BIBLIOTECA DIOCESANA “Card. Cesare Baronio”
Orario di apertura
Lunedì: Matt. 10.00 – 12.00 – Pom. 15.30 – 17.30;
Martedì: Matt. 9.30 – 12.00 – Pom. 15.00 – 17.30;
Giovedì: Pom. 15.00 – 18.00;
Sabato: Matt. 09.00 – 12.00
Direttore della Biblioteca: Prof. Claudio Basile
ASSENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE
E-Mail: biblioteca@diocesisora.it
Via 11 febbraio, n. 3 – 03039 SORA (FR)
Tel. 0776/831082 – Fax 0776/820160
L’origine della Biblioteca diocesana Cardinal Cesare Baronio di Sora risale al 1565, quando fu istituito il Seminario vescovile in obbedienza ad un decreto emanato nella XXIII sessione del Concilio di Trento. In questa sede fu dato a ciascun vescovo il mandato di erigere nella propria Diocesi un istituto, il “seminarium”, che garantisse la giusta formazione religiosa ai giovani votati ai ministeri ecclesiastici. Il vescovo di Sora, Tommaso Gigli (1561-1577), che a Trento aveva sottoscritto di persona il decreto, fu tra i primi a metterlo in atto, aprendo la scuola non solo ai futuri sacerdoti, ma anche a quei laici che non avevano le risorse economiche per intraprendere in altro modo gli studi. Con la dotazione dei testi di studio ai seminaristi iniziava anche la storia della Biblioteca diocesana; da quella prima piccola libreria si sarebbe sviluppato, tramite acquisti e donazioni, l’istituto culturale che conosciamo oggi.
Strettamente legata alla sede del Seminario, la Biblioteca ne seguì le vicende costruttive, storiche e culturali, alternando momenti di splendore a fasi di declino. Il XVII secolo fu particolarmente infausto per il Seminario a causa dei danni alla struttura prodotti da frequenti terremoti. L’edificio fu ogni volta riadattato alla meglio, ma non resse al sisma del 1688. Fu allora necessario procedere ad una totale ricostruzione del fabbricato che riaprì le porte solo nel 1694.
Nel frattempo la libreria ad uso degli studenti si era arricchita di nuovi volumi e nel 1730, durante l’episcopato di Gabriele de Marchis, fu aperta nel Seminario una vera e propria Biblioteca. Iniziava per l’Istituto un periodo fiorente che raggiunse il suo apice nella seconda metà del secolo. Alla guida della Diocesi fu destinato un uomo di profonda cultura, il vescovo Tommaso Taglialatela (1765-1767), già professore di Diritto e di Teologia all’Accademia di Napoli, che dette nuovo impulso alle attività culturali del Seminario con l’introduzione di materie fino ad allora trascurate. La Biblioteca si arricchì allora di testi di Teologia, Diritto, Filosofia, Geometria, Umanità e Grammatica.
Sul finire del Settecento, tuttavia, si preannunciò una nuova epoca di decadenza. Le truppe di Ferdinando IV, dislocate a Sora per contrastare l’avanzata dei francesi, occuparono l’edificio per cinque anni, dal 1795 al 1800. Nei decenni successivi la crisi economica causata dalle guerre e dai rivolgimenti politici non permise ai vescovi che si succedettero nella Diocesi di risollevare le sorti dell’Istituto. A stento si riuscirono a reperire i fondi per il mantenimento degli studenti e per ristrutturare il fabbricato logorato dagli eventi e dal tempo; ciò nonostante le attività del Seminario non si interruppero e, seppur a singhiozzo e senza un progetto unitario, proseguirono i lavori di rifacimento dell’edificio. Le aggiunte e le continue trasformazioni degli ambienti coinvolsero anche la Biblioteca che nel 1859 fu trasferita nelle stanze del Rettore per lasciare il posto ad una nuova camerata.
Intanto stava nascendo l’Italia. Nel 1861 il Seminario fu occupato dalle truppe piemontesi che tre anni dopo vi stabilirono un ospedale militare. I soldati ordinarono di liberare dai libri le stanze del Rettore con la minaccia di defenestrare personalmente i volumi, se non fossero stati obbediti. L’intera Biblioteca fu così ricoverata in una casa privata poco distante dalla Curia vescovile. I piemontesi lasciarono il Seminario nel 1872, ma ormai il fabbricato, trasformato prima in caserma e poi in ospedale, necessitava di un completo restauro. Grazie agli sforzi e alla determinazione del vescovo Paolo De Niquesa (1872-1878) nel giro di un anno il Seminario tornò ad essere agibile ed in grado di ospitare nuovamente la Biblioteca; finalmente recuperati dalla casa privata, i libri furono sistemati al secondo piano del palazzo. Perduravano, però, le difficoltà economiche e per una ripresa completa del Seminario bisognò aspettare la fine del secolo. Fu solo durante il mandato del vescovo Raffaele Sirolli (1887-1899) che si crearono le condizioni per procedere ad una più coerente ristrutturazione dell’edificio. I locali furono rimodernati, ampliati, decorati, e anche alla Biblioteca fu dato uno spazio maggiore. Oltre alle mura rinascevano anche la vita spirituale ed intellettuale dell’antico Istituto; qui si concentrarono i principali eventi culturali della città – convegni, rappresentazioni teatrali, conferenze – e, grazie agli ottimi insegnanti, per decenni generazioni di giovani ebbero assicurata un’istruzione di alto livello.
Nel corso del XX secolo ad interrompere la vitalità della scuola fu di nuovo la violenza della natura, a cui si aggiunse quella dell’uomo: il 13 gennaio del 1915 il violento terremoto della Marsica causò morte e distruzione anche a Sora; il Seminario, seriamente compromesso da crolli e lesioni rimase chiuso fino all’autunno seguente, ma ormai le aule si erano svuotate per la chiamata di numerosi giovani sul fronte della Grande guerra. L’edificio doveva essere radicalmente rinnovato, ma nei decenni immediatamente successivi si poterono solo adottare misure di emergenza. Con la Seconda guerra mondiale, infine, la situazione precipitò. Il Seminario fu danneggiato dai bombardamenti e trasformato in caserma per la seconda volta nella sua storia dai soldati tedeschi, che lo occuparono dal 1943 al maggio dell’anno successivo. A questo punto il rifacimento quasi totale dell’edificio non poteva più essere rimandato e finalmente nel 1957 i lavori giunsero a compimento. Alla Biblioteca era stata destinata una stanza al piano superiore dell’ala orientata a nord, ma in quel momento i libri si trovavano nei locali della Curia vescovile, dove erano stata trasferiti in occasione dei lavori. Qui il bibliotecario, don Gaetano Squilla, aveva inventariato e catalogato per autore tutti i volumi, riunendoli in 20 sezioni sulla base della disciplina di appartenenza. I libri erano stati collocati sugli scaffali con un criterio alfanumerico in cui una lettera dell’alfabeto indicava la materia del libro e un numero arabo la sua successione sul ripiano. Così sistemati i testi potevano rimanere nei locali della Curia e messi a disposizione degli studiosi. Così nel 1977 la Biblioteca fu intitolata al cardinale sorano Cesare Baronio (Sora 1538 – Roma 1607) e aperta al pubblico. Le stanze corrispondevano agli attuali locali dell’Ufficio Beni culturali ed Edilizia di culto e dell’Ufficio tecnico, e comprendevano la stanza dei libri, la sala consultazione e la segreteria. Tuttavia non sarebbe stata nemmeno questa la sede definitiva. Nel 1990 si decise di rendere quei locali nuovamente disponibili per le attività della Diocesi e i libri furono portati di nuovo nel Seminario, ma durante il trasloco, effettuato da un ditta non competente, l’ordine dato da Squilla andò completamente perduto. Al disordine dei volumi si aggiungeva la mancanza di idoneità dei locali e l’eccessivo zelo con cui erano stati protetti i libri, tutti foderati con copertine che ne rendevano impossibile l’identificazione immediata. Fu il vescovo Luca Brandolini (1993-2009) a volere la rinascita della Biblioteca a dieci anni dalla sua chiusura. Fu ristrutturata, adeguata ed arredata un’ampia ala del Seminario, al fine di creare un complesso del tutto autonomo e, sotto la direzione del prof. Claudio Basile, tutt’ora Direttore della Biblioteca, fu fatta una paziente opera di riordino dei volumi su nuove scaffalature che si concluse nel 2003 con l’apertura al pubblico dell’odierno Istituto.
La Biblioteca è suddivisa in quattro Fondi: il Fondo antico, il Fondo moderno, il Fondo speciale Vincenzo Tavernese e il Fondo periodici. Il Fondo antico è costituito da oltre 4300 volumi, di cui fanno parte 6 incunaboli, più di 230 cinquecentine e circa 900 seicentine. Tra gli incunaboli si conservano le Apostillae ad Bartolum super prima parte Infortiati (Venezia, Andrea Calabrese, 1488) e una Bibbia (Venezia, Girolamo de’ Paganini, 1492). Inizialmente la Biblioteca dovette contenere testi di grammatica, eloquenza, filosofia, morale, letteratura e materie ecclesiastiche, secondo le lezioni che si tenevano nel Seminario. In un’epoca in cui la teologia cattolica era diventata spagnola, i trattati di Alfonso De Castro, Louis De Molina, Benito Pereira, Jacopo Sadoleto, e Domingo De Soto, presenti tra le cinquecentine, indicano come il nostro Seminario si sia subito aggiornato sulle avanzate correnti di pensiero della cosiddetta Scuola di Salamanca. Nel Settecento il vescovo Taglialatela, che aveva particolarmente a cuore la formazione dei giovani seminaristi, ispirò certamente una nuova stagione di acquisti. Nel corso dei secoli la Biblioteca non smise mai di crescere, grazie anche ai preziosi testi donati dai Vescovi della Diocesi, dagli stessi Rettori del Seminario e da privati cittadini. Numerosi furono i libri provenienti dagli ordini monastici della zona dopo la soppressione napoleonica; il fondo allora si arricchì delle biblioteche dei francescani di Sora e di Alvito e dei gesuiti di Sora e di Arpino.
Per l’importanza dei trattati, la levatura degli autori e il pregio delle edizioni, è difficile nel breve spazio di questa guida, fare una rassegna delle opere più rilevanti, senza rischiare di ometterne altre ugualmente preziose. Si segnalano, tuttavia, i Commentaria in quinque libros decretalium di Prospero Fagnani (Roma 1661) e le Institutiones iuris canonici di Giovanni Paolo Lancellotti (Venezia 1570) tra i principali testi di diritto canonico; gli Acta ecclesiae mediolanensis (Lione 1683) e il Promptuarium synodale di Giovanni Battista Braschi (Roma 1727) tra i testi di riferimento per l’indizione dei sinodi diocesani; il Corpus iuris civilis (Lione 1569) e i repertori di leggi del Regno di Napoli per il diritto civile; il Direttorio ascetico di G. B. Scaramelli (Napoli 1760) tra i libri di spiritualità; il Bullarium privilegiorum ac diplomatum Romanorum Pontificum amplissima collectio opera et studio Caroli Cocqueline (Roma 1739-1762), un’edizione cinquecentesca dei canoni e decreti del Concilio di Trento (Venezia 1566) e l’Italia sacra di Ferdinando Ughelli (Roma 1644-1662) per la Storia della Chiesa. Del cardinal Cesare Baronio, a cui è intitolata la Biblioteca, si conservano tutte le opere. Tra queste figurano una delle prime edizioni degli Annales ecclesiastici (Anversa 1598-1617) ed un Martyrologium del 1598. La raccolta è, inoltre, impreziosita da un’edizione cinquecentesca della Summa Theologiae di S. Tommaso d’Aquino (Roma 1581). Un ultimo accenno va fatto alle opere di storia locale, tra cui compaiono le Memorie istoriche massimamente sacre della città di Sora di Francesco Tuzi (Roma 1727) le Memorie istoriche dell’antica città d’Atina divise in cinque libri di Bonaventura Taulieri (Napoli 1702), il Saggio istorico sull’antichissima città di Frosinone nella campagna di Roma di G. D. M. F., di Giuseppe De Matthaeis (Roma 1816) e L’ Antica Arpino di Bernardo Clavelli (Napoli 1623). Il fondo antico è quasi interamente presente nell’Opac del Sevizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Il ricercatore che vuole avere una conoscenza completa del fondo trova un prezioso strumento di consultazione e di studio nell’Inventario del Fondo antico, a cura di Benedetto Volpe (Sora 2004),
Le acquisizioni degli ultimi due secoli, in linea con il carattere storico-ecclesiastico della Biblioteca, costituiscono il Fondo moderno, che ad oggi conta oltre 35000 volumi. Vi ritroviamo, divise in sezioni, opere di teologia, storia della chiesa, Sacra Scrittura, liturgia, spiritualità, predicazione, pastorale, catechesi, agiografia, mariologia, cristologia, patristica, diritto canonico e, per le altre discipline umanistiche, testi di storia universale, filosofia, letteratura italiana, greca e latina. A queste si aggiungono le sezioni dedicate alla dottrina sociale, alle scienze sociali, alla storia delle religioni e un considerevole settore dedicato alla storia locale.
Anche il Fondo moderno nel corso degli anni ha incorporato alcune collezioni private; tra queste la biblioteca di Mons. Vincenzo Tavernese che, con la sua consistenza di circa tremila volumi, si connota come fondo speciale. Grazie al gran numero di libri dedicati alla storia dell’arte – circa due terzi della raccolta di Tavernese – la Biblioteca diocesana è divenuta sul territorio uno dei principali punti di riferimento per gli studiosi del settore.
Il Fondo periodici va dall’inizio del XX secolo ad oggi. La maggior parte delle testate è in linea con la natura ecclesiastica della Biblioteca, ma non mancano riviste di storia dell’arte, di archeologia e di storia locale.
PRINCIPI GENERALI
La Carta dei servizi della Biblioteca è lo strumento che:
• garantisce l’orientamento della struttura bibliotecaria a favore delle esigenze degli utenti;
• stabilisce diritti e doveri degli utenti e gli impegni della Biblioteca sulle modalità di
erogazione dei servizi offerti.
Nel fornire i propri servizi la Biblioteca si ispira ai principi di imparzialità e uguaglianza enunciati
nello Statuto della Regione Lazio e nel Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche.
La Biblioteca garantisce accesso a chiunque senza distinzione di etnia, sesso, religione, nazionalità,
lingua o condizione sociale. L’accesso alla Biblioteca, la consultazione, nonché i servizi di
reference dei documenti sono gratuiti. La Biblioteca sostiene la formazione, lo studio e la ricerca e
contribuisce ad accrescere la consapevolezza dell’eredità culturale e a trasmetterla alle generazioni
future.
La Biblioteca persegue la cooperazione tra le Biblioteche e la condivisione delle risorse
bibliotecarie e documentali a partire dalla rete delle Biblioteche del Polo a cui appartiene,
nell’ambito del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN).
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REGOLAMENTO
DELLA BIBLIOTECA DIOCESANA “CARD. CESARE BARONIO”
DELLA DIOCESI DI SORA – CASSINO – AQUINO – PONTECORVO
Premessa: Natura e finalità
La Biblioteca diocesana “Card. Cesare Baronio”, della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo,
nasce dal conferimento dei fondi librari di proprietà della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo e del
Seminario Diocesano dell’Immacolata. Essa ha la finalità di incrementare e custodire il patrimonio
librario diocesano e promuovere la ricerca storica, teologica, filosofica e canonica sul territorio
diocesano. I beni in essa custoditi hanno la natura di beni ecclesiastici.
Ha sede, con l’Archivio diocesano, presso i locali del Seminario Diocesano dell’Immacolata, in Sora
in via 11 febbraio 1929, n. 3.
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