La barca come metafora educativa
Domenica 20 giugno, ad Atina, nella piazza antistante la chiesa, quarantadue ragazzi delle Comunità di Santa Maria Assunta, Santa Scolastica, San Ciro di Atina, Santa Maria Assunta di Belmonte Castello e Santa Maria Assunta di Terelle, hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione in una Celebrazione interparrocchiale, frutto della Visita pastorale vissuta nel febbraio scorso.
Un evento imponente nella sua intenzione e, ancor più, nella sua realizzazione e partecipazione; un evento importante perché è quello di ogni Domenica: il giorno in cui Cristo risorge e ci raggiunge nei segni che ci ha consegnato; un evento essenziale perché è il fondamento del nostro essere cristiani. Ecco, allora, che il tempo di prova, che ancora stiamo vivendo e che ci impone nuove strategie per rendere funzionali le celebrazioni, diventa grande opportunità di crescita educativa del nostro essere adulti, come famiglie, come Parrocchia quale famiglia di famiglie.
La piazza, perciò, diventa lo spazio di tutti, il luogo privilegiato dove la fede si fa storia e racconta il nostro presente, perché la piazza rappresenta sempre una sosta, un tempo dedicato in cui fare esperienza di un incontro. Entrare in questa piazza, ora, significa passare attraverso la grande porta della Parola di Dio, che oggi più che mai appare coinvolgente e provocatoria: è la pagina evangelica della tempesta sedata (Mc 4, 35-41).
Così il Vescovo Gerardo ci ha introdotti nel brano evangelico evidenziando come nel parlare comune siamo soliti dire “stiamo tutti sulla stessa barca e, in un certo senso, è vero, ma il vero problema sta nel chiederci se sulla barca ci siamo tutti, perché tante sono le barche su cui navighiamo nella nostra vita. La stessa pagina del Vangelo sottolinea che c’erano altre barche, ma solo su una c’era Gesù. Questo particolare la dice lunga sulla comunità cristiana, sulla nostra vita cristiana. Allora, sulla barca della nostra navigazione quotidiana c’è Gesù con noi? O pensiamo di poter navigare da soli? Perché la differenza, quella notte, non l’ha fatta il mare: il mare era in tempesta per tutte le barche e, mentre delle altre non sappiamo quale sia stata la sorte, quella su cui era Gesù sicuramente non è affondata. Quindi, la differenza non la fa la nostra vita, non la fa la storia, non la facciamo noi con tutto ciò che abbiamo o potremmo avere, ma la fa il Signore insieme con noi, perché la tempesta, prima o poi, toccherà tutti, la tempesta ci sarà per tutti e la differenza sarà data se nella nostra barca ci siamo tutti e, soprattutto, se nella nostra navigazione abbiamo imbarcato anche Gesù”.
Ai ragazzi il Vescovo ha affidato una consegna: “Ricevere lo Spirito Santo è ricevere la grazia di una fede responsabile, perché è lo Spirito che nutre la nostra fede, come nutre la nostra vita e la nostra esistenza”.
I ragazzi, a loro volta, hanno voluto consegnare un dono che ricordasse questa particolare celebrazione: una mitria, che il Vescovo ha gradito e ha voluto accogliere come segno della vicinanza dei ragazzi, delle loro famiglie e delle rispettive Comunità al suo servizio pastorale.
Una celebrazione curata, solenne, sentita; un’assemblea attenta, partecipe, immersa nel silenzio come a voler dire: Signore, tu sei vivo e sei qui in mezzo a noi.
Testo: Antonella Ferrera
Foto: Giacomo Carlini, Luana Salvucci