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Cassino, inaugurato l’Anno accademico 2024-2025

La relazione del Rettore e i vari interessanti interventi, hanno delineato l’immagine di una Università viva e all’avanguardia

Inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, lunedì 24 marzo, nell’Aula magna “Federico Rossi” del Campus Folcara, appuntamento annuale che va diventando sempre più un importante momento non solo di rendiconto dell’anno trascorso, ma di riflessione profonda sul passato, sul presente e ancor più sul futuro delle Università e in particolare di questa Università.

Davanti alle numerose autorità civili, militari, religiose (presente il Vescovo Gerardo Antonazzo) e accademiche, ai numerosi studenti e a giornalisti e fotografi, è iniziato l’ingresso del corteo accademico, con i Docenti dei cinque Dipartimenti in toga, i rappresentanti di altre università italiane con cui c’è sempre più forte e proficua collaborazione, i loro Rettori e prorettori e infine il Rettore Magnifico di Unicas Marco Dell’Isola.

Un quintetto di giovani musicisti ed un tenore del Conservatorio di Frosinone hanno eseguito il Canto degli Italiani, che ha fatto scattare tutti in piedi, sull’attenti i militari, con la mano sul cuore gli altri. E già questo è sempre un momento toccante che pone tutti di fronte ad una realtà alta e rispettata a cui tutti apparteniamo e che al tempo stesso tutti abbiamo il dovere di tenere alta.

Il primo intervento è stato quello del Rettore Marco Dell’Isola, che dapprima ha delineato un quadro preciso dell’andamento dell’Università, menzionando lo straordinario successo nelle immatricolazioni di studenti italiani e stranieri, il rilancio delle infrastrutture, l’housing di Janula Residence per gli studenti, gli investimenti in strumentazioni e attrezzature di ricerca; la crescente internazionalizzazione, gli eccellenti risultati della ricerca, del trasferimento tecnologico e dei progetti PNRR.  Nonostante il generale calo demografico, il trend di crescita medio degli immatricolati dell’Unicas è stato mediamente superiore al 4 % annuo. Anche il numero di studenti iscritti post-laurea è aumentato in modo esponenziale raggiungendo un valore triplo rispetto a quello dei tradizionali corsi di studio. Si prevede di approvare il bilancio consuntivo 2024 con un importante risultato utile. Completamente azzerato il saldo negativo residuo di circa 21 milioni di euro, grazie all’enorme sforzo (tuttora in corso) di tutta la comunità accademica. Ha parlato del Sistema Universitario e della comunità accademica, in cui si condividono successi e inciampi, analizzando con spirito critico anche i propri errori. Essere “comunità” richiede soprattutto riconoscersi in un’identità ed in obiettivi comuni, ma implica anche costruire significative relazioni umane.

Ha poi definito le Università come testimoni di pace, offrendo una profonda riflessione sulla pace. La pace è una “dimensione culturale” essenziale su cui è necessario basare la nostra missione di comunità educante che vuole costruire un futuro prospero e sostenibile per i giovani. Essere “testimoni di pace”, per le Università in generale e per Unicas in particolare significa soprattutto testimoniare quotidianamente e concretamente l’impegno dell’intera comunità accademica. Nella nostra, come in tante altre Università, si realizza pienamente il principio della diplomazia della conoscenza, i principi di democrazia e pace che ispirano la nostra Costituzione, si realizza concretamente il principio di uguaglianza ed un eccezionale ruolo di ascensore sociale, nonché il principio di inclusività con il sostegno alle disabilità.

Il Rettore si è ancora soffermato sull’Università nell’epoca postmoderna, su tradizione e innovazione nell’epoca della comunicazione massificata e dell’intelligenza artificiale, per poi concludere: L’Università di Cassino e del Lazio Meridionale,  cercando di trasmettere i valori della nostra Costituzione, “intende interpretare al meglio il proprio ruolo nella promozione dell’inclusione e della sostenibilità, continuando a garantire un accesso equo all’istruzione e una cultura della responsabilità sociale per formare cittadini consapevoli e impegnati nella costruzione del nostro futuro”. Con questo auspicio ha dichiarato aperto l’anno accademico 2024-2025 dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, 46° dalla sua fondazione.

A far seguito è stato l’intervento di Stefano Sforza, rappresentante degli studenti che ha fatto sentire la voce dei giovani e anche le loro esigenze, i dubbi e le insicurezze per cui spesso guardano al futuro più come una minaccia che una speranza; perciò bisogna convogliare gli sforzi per implementare attività di affiancamento e tutorato, facilitare l’ingresso e la permanenza di studenti provenienti da tutte le parti del mondo, integrare i requisiti per le borse di studio. Encomiabile è il lavoro che quotidianamente svolge il CUDIR per gli studenti con disabilità.

L’intervento del rappresentante del personale tecnico-amministrativo Daniele Mattaroccia ha tracciato un quadro delle attività svolte nell’anno, i cambiamenti che hanno consentito di valorizzare le professionalità presenti garantendo maggiore efficienza nei processi e nelle attività dell’Ateneo. Ha sottolineato l’importanza dell’aggiornamento continuo, leva strategica per il miglioramento di servizi e crescita professionale, di strumenti a favore del benessere organizzativo, tra cui il telelavoro. Un ruolo cruciale è stato svolto dal tavolo di contrattazione, luogo di confronto ed elaborazione di regolamenti fondamentali per il personale. Solo attraverso la sinergia e la collaborazione, il nostro Ateneo può continuare ad essere un luogo di alta formazione e di elaborazione culturale, inclusivo e orientato all’innovazione.

È stata poi la volta della Prolusione di Simone Digennaro sul tema “L’Università come atto di resistenza: dubitare, sperare, trasformare”. Ha aperto il discorso con la frase di José Ortega y Gasset “Il compito dell’università è insegnare a dubitare, ma anche a credere in qualcosa” che, pur nella sua semplicità e chiarezza, rimanda a una profonda rivisitazione del modo di intendere l’Università. Oggi, ha detto, le comunità sono influenzate da processi epocali sul piano sociale, politico, economico e culturale. In questi cambiamenti l’Università ha l’obbligo scientifico – e morale – di entrare dentro questi processi. L’Università è un’Istituzione con un progetto pedagogico che agisce nel presente, ricordando il passato e guardando al futuro, proiettandosi verso di esso. E poiché è urgente intervenire per un progresso sociale, ha portato l’esempio di quando, col suo gruppo, iniziò una serie di interventi a favore di Caivano, prima di altri, quando era nel più completo degrado. “Lì siamo andati per portare una speranza, la speranza del cambiamento. E lo abbiamo fatto, anche a diretto contrasto con la criminalità, con attività laboratoriali, incontri di comunità, sostegno alla genitorialità, accompagnamento allo studio. Abbiamo dato soprattutto voce a una comunità che era stata messa nell’ombra, consapevoli del fatto che non avere voce vuol dire non avere diritti. Pedagogia della speranza. “Il nostro imperativo come docenti è dubitare del presente, sperare nel futuro e trasformare la comunità”.

A questo punto il Rettore ha chiamato a dare la sua testimonianza Nikita, un ragazzo ucraino che ha narrato come l’Università lo ha fortemente aiutato, davvero come “Sol per noctem”, che è il distintivo e il logo di Ateneo: è stato il sole che ha illuminato la sua notte ed ora il ragazzo, che a Cassino ha potuto studiare, si presta a rendere il gran bene ricevuto, impegnandosi nelle attività di orientamento e di inclusione.

Tutti interventi molto interessanti. L’ultimo intervento è stato affidato all’ospite d’onore, l’attore Yari Gugliucci, sul tema “Guerra e Pace. Da Tucidide a Dante. Da Rostand alle guerre invisibili”. Attore e scrittore italiano, laureato in Sociologia e Filosofia, che vive tra Roma e New York, con una lunga carriera alle spalle, con la sua performance ha trascinato il pubblico in un viaggio tra sogni ed errori dell’uomo, mostrando come è importante la cultura, la parità, l’eguaglianza, viaggiando tra storia, letteratura, riflessioni… Davvero interessante e meritevole degli applausi del pubblico.

Un ultimo brano musicale dei giovani artisti del Conservatorio ha chiuso una mattinata davvero stimolante: l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale si è presentata come una grande realtà, in rete con il territorio e con altre università, capace di ricompattarsi quando qualcosa non va bene, piena di idee, protesa all’avvenire, attenta ai giovani, desiderosa e impegnata a curare i mali sociali e a sperimentare e attuare iniziative positive, un vero punto di riferimento all’avanguardia.

Adriana Letta