Presente anche il direttore del Centro Diocesano Vocazioni don William Di Cicco insieme con uno dei nostri seminaristi. Al centro delle riflessioni il corpo nel discernimento vocazionale
“«Un corpo mi hai dato» (Eb 10,5). Accompagnare la vocazione tra limite e desiderio”. È questo il tema che ha caratterizzato il XXXVI Seminario sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale delle Vocazioni della CEI. Il Seminario si è tenuto nella meravigliosa cornice di Santa Maria degli Angeli, nella Domus Pacis di Assisi dal 19 al 22 aprile. Molte le diocesi e gli ordini religiosi accorsi, tra cui la nostra diocesi rappresentata dal Direttore del Centro Diocesano Vocazioni don William Di Cicco accompagnato da uno dei nostri seminaristi.
Le tematiche affrontate durante le giornate sono state tante e tutte vertevano sull’urgenza di educare i giovani di oggi all’accettazione di sé, del proprio corpo che, in quest’era digitale, diviene così spersonalizzato per dover assumere determinati canoni e parametri. La ricerca e l’immaginazione dell’ideale porta al rischio di rimanere in un desiderio auto-riferito e quindi ogni persona diventa per se stessa e non per gli altri. Ci si trova dinanzi a corpi de-individualizzati non più capaci di relazionarsi, non più orientati al dono totale di sé, lontani dalla logica della prossimità. Di tutto questo le scelte di senso, le domande vocazionali ne risentono. Come può un giovane porsi domande sul senso della propria vita, di come farla arrivare a quella pienezza che il Signore sogna per ciascuno di noi, se viene portato sempre più verso uno stare al di fuori di sé?
Questa diventa la sfida per la Chiesa, in particolar modo per i direttori spirituali, che devono rimettere al centro l’importanza che il nostro corpo, il nostro essere è ad immagine e somiglianza di Dio, favorire percorsi che portino i giovani ad interrogarsi sul senso della vita e della vocazione come realizzazione della propria esistenza, insegnare ai giovani a saper stare nelle proprie fragilità, ferite e trasformarle per trovare volti positivi dei fallimenti.
Nel periodo in cui tutta la Chiesa sta vivendo il cammino sinodale, questi temi risuonino nelle assemblee, nei gruppi affinché si possano creare itinerari comuni in cui i giovani sono i protagonisti.
Testo:
Carlo Di Sotto