La grata testimonianza del direttore dell’Ufficio Scuola, don Crescenzi, e degli insegnanti di religione
Nell’incantevole scenario del Santuario della Madonna di Canneto, martedì 17 agosto alle ore 17:00, organizzata dall’Ufficio Scuola diocesano, è stata celebrata una santa Messa in suffragio di don Mario Zeverini, direttore emerito dell’Ufficio Scuola e Catechistico, a distanza di un anno dalla sua nascita al Cielo.
Per coloro che hanno partecipato – non solo insegnanti di religione, ma anche famiglie, amici, conoscenti e molti pellegrini che visitano il santuario nei giorni di festa – è stato un momento di spiritualità indimenticabile, grazie alla sacralità del luogo dove il manto della Vergine Bruna valorizza qualsiasi esperienza di vita.
La celebrazione è stata presieduta da don Nello Crescenzi, direttore dell’Ufficio Scuola, che con dedizione e delicatezza ha curato la liturgia rendendola ancora più viva ed emozionante. In particolare don Nello ha sottolineato: “Siamo venuti qui nella Casa della Madonna che è un po’ la casa di tutti noi e anche la casa di don Mario, di tante esperienze personali e comunitarie. In questo luogo è stato fedele il suo servizio al Santuario soprattutto durante l’estate, nel quale trovava rifugio, conforto e anche desiderio di ripartire per l’Anno pastorale ormai imminente. Con l’affetto degli insegnanti e di noi fratelli e sorelle, preghiamo in suffragio della sua anima, ringraziando il Signore di avercelo donato”.
Prosegue don Nello – “Ciò che mi colpiva di don Mario era il suo sguardo luminoso e attento, il sorriso quasi ironico ma sempre rassicurante, la stretta di mano forte, energica che invitava ad andare avanti, ad essere costruttivi, ad impegnarsi continuamente nella testimonianza con gesti tangibili, a non arrendersi o rassegnarsi”.
Anche la riflessione sull’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain, tratta dal Vangelo di Luca, ha evidenziato ancora questi aspetti: “Il brano del miracolo si basa su tre elementi di Gesù molto incisivi e concreti – ha detto don Nello -: la parola, il gesto, l’esperienza”. “Non piangere!”: una parola forte e intrisa di coraggio rivolta ad una madre che al culmine del dolore piange il proprio figlio.
Un gesto: il contatto di Gesù con il defunto, presenza nella morte e nel dolore provocato dal lutto, e invito a vivere nella luce della consapevolezza i momenti di sofferenza.
L’esperienza: Gesù ridona la vita al ragazzo e annuncia il trionfo della vita sulla morte, un evento affidato alla testimonianza di tutti.
“Nella figura di don Mario – aggiunge ancora don Nello – si percepiva una testimonianza forte, diretta, che non ha avuto paura di toccare le ferite, il dolore, le delusioni; si coglieva un annuncio pratico, rassicurante e gioioso, con un impegno continuo, sempre teso al miglioramento”. Continua don Crescenzi: “Ecco perché oggi abbiamo voglia di riscoprire e di rivivere le relazioni, il contatto con l’altro, gli abbracci, imparando una comunicazione serena, affabile, fiduciosa, lontana dallo scoraggiamento e dalla delusione”.
In un clima così intenso gli insegnanti di Religione a conclusione della celebrazione hanno voluto abbracciare con un messaggio il caro don Mario Zeverini. Per tutti, l’esperienza vissuta nella casa della Madonna di Canneto ha arricchito ancor più il cuore e l’animo di gioiosa gratitudine:
“Caro don Mario, siamo riuniti in questo luogo a te e a noi tanto caro, il Santuario della madonna di Canneto, come tante volte abbiamo fatto proprio in estate con te: molti sono i ricordi che affiorano alla mente. Forse non sembra opportuno dedicarti un pensiero, perché il luogo parla da sé, non servono tante parole, in un momento vissuto spiritualmente, a parlare è il silenzio. E forse non avresti nemmeno voluto, schivo e riservato com’eri e un po’ “allergico” agli elogi.
Ma tre parole escono proprio dal cuore: amore, scusa, grazie. Sì, hai trasmesso amore, nel senso pieno della parola: amore per il prossimo, amore per il nostro lavoro dei educatori, amore per Gesù e per la Chiesa. Hai trascorso una vita a comunicare passione e entusiasmo in iniziative, delle volte, sotto alcuni aspetti, anche da “precursore” sia in campo catechetico che scolastico: corsi di formazione, convegni, ritiri spirituali, campi scuola, una testimonianza e un lavoro organizzativo immenso.
Avevi un modo particolare per attirarci a te, un maestro “vecchio stampo”, rigoroso, puntuale, preciso, a tratti rigido e distaccato. Delle volte bastava uno sguardo che percepiva la distrazione e che richiamava tutti all’ordine e all’attenzione.
Ma don Mario non era solo questo, in realtà era una copertura per proteggerci, non farci allontanare o perderci, ci conosceva tutti e voleva bene in egual modo, anche al più “lontano” di noi.
Ci scrutava per percepire i nostri dubbi, le nostre perplessità e riusciva a comprendere i nostri caratteri, le nostre esigenze, valorizzando i talenti di ognuno.
Esigeva una formazione completa e minuziosa “essere, sapere, saper fare”… non lo dimenticheremo mai! Ci ha impresso il timbro, il sigillo dell’autentico insegnante di Religione: formazione, passione, dedizione, amore. Ecco perché ti chiediamo scusa. Scusa per tutte le volte che abbiamo sbuffato, che ci siamo lamentati per le ore infinite di corsi d’aggiornamento, per le relazioni continue, per le “scuse giuste!” per evitare gli incontri, per le cattedre assegnate che non andavano mai bene, per le delusioni, per le piccole gelosie tra noi, per le offese, le risposte ad alta voce, per le tante volte che non ci siamo capiti. Scusaci, perché tu hai continuato a rispettarci, nonostante tutto, e a salutarci sempre con una battuta e una forte stretta di mano.
Grazie, caro don Mario, per la tua presenza, costante, attenta, ferma e poi per i tuoi insegnamenti, le tue riflessioni, le tue parole: ne abbiamo fatto tesoro e ora che non ci sei più sono tutte nel nostro cuore.
Fino alle ultime settimane, della tua vita terrena, hai continuato a scrivere ad avere quell’entusiasmo vivo, instancabile, di pensare oltre e non fermarsi all’oggi.
Come non ringraziarti! Grazie dal profondo del cuore. Siamo certi che ora sei in compagnia dei Santi in Cielo, ci ascolti, lo sappiamo, e, se avessi la possibilità, ancora comunicheresti qualche dritta, suggerimento, qualcosa che ti era sfuggito con un tuo bel sorriso rassicurante o una tua bella stretta di mano. Ci volevi bene come un padre ai figli, e allora vogliamo ricordarti così, con le preghiere che non mancheranno. Tu da lassù continua a proteggerci e a volerci bene, perché noi quaggiù te ne vogliamo tanto!”.
Franca Simone