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Con lo sguardo oltre… per costruire la speranza

Convegno Caritas per le Zone pastorali di Cassino e Cervaro

Mercoledì 15 novembre a Cassino, nella Sala degli Abati della Curia, si è svolto il convegno Caritas rivolto a volontari e operatori della carità, agli Assistenti sociali e alle associazioni delle Zone pastorali di Cassino e Cervaro sul tema “Con lo sguardo oltre… per costruire la speranza”.

Davanti ad un folto e interessato pubblico, il sociologo dott. Luigi Pietroluongo ha moderato l’incontro invitando a prendere la parola come primo animatore, il dott. Luigi Maccaro, assessore comunale alla coesione sociale e responsabile di Exodus sede di Cassino, da sempre impegnato con i giovani e le politiche economiche e sociali e dunque forte di una lunga e approfondita esperienza. Ha parlato della situazione attuale della società e della chiesa e delle difficoltà della situazione attuale e considerando il titolo dato al convegno, ha osservato: se lo sguardo va oltre, c’è già la speranza.

Il secondo animatore della serata chiamato a parlare è stato Don Nello Crescenzi, Vicario di zona a Cassino, che ha osservato che per essere segni di speranza occorre avere la capacità di vedere il bene nella vita di ogni giorno. In particolare ha messo in luce l’importanza dell’esperienza, perché “la realtà deve sempre superare l’idea”, e lo ha spiegato raccontando l’episodio di una esperienza fatta da ragazzo, imboccare gli anziani soli ricoverati in ospedale, esperienza semplice ma altamente formativa; e un’altra fatta la mattina con la sua classe di studenti che lo ha fatto riflettere sulla responsabilità, rispondere delle scelte fatte. La carità richiede un’esperienza diretta e personale ma in rete con altri. Occorre dunque potenziare questi due aspetti: esperienza e responsabilità. I tre ambiti pastorali della comunità parrocchiale: catechesi, liturgia e carità sono connessi tra loro: è la comunità, il popolo di Dio, che trasmette la fede, la celebra, ed è carità. Non bisogna essere battitori liberi, occorre far circolare le informazioni, non restare in compartimenti stagni non comunicanti. La cura degli anelli deboli deve partire dalla cura di chi se ne prende cura. Allora, le azioni efficaci sono ascoltare, accompagnare, dare fiducia: così si apre alla speranza.

Luigi Pietroluongo, per sottolineare quanto detto, ha osservato che l’idea che “tutto il mondo è intorno a me” ha disaggregato la comunità perché ognuno centra tutto su di sé e questo genera scoramento, senso di fallimento, ma questo è prezioso agli occhi di Dio.

Mons. Antonio Lecce, già Vicario generale e iniziatore in diocesi della Caritas voluta da Papa Paolo VI, ha fatto una lettura sapienziale dell’esperienza Caritas nella chiesa. La Sapienza è l’arte del saper vivere valorizzando i beni che Dio ha dato all’uomo: salute, tempo, amicizia, realtà materiali… tutto va visto alla luce di Dio. Gesù nel discorso sulle beatitudini espone il suo programma per saper vivere e ci chiama ad essere sale e luce. Ha ripercorso la storia da quando nel dopoguerra c’era la POA, Pontificia Opera Assistenza, perché c’era bisogno di questo. Più tardi fu Paolo VI ad abolirla e ad istituire la Caritas, che ha funzione pedagogica, di promozione e di coordinamento. Poi sono nate altre realtà, la Fondazione Migrantes, quella antiusura Goel, per rispondere ai nuovi bisogni delle comunità. Bisogna coinvolgere il popolo di Dio in tutte le attività, non limitarsi ad essere “pacchisti”, perché la comunità cristiana è chiamata ad amare, questo è il suo orizzonte. Deve muoversi per vedere un orizzonte sempre più ampio, come per il Sinodo, e “avere il fuoco dentro”. La comunità deve essere coesa (movimento centripeto) ma lanciare il cuore oltre l’ostacolo (movimento centrifugo). Deve partire dal reale, perché l’amore deve essere concreto e Cristo è la carne dei nostri fratelli.

Son seguite alcune interessanti testimonianze di persone impegnate nella Caritas e negli Scout. In chiusura hanno preso la parola la condirettrice Caritas diocesana M. Rosaria Lauro, con una lunga storia iniziata nel 2001, e Don Toma Akuino Teofilo, direttore, che ha detto: stiamo cercando una nuova identità per il mondo nuovo che viene, dobbiamo cercarla con partecipazione responsabile. Dobbiamo cambiare, seguiamo il vento dello Spirito, siamo più coraggiosi, perché la barca della Chies la guida Dio!

Adriana Letta