In occasione del Pontificale della solennità di Natale il Vescovo Antonazzo dichiara aperto in Diocesi il Giubileo Ordinario 2025
Farsi pellegrini di Speranza
Il 25 dicembre, solennità del Natale del Signore, è stata la data anche dell’apertura dell’Anno Giubilare a Cassino, presso la Concattedrale, una delle cinque chiese giubilari della Diocesi. Il Vescovo Gerardo Antonazzo, che la sera precedente aveva compiuto il rito della Porta Santa a Sora e in prima mattinata ad Aquino, è giunto a Cassino alle 11.30. Insieme al Parroco Don Emanuele Secondi, ai ministranti e alle autorità cittadine e militari, ha percorso all’esterno il tragitto dalla sacrestia al portone principale della chiesa, chiuso e adornato di piante e di drappi. È lì che ha preso inizio il sacro rito: le preghiere del vescovo, una lettura fatta del parrocchiano dr. Danilo Salvucci, poi la rituale “bussata” con il pastorale al portone. A quel tocco si è aperto il portone e processionalmente sono entrati in chiesa per la celebrazione del Pontificale del Natale. Sono momenti importanti e sempre emozionanti questi, perché il Giubileo Ordinario 2025, “Spes non confundit” indetto da Papa Francesco, chiama i fedeli alla Speranza, a divenire “segni di speranza”, promettendo l’indulgenza plenaria dei peccati. In particolare “nell’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio” (Spes non confundit, 10). L’indulgenza plenaria si ottiene con i sacri pellegrinaggi, la visita a luoghi sacri e le opere di misericordia e di penitenza, come dicono le Norme giubilari. Dunque il Papa, in un periodo storico tanto difficile a causa di guerre feroci, di disastri ambientali, di violenza dilagante a tutti i livelli, chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza.
E proprio sulla speranza il Vescovo ha imperniato il suo discorso, chiedendo: “Quali motivi di speranza abbiamo?” Un bambino che nasce, ha detto, è una grande speranza, ma a volte comincia presto a diminuire, a venir meno. Viviamo tra inferno e paradiso, a volte sembra che non ci sia uno spiraglio di luce, quando vediamo suicidi, femminicidi, solitudini che si rifugiano nell’isolamento e sembra di trovarsi nella condizione descritta da Dante nell’inferno: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. È la disperazione. Ma nella Divina Commedia, c’è anche l’ultima cantica, il Paradiso, con la preghiera di San Bernardo alla Vergine Maria, chiamata “Fontana di Speranza”. Siamo tutti segnati dal peccato, ma Dio, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, liberi e responsabili, ci dà la Speranza vera, il cui compimento è la vita eterna in Dio. Dobbiamo prendere noi la responsabilità e muoverci. “Ve lo auguro con tutto il cuore”, ha concluso.
Nell’occasione è stato avvisato che il Vescovo era autorizzato a impartire la “Benedizione papale”, che dona l’indulgenza ai fedeli che, ovviamente, rispettino le condizioni prescritte. Ed è stato anche questo un momento emozionante, la prima indulgenza dell’Anno Giubilare. Al termine, naturalmente, si sono scambiati gli auguri di Natale fra tutti quanti, in un clima particolarmente cordiale e sorridente, grazie al Vescovo Gerardo, alle autorità presenti, alla bellezza degli allestimenti natalizi tanto ben curati da Don Emanuele, a tutte le persone… una vera atmosfera natalizia.
Adriana Letta