Con l’intervento del Card. Marcello Semeraro la prima assemblea in presenza
in preparazione al Sinodo ecclesiale
La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa
La chiesa che è in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo si è riunita in assemblea diocesana, finalmente in presenza dopo tanto tempo!, venerdì 3 settembre presso la chiesa di San Carlo ad Isola del Liri. Un vero evento, il primo dopo innumerevoli videoconferenze, che aveva di per sé il sapore della rinascita o ripartenza, piena di speranza e di gioia, ma anche – e ancor più – per i contenuti progettuali per un nuovo cammino comunitario. Illustre il relatore intervenuto, il Card. Marcello Semeraro, in procinto di lasciare la Diocesi di Albano di cui è stato Vescovo dal 2004, perché nominato dal Papa Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
E’ stato il Vescovo Gerardo Antonazzo ad aprire i lavori dell’assemblea alle 19.000 in punto, con la preghiera e poi dando il benvenuto al cardinal Semeraro, invitato a parlare su “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa“, anticipandogli gli auguri per il prossimo 50° anniversario di Sacerdozio. Dopo aver concluso la Visita pastorale in diocesi, ha aggiunto Antonazzo, intraprendiamo il nostro cammino sinodale a livello di chiesa locale e unitamente a quella universale.
Nella chiesa, ben spaziosa, i posti disponibili erano esauriti, ma erano allestiti posti a sedere anche all’esterno, per cui tutti gli intervenuti hanno potuto seguire agevolmente il convegno, nel rispetto delle norme anti-covid. All’opera la troupe della Webtv di Pastorale Digitale per le riprese tv trasmesse in streaming sul sito diocesano, dove sarà disponibile il video dell’assemblea.
In apertura del suo intervento, il Cardinale ha illustrato il piano di svolgimento del prossimo Sinodo universale dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che si svolgerà nel periodo ottobre 2021 – aprile 2022, e che sarà aperto dal Santo Padre in Vaticano il 9-10 ottobre 2021; con esso si armonizzerà quello nazionale della Chiesa italiana, con apertura nelle Chiese particolari domenica 17 ottobre 2021 (celebrazione eucaristica di inizio anno pastorale). Al centro di tutto il lavoro di ascolto, confronto e discernimento, c’è il concetto di sinodalità, che – ha sottolineato – non è un concetto astratto, non significa collegialità, ma è un metodo. Ha citato vari interventi di Papa Francesco su questa parola, a cominciare dal discorso alla Conferenza Episcopale Italiana del 20 maggio 2019, e fino al 30 aprile 2021, in cui ha definito l’Azione cattolica una vera “palestra di sinodalità”, aggregazione di laici preziosa per elaborare lo stile della sinodalità. La parola è divenuta teologica ed esprime il modo di vivere, la forma di esistenza delle comunità cristiane che esprime una vita interiore. La comunione è un mistero, la sinodalità lo esprime, indica la compagnia, il camminare insieme, il raccogliersi delle persone per stare insieme. Dunque, i cristiani sono compagni di viaggio, e Cristo è il loro compagno. «Camminare insieme – insegna Papa Francesco – è la via costitutiva della Chiesa; la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio; la condizione per seguire il Signore Gesù ed essere servi della vita in questo tempo ferito». Dobbiamo gratitudine al Concilio Vaticano II che dall’opera di rinnovamento che ha promosso, ha fatto derivare l’istanza della sinodalità.
La Commissione Teologica Internazionale – ha continuato il Cardinale – ha pubblicato un corposo documento che porta il titolo come questa assemblea, “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa“. La sinodalità è indicata come un modo di vivere e di agire nella Chiesa nella vita quotidiana, nel sentirci fratelli in ascolto e dialogo per il discernimento comunitario. Non si tratta di un parlamento che cerca una maggioranza; occorre la preghiera, il silenzio, il discernimento, la vita spirituale, la comunione. Dobbiamo iniziare un cammino in ogni comunità, per capire il mondo che stiamo vivendo e capire i “segni dei tempi”, positivi e anche negativi e chiederci: fratelli, che cosa dobbiamo fare? Prima ascoltare e parlare, poi scegliere e divenire realtà consultive. Dobbiamo camminare “con pazienza”, perché camminare insieme è molto più difficile che correre da soli, ma dobbiamo fare come i genitori che adattano il passo a quello del più piccolo e vanno avanti tutti insieme.
Non sono mancate le domande al relatore, dopo tante e tali suggestioni. Mons. Domenico Simeone ha poi ricordato la venuta del Card. Semeraro, ancora Vescovo di Albano e non ancora Prefetto, nel 2015 ad un convegno diocesano in questa stessa chiesa ed ha augurato, con le parole di Mons. Dante Gemmiti, parroco ospitante, di tornare una terza volta… da Papa! Infine il Vescovo Antonazzo, nel ringraziare il relatore e trarre le conclusioni, ha sottolineato che è fondamentale l’impronta eucaristica per una vera comunione e che il discorso è aperto a tutti, perché tutti riprendano in mano la corresponsabilità attraverso gli Organismi di partecipazione diocesani, zonali e parrocchiali che nei prossimi giorni verranno rinnovati. “Riprendiamo il cammino facendo tesoro di quanto abbiamo ascoltato”.
Adriana Letta
Foto di Rosalba Rosati