Ha preso inizio il nuovo Anno Pastorale, quarto anno del Cammino sinodale, a dieci anni dalla formazione della attuale Diocesi e alla vigilia del Giubileo
Ebbene, il giorno atteso della grande Celebrazione diocesana atta a segnare l’inizio del nuovo Anno Pastorale e del Quarto Anno del cammino sinodale “Tra profezia e Speranza”, è giunto ed ha visto, ancora una volta, la Concattedrale di Cassino riempirsi di una folla di fedeli provenienti dalle varie Zone pastorali della Diocesi, di Sacerdoti, religiosi e diaconi, alla presenza del Sindaco di Cassino Enzo Salera e di alcuni rappresentanti dell’Amministrazione cittadina. A presiedere la solenne celebrazione, un nome di spicco, S. E. il Card. Angelo De Donatis, Penitenziere maggiore, già vicario papale della diocesi di Roma e accanto a lui il Vescovo Gerardo Antonazzo, l’Abate di Montecassino Dom Luca Fallica, il Vicario generale della Diocesi Mons. Alessandro Recchia e i Vicari zonali. Ad animare la celebrazione il magnifico Coro “Annibale Messore” di S. Ambrogio sul Garigliano, diretto dal M° Carmelo Messore. Il video della celebrazione è stato trasmesso in diretta streaming dalla équipe tv diocesana guidata da Francesco Marra.
All’inizio è stato il Vescovo Gerardo a prendere la parola per ringraziare il Cardinale per aver accettato l’invito, in particolar modo perché la celebrazione cadeva proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra la Dedicazione della Basilica Lateranense a Roma, la Cattedrale del Papa, tanto cara al Cardinale. Ha anche ricordato che si sono compiuti dieci anni di vita della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, nata dall’unione alla allora diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo delle parrocchie dell’Abbazia territoriale di Montecassino. E questo è anche il quarto anno del cammino sinodale “Tra Profezia e Speranza”, che la Diocesi sta portando avanti, in comunione con tutta la Chiesa, per interrogarsi nel profondo, analizzando e valutando le sfide odierne, e poter programmare e mettere a punto iniziative di rinnovamento delle prassi pastorali finora seguite, con una visione ispirata, “profetica”. Questo si può fare non solo mettendosi insieme, in comunione, a riflettere, ma anche e soprattutto cercando di capire quanto lo Spirito Santo suggerisce alle menti aperte al dialogo e alle novità.
Nell’omelia, il Cardinale De Donatis ha voluto innanzitutto ringraziare il Vescovo per l’invito e per il pensiero alla Basilica Lateranense, esprimendo profonda gratitudine. Poi, commentando le letture del giorno, si è soffermato sulle due vedove, quella di Sarèpta, della prima lettura, che prepara per il profeta Elìa una piccola focaccia con l’ultima farina e l’ultimo olio che ha, ma “la farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì”. L’altra povera vedova, quella del vangelo, nel tempio getta tra le offerte due monetine di poco valore, che non erano per lei un superfluo ma tutto quello che aveva per vivere: il gesto delle due vedove è un gesto eterno, perché ha seguito la logica non del molto o del poco, ma del tutto. Questo vuol dire amare senza misura. Quante volte, ha osservato, giochiamo al risparmio nei confronti degli altri! Siamo fragili. Ma alla sera saremo giudicati sull’amore. Tra non molto, ha aggiunto infine il Cardinale, inizia il grande Giubileo: viviamo mettendoci in gioco nella preghiera e nella offerta della nostra vita. E ha concluso: “Affido alla Madonna l’augurio che questa comunità cristiana affidi tutto a Dio, come la vedova. Nel vangelo c’è come la trasfigurazione della vedova, che non ha gioielli, ma risplende più di tutto l’oro del tempio. È l’augurio per questa comunità”.
Subito dopo la Comunione, tutti i presenti hanno letto insieme la bellissima preghiera, diffusa largamente attraverso i social, composta dal Vescovo Antonazzo per il IV anno del Cammino sinodale diocesano 2024-2025 “Profeti di Speranza”.
Prima della Benedizione conclusiva, il Vicario diocesano Mons. Alessandro Recchia ha dato lettura della concessione da parte del Card. De Donatis dell’indulgenza plenaria, alle solite condizioni, per tutti i partecipanti alla celebrazione. Anche l’Abate di Montecassino Luca Fallica ha voluto ringraziare per l’invito a condividere un momento tanto importante e solenne.
Inizia dunque un anno impegnativo ma oltremodo attraente: la comunità, completata la “fase sapienziale”, è chiamata a mettersi in gioco, docile alle ispirazioni dello Spirito Santo, con mente fervida e profetica, per rendere più viva, più vera e più adeguata ai tempi difficili che viviamo, la fede e quindi comunicarla con maggior efficacia. Il lavoro è grande, ma il Giubileo della Speranza ci aiuta a diventare veri “Profeti di Speranza”.
Adriana Letta