«E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7)
Le Caritas diocesane in convegno per il 50° anniversario della Fondazione
“… A questo proposito vorrei indicarvi tre vie, tre strade su cui proseguire il percorso…”. Così il Papa il 26 giugno 2021 nell’aula Paolo VI ai membri di Caritas in occasione del 50esimo di Fondazione.
“… La prima è la via degli ultimi. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi.”
“… Una seconda via irrinunciabile: la via del Vangelo. Mi riferisco allo stile da avere, …è lo stile dell’amore umile… che si propone, ma non si impone…”
“… La terza via è la via della creatività. L’esperienza dei 50 anni non è un bagaglio di cose da ripetere; è la base sui cui costruire per declinare in modo costante quello che San Giovanni Paolo II ha chiamato “ fantasia della carità”.
E su queste tre vie – indicazioni si è sviluppato il 42esimo Convegno delle Caritas Diocesane, dal 20 al 23 giugno, a Rho-fiera (Milano) convegno che ha visto per tre giorni direttori e collaboratori delle Caritas Diocesane e di Caritas Italiana confrontarsi su come camminare insieme sulla via degli ultimi.
Anche la Caritas diocesana Sora-Cassino è stata presente ai lavori con la partecipazione di Maria Rosaria Lauro e Nicolina D’Ettori.
Il Convegno, il primo in presenza dopo il loockdown, è ruotato non solo intorno ai poveri ma anche intorno al rapporto con i poveri. È stato evidenziato, infatti, che risultano essere poveri 6 milioni di persone con i quali la Chiesa deve dialogare “non come persone esterne, ma come fratelli e sorelle che con noi sono “sulla stessa barca” nella vita, ha detto Mons. Radaelli, Presidente di Caritas Italiana, nel suo intervento introduttivo ai lavori. Incisiva e toccante è stata la relazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e neo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, collegato in streaming ai lavori “… in questa emergenza di pandemia – così si è espresso – anche quella della guerra, la pressione sulle Caritas è aumentata e le ondate di pandemia vi hanno visti pronti a moltiplicare gli sforzi e a ripensare la carità. Queste emergenze ci costringono a ripensare abitudini invecchiate e a trovare nuovi modi di essere più vicini ai più poveri … non c’è niente di peggio che ritornare come prima … vi chiedo di crescere … ricordiamoci, come Papa Francesco ha evidenziato al paragrafo 35 della Fratelli Tutti, che non ci sono più gli altri, gli ultimi … ma ci siamo noi! Un’unica famiglia”.
Interessante è stata la relazione della sociologa Federica De Lauso, a margine del Convegno, ricercatrice dell’Ufficio Studi di Caritas Italiana, con la quale ha evidenziato l’aspetto “multidimensionale della povertà” che non è solo economica e tocca il lavoro, la casa, la salute, il disagio psicologico, esploso con la pandemia, e la povertà educativa.
È cresciuta, in particolare, la povertà relativa delle persone sole over 65 e, non a caso, sempre più spesso i mass media ci informano di morti avvenute, delle quali si viene a conoscenza dopo del tempo trascorso e gli unici segnali sono quelli relativi al cattivo odore.
È stata, quindi, evidenziata la povertà relazionale e di quanto, anche nella vita caotica della città, si possa essere soli e soprattutto sentirsi soli nel disagio e nella sofferenza, problema evidenziato anche dall’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini e sempre dal Cardinale Zuppi “… le ondate della pandemia hanno confuso quel fragilissimo equilibrio che sono i nostri sentimenti e ci hanno costretto ad accorgerci di situazioni nuove, come le povertà di relazione, legate alla psiche, oppure ai drammi della vecchiaia che ha pagato il prezzo più alto … È stato ricordato, inoltre, che non si serve il Vangelo se non si serve quell’altra grande Eucarestia che è il servizio ai poveri. Il Convegno è inquadrato inoltre sul tema degli Ultimi nel cammino sinodale. Sempre Mons. Radaelli ha insistito sulla necessità di impegnarsi per tutti i profughi ma soprattutto ha ricordato che anche i nostri poveri sono chiamati all’ascolto per arrivare ad una reale accoglienza reciproca, a un camminare insieme sulle strade della vita, a una maturazione condivisa verso una società più giusta e libera. Certo, bisogna sintonizzare i linguaggi, imparare a comprenderci a vicenda sia nel linguaggio verbale sia in quello non verbale. Interessante anche l’intervento di Mons. Valentino Bulgarelli, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, che ha fatto il punto proprio sul cammino sinodale che al momento ha coinvolto cinquecentomila persone. “E’ il momento di recuperare la finalità della comunità cristiana, ha evidenziato il sottosegretario CEI, aggiungendo che “la trasformazione del quotidiano impone di cercare nuovi strumenti ….”
Belle e toccanti le testimonianze, in particolare l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica Esagramma che vede suonare fianco a fianco giovani e adulti con e senza disabilità. Interessante la testimonianza di Vincenzo Linarello, Presidente del Consorzio Goel, una comunità di persone imprese e cooperative che operano per il riscatto della Calabria attraverso l’impresa sociale come principale motore di cambiamento.
Gli interventi che si sono susseguiti e i confronti avuti in aula ai tavoli di lavoro hanno dato tutti indicazione per un cambiamento e un travaso di amore, ed è normale chiederci, con Padre Giacomo Costa Presidente della Fondazione culturale San Fedele e consultore della segreteria generale del Sinodo dei vescovi dopo quanto ascoltato, vissuto e dato il proprio contributo ai lavori : “A quale traboccamento di amore è oggi chiamata la Caritas?”. Concludiamo rispondendo con le parole di Don Marco Pagniello Direttore di Caritas Italiana: “lungo le tre vie continuiamo a camminare insieme con tre consapevolezze: fare la nostra parte come chiamata alla responsabilità, abitare le tensioni con dinamismo, partire dal protagonismo dei poveri per riconfigurare le nostre realtà”.
Maria Rosaria Lauro