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CL celebra il Fondatore

Cassino: il Vescovo presiede la celebrazione per il centenario della nascita di Don Luigi Giussani

 

Sabato 19 febbraio nella chiesa di S. Pietro Apostolo a Cassino, il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo ha presieduto la Messa prefestiva con il numeroso gruppo cassinate di Comunione e Liberazione per ricordare il centenario della nascita di don Luigi Giussani e il quarantesimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione. Se è normale che gli aderenti a CL si ritrovino mensilmente in questa chiesa di Cassino per la “loro” Messa, stavolta l’occasione era davvero speciale proprio per la ricorrenza della nascita di Don Giussani, il fondatore, 100 anni fa a Desio, nella Brianza. A lui moltissime sono ormai le persone che debbono il proprio incontro vero e personale con Gesù Cristo che ha cambiato la loro vita. Infatti Luigi Giussani, nato da famiglia semplice, diventò sacerdote, teologo, docente perché a sua volta, mentre “cercava la Bellezza, aveva trovato Cristo” ed ha sentito il bisogno e il dovere di presentare e proporre la sua esperienza umana e l’itinerario cristiano come incontro, avvenimento, storia d’amore. Perciò, volendo testimoniare la bellezza della vita cristiana e dimostrare che Cristo è “Via, Verità e Vita”, che solo Lui è la strada verso la realizzazione dei desideri più profondi del cuore dell’uomo, e che vivere da cristiani è “generare tracce nella storia del mondo”, ha cominciato ad avvicinare i giovani, prima con Gioventù Studentesca, poi fondando, nel 1969-70, in piena Contestazione giovanile, il movimento di Comunione e Liberazione. L’11 febbraio 1982, esattamente 40 anni fa, il Pontificio Consiglio per i Laici riconobbe la Fraternità di Comunione e Liberazione. Un altro anniversario importante! Va ricordato anche che dal 2012, sette anni dopo la sua morte, si è dato inizio al processo di beatificazione e canonizzazione di don Luigi Giussani, che da allora è considerato Servo di Dio.

Nell’omelia, il Vescovo ha messo in forte risalto questi aspetti, affermando che Don Giussani è riuscito, con la sua opera, a rendere vivo il Vangelo e a farlo vivere a tanti che lo hanno incontrato. Il problema della Chiesa è quello di rendere viva la Parola del Vangelo in modo da poter dialogare con tutti. Come ci ricorda Papa Francesco, ha proseguito, l’unico estremismo ammissibile è proprio quello del Vangelo, perché rende estremo ed essenziale il messaggio di Carità. La misura dell’amore è l’unica a non avere misura, per sua natura è smisurata, e Gesù lo ha reso tangibile con la sua vita! Il problema non è criticare e giudicare gli altri (come l’episodio di Achille Lauro al Festival di Sanremo), ma è quello di entrare nell’esperienza di un Grande Amore che il Vangelo comunica da duemila anni. Noi dobbiamo essere attenti alla voce dello Spirito per poter conoscere ciò che è conforme alla sua volontà e al suo Amore. Questo amore, che diventa perdono, è un “diritto della persona”, come ci ricorda sempre il Papa. Questo amore, questo perdono, vissuto da Gesù fino al sacrificio della Croce, non può essere identificato con una legge cristiana da rispettare, è una vita da vivere.

Nella preghiera dei fedeli, curata, come la proclamazione delle letture e l’animazione musicale, dal gruppo CL presente in modo compatto, oltre a pregare per la Chiesa, il Papa e i Vescovi, le persone sole e bisognose, per la pace, soprattutto in Ucraina, si è chiesta anche la fedeltà al carisma del fondatore nell’appartenenza alla vita della Chiesa e perché “sull’esempio di Don Giussani possiamo riscoprire sempre più Cristo come orizzonte totale della propria vita e forma vera di ogni rapporto”.

Al termine della Messa, il parroco Don Nello Crescenzi ha ringraziato caldamente il Vescovo per essere intervenuto raccogliendo volentieri l’invito e per le parole e le riflessioni offerte nell’omelia. Infine, dopo la benedizione conclusiva, alcuni rappresentanti di CL hanno voluto offrire al Sindaco di Cassino Enzo Salera, presente alla celebrazione, un libro su Don Giussani.

Adriana Letta