria! Il suo cuore è stato davvero come il cuore descritto oggi dal testo dei Proverbi: “Il cuore è un corso d’acqua in mano al Signore; lo dirige dovunque egli vuole”. E’ l’elogio di un cuore docile, pronto a discernere e ad assecondare il corso segnato da Dio, perché “chi scruta i cuori è il Signore”. La spiritualità di Madre Cristina è stata segnata dalla premura di non dispiacere mai al Signore in tutto ciò che doveva decidere, scegliere, realizzare. Mi confidava di frequente la sua preoccupazione di non deludere Dio che l’aveva chiamata alla consacrazione monastica. E personalmente ho sempre letto in questo suo pensiero spirituale un’espressione particolare dello Spirito Santo, presente con il dono del timor di Dio.

Madre Cristina ha saputo curare il linguaggio della bellezza nel Monastero benedettino. Innanzitutto la bellezza della liturgia, come prescritto dalla tradizione monastica. Ma anche bellezza di una comunità accogliente e di ambienti restituiti alla loro dignità e custoditi diligentemente per essere luoghi di preghiera, incontro, di cultura, di dialogo, di ascolto. Ha accolto e promosso convegni di studio, presentazione di testi, pubblicazioni di storia locale. Nei tempi passati, con la collaborazione di alcuni presbiteri, presso il Monastero sono state offerte iniziative di preghiera con i giovani, e non solo. Il Monastero è stato e rimane soprattutto il luogo dell’ascolto di quanti chiedono di essere illuminati nella fede, orientati nella vita spirituale, consolati da Dio nelle prove e sfide di ogni genere.

Madre Cristina, consegna a tutti noi una preziosa eredità benedettina, costituita soprattutto dalla presenza di queste monache giovani, segno di grande speranza per la Città di Arpino e per la nostra Chiesa. Madre Cristina è stata davvero “madre” della loro giovane storia vocazionale; per , carisisme sorelle, resterà Madre per sempre! Nell’incontro avuto ieri mattina con la comunità monastica, ho invitato le sorelle a non vivere di nostalgia né di rimpianti, ma di gratitudine. Ancora di più: ho dichiarato alla comunità che i sogni di Dio sul Monastero ora sono affidati alla fedeltà del loro cuore. E ho concluso con loro, e oggi lo ripeto: siate profezia del futuro, interpretando secondo lo Spirito ciò che Dio vi chiede di compiere e assecondando scelte e stili di vita che la Chiesa, anche attraverso il sostegno del vostro Vescovo, vi aiuterà a compiere per confermare e accrescere la grazia della vostra chiamata.

                                                                  + Gerardo Antonazzo