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Concerto Ave Mundi Spes

Ricordato il Maestro Pio Di Meo con un magnifico concerto dedicato all’Emilia-Romagna e alla pace

Un concerto stupendo è quello che un pubblico numeroso e attento ha seguito in religioso silenzio la sera di domenica 21 maggio nella chiesa di S. Antonio a Cassino. Ciò, grazie all’Associazione culturale e musicale “Pio Di Meo” onlus, che lo ha organizzato in collaborazione con l’associazione Coro polifonico “Maria SS.ma De’ Piternis”, per ricordarne il genetliaco, ottenendo il patrocinio del Comune di Cassino, città che ha dato i natali al Maestro.  Così si è potuta ripristinare alla grande una tradizione che aveva preso piede ma che il Covid aveva brutalmente interrotto. Ma ora finalmente si è potuta riprendere con piena soddisfazione ed il Concerto “Ave mundi Spes” è stato un successo.

A presentarlo, con competenza e garbo, è stata la prof.ssa Rosanna Margiotta, che fu tra i fondatori del Coro “Maria SS.ma De’ Piternis” e anche se ora non ne fa più parte attiva, è rimasta affettivamente legata. Il Concerto, ha dichiarato, è dedicato alla popolazione dell’Emila Romagna che soffre per la gravissima alluvione che ha disastrato il suo territorio, ed è diretto dal M° Giovanni Battista De Simone, accompagnato all’organo dal M° Walter Di Zazzo.

Poi ha presentato, due brani alla volta, la prima parte del concerto, che si è aperto con due bellissimi brani di Mons. Frisina: “Il deserto fiorirà” e “Pacem in terris”, scelti per i tempi di guerra che l’Europa sta vivendo, con l’auspicio che si possa al più presto tornare ad una pace stabile e vera. Poi si è passati a due brani tratti dalla polifonia sacra italiana del ‘500 e del ‘600, caratterizzati da solennità e bellezza contrappuntistica: Sicut cervus, di Giovanni Pierluigi da Palestrina a 4 voci dispari, brano concertato a suo tempo dal M° Di Meo, ed Exultate justi in Domino di Ludovico Grossi da Viadana, a 4 voci dispari. La bellezza della polifonia molto ben eseguita ha tenuto tutti attenti e concentrati a goderne la bellezza e le sfumature. Infine, due brani di Wolgang Amadeus Mozart: Laudate Dominum KV 339, eseguito dal Coro e dal soprano solista Caterina Canale ed il solenne e gioioso Regina Coeli KV 276 in Do Maggiore, scritto da Mozart a soli 14 anni.

È seguito un intermezzo musicale con due brani molto particolari: la sequenza gregoriana Victimae Paschali Laudes, eseguita dal solo coro maschile accompagnato dall’organo e l’Ave Maria di Jacob Arcadelt, di grande eleganza e profondità, eseguita da un quintetto polifonico formato da: Caterina Canale, soprano; Rosalba Canale, contralto; Alessandro Spacagna, tenore e dai bassi: Edoardo Caira e Pietro Canfora.

La seconda parte del Concerto ha presentato Ave mundi Spes Maria di Mons. Marco Frisina a 4 voci, e Cantate Domino di Hans Leo Hassler a 4 voci dispari, della polifonia cinquecentesca, due brani sacri, molto profondi, tutti da gustare. Poi due brani brillanti della polifonia profana del ‘500: O occhi manza mia di Orlando Di Lasso a 4 voci dispari e Chi la gagliarda, di B. Donato, sempre a 4 voci dispari. Ancora Mozart giovane con Tantum ergo K 147, solenne e gioioso. Il brano di chiusura è stato scelto dal M° De Simone come ulteriore tributo al M° Di Meo, che lo fece imparare ai suoi allievi per cantarlo alla presenza di S. Giovanni Paolo II nel 2004 durante la Messa per gli universitari di Roma: Cantate Domino di Valentino Miserachs Grau a 4 voci dispari. Meraviglioso e apprezzatissimo dal pubblico, che ha applaudito con entusiasmo.

Don Benedetto Minchella, che da sempre ospita nella sua chiesa il concerto per Pio Di Meo, ha ringraziato con calore gli organizzatori e gli artisti. Poi la prof.ssa Biancamaria Di Meo, sorella del M° Pio, anche a nome della sorella Marcella, impegnata come corista, ha consegnato, insieme al Sindaco Salera, una targa-ricordo al Direttore De Simone; insieme all’assessore Tamburrini una targa al M° Walter Di Zazzo e, insieme al prof. Vincenzo Formisano, Presidente della Banca Popolare del Cassinate sponsor dell’iniziativa, un’ultima targa ad un membro del Coro che lo rappresentava tutto. Belle le parole del M° De Simone nel ricordare gli insegnamenti del M° Pio, che l’hanno spinto e lo spingono a cercare sempre il meglio e a curare particolarmente la polifonia, perché è proprio dall’unione armoniosa di voci diverse che deriva la grande bellezza del canto corale, come della vita. Non poteva mancare un bis ed è stato il commovente canto “Signore delle cime”, che ha toccato il cuore di tutti.

È proprio vero che la cosa più importante è seminare bene, perché poi i semi germoglieranno e regaleranno la bellezza che colma il cuore e dona gioia: gli allievi di Pio Di Meo non solo hanno regalato uno stupendo concerto ma anche un esempio di amicizia, solidarietà e gratitudine perpetua verso il Maestro che, con il suo talento professionale e la sua grande umanità, li ha introdotti e appassionati alla Musica e alla Vita. E ciò che ha seminato fiorisce abbondantemente.

Adriana Letta