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Confraternite radunate

Domenica 30 giugno a Canneto il XIII Cammino diocesano delle associazioni laicali
Per le 57 aggregazioni un’occasione di accoglienza e comunione

 

Le confraternite della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo hanno celerato il loro XIII Cammino diocesano di fraternità. L’ultimo raduno riunì le aggregazioni di fedeli il 29 settembre 2019 nella cittadina di Sant’Elia Fiumerapido, comune prospiciente il Cassinate.

L’incontro si è svolto domenica 30 giugno, a partire dalle 9.30, nella valle di Canneto, ancora una volta al centro di importanti iniziative di partecipazione per i fedeli della Chiesa locale: il 20 giugno la Basilica, proclamata quel giorno Santuario regionale, accoglieva nell’ambito dell’assemblea sinodale il Convegno “Santuari e cammini: quali forme di sinodalità”; domenica il Santuario ha aperto le porte alle 57 confraternite e ai pii sodalizi della diocesi, per offrire loro un’occasione di autentico cammino di vita confraternale sulle orme di Cristo, un momento di accoglienza, cordialità e comunione.

Il Cammino delle confraternite è anche una preziosa iniziativa per incontrarsi e condividere le prospettive, le
modalità e gli strumenti al fine di educarsi ed educare alla fede oggi. Dopo il raduno e la registrazione, si è snodato nella valle di Canneto il Cammino di fraternità che ha raggiunto entro le 10.30 la Basilica. Alle 11, intervenuti per gli indirizzi di saluti le autorità e il delegato diocesano per le confraternite, nonché rettore del Santuario di Canneto, don Antonio Molle, si è tenuta la presentazione del nuovo tabernacolo eucaristico, preceduta da un’apposita lettera pastorale del vescovo. Poi, Antonazzo, ha presieduto, concelebranti i sacerdoti partecipanti, la Messa solenne, cui è seguita la benedizione dell’architettura liturgica. Dopo il pranzo, le liturgie sono proseguite nel pomeriggio, alle 15.30, con l’adorazione eucaristica e la processione eucaristica nella valle, che si è conclusa con la benedizione del vescovo Antonazzo.

Le confraternite, fin dal medioevo, hanno rappresentato un importante esempio di associazionismo dei laici. Il Concilio Vaticano II ha affermato per tutte le forme di apostolato laicale: «non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo: la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa, nonché dalla testimonianza cristiana e dallo spirito evangelico dei singoli membri e di tutta l’associazione» (Apostolicam Actuositatem, 19).
Ciò implica il recupero nella vita delle confraternite di tre dimensioni costitutive di ogni vita cristiana e, ancora di più, nella Chiesa, di ogni aggregazione ecclesiale: evangelicità, ecclesialità e missionarietà. Per il Pastore diocesano Antonazzo, è importante che confratelli e consorelle siano consapevoli della loro missione per «rilanciare le ragioni istituzionali della vita cristiana aggregata, i valori ispiratori delle tradizioni locali, raccordate con le grandi radici evangeliche», come ebbe a dire in un intervento di alcuni anni fa. Specificando poi gli ambiti di missione ed evangelizzazione, il vescovo diocesano espressamente menzionò, accanto alla devozione mariana, alla devozione al Cuore di Cristo, alla catechesi e alle opere di carità, anche «la difesa e la diffusione della fede nella santissima Eucarestia», da riconoscere nella sua rilevanza per la vita credente.

Non è un caso, quindi, che al centro del cammino che si è svolto domenica scorsa si sia trovata proprio la
celebrazione dell’Eucaristia ed il suo culto. Come anticipato, il vescovo ha voluto guidare alla presentazione biblica ed alla benedizione del nuovo tabernacolo nella Basilica- Santuario di Canneto con la sua venticinquesima lettera pastorale “Camminare alla presenza del Signore”. Le venti pagine dello scritto condividono alcune immagini dell’esperienza spirituale vissuta dal popolo di Dio, Israele, nel cammino verso la Terra Promessa: la montagna, la tenda, il roveto, la nube, la manna, segni anticipatori del sacramento eucaristico ma anche simboli mariani. Alcuni dei «preziosi riferimenti biblici che esprimono la presenza e la vicinanza di Dio all’uomo, sempre in cammino e mendicante di salvezza», diventano le raffigurazioni artistiche del nuovo tabernacolo, perché favoriscano nei fedeli l’esperienza della fede e il gusto delle realtà divine.

Andrea Pantone