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Antonazzo raggiunge il decennale di episcopato

Oggi, nell’ importante ricorrenza anniversaristica, gli auguri del clero e dei fedeli

 

Ricorre oggi il decennale dell’Ordinazione episcopale di Sua Eccellenza Rev. Mons. Gerardo Antonazzo. L’anniversario è compreso fra altre due date importanti: i dieci anni, il 22 gennaio scorso, dalla sua nomina a vescovo per la sede sorana (per decisione dell’allora papa Benedetto XVI) e il decimo anniversario, il prossimo 21 aprile, dell’inizio del suo ministero pastorale nella diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. I presbiteri, unitamente ai diaconi, ai religiosi, alle religiose, a tutto il popolo santo di Dio esprimono la gratitudine per lo zelo e la carità del suo Pastore, che “in finibus terrae” trovano il fisso orientamento programmatico dell’annuncio evangelico e dell’azione missionaria.

Nell’augurare al vescovo Gerardo ogni bene, la salvezza, la salute e il successo perché la sua azione pastorale sia feconda, eleviamo per lui al Signore la preghiera che ci ha consegnato in occasione della Messa del Crisma, il 5 aprile scorso, per celebrare il decennale del suo ministero episcopale:

Signore Gesù amo la Chiesa, santa e peccatrice
ma pur sempre bella e nobile, purificata
ogni giorno nel lavacro del tuo sangue.
Amo questa Chiesa particolare, Signore,
che io non ho scelto perché è tua, da sempre.
Mi hai chiamato a servire fratelli e sorelle
che non conoscevo; non mi hanno scelto
ma accolto con fede, perché eri tu ad inviarmi.
Ti sei fidato, nonostante tutto; e hai affidato a me
questa tua Sposa, che continui a sognare ancora
giovane, integra nella fede, fedele a te
nel suo amore verginizzato dal tuo perdono.
Per essa mi hai consacrato pastore e padre,
per custodirla nella sublime verità e carità.
Signore, illumina i tuoi ministri con la Luce gentile
del tuo affetto di elezione e di predilezione.
Alita oggi la brezza leggera dello Spirito creatore,
per rinnovare con umiltà i nostri impegni
e dirti ancora: “Sì, con la grazia di Dio, lo voglio”.
Consacràti per ungere e santificare il popolo,
prosciuga la palude delle nostre fragilità,
per ritornare a te con l’ardente singhiozzo
del dolore e del sincero pentimento.
Con la probità risanata della nostra vita
diffonderemo il buon profumo del Vangelo.
Sollevaci sempre su ali di aquila, per librarci con te
nei cieli sereni della tua divina chiamata. Amen.