Per la Giornata per la Vita 2022 la riflessione da un film-verità di grande impatto emotivo e di attualità
“Unplanned – La vera storia di Abby Jhonson”
Domenica 6 febbraio 2022 è stata la 44ª Giornata nazionale per la Vita. La proposta e la successiva istituzione di una Giornata annuale da dedicare alla difesa della vita è stata voluta dal Consiglio permanente della CEI nel 1978 con la finalità di promuovere l’accoglienza della vita, in particolare della vita nascente. Nella prima domenica di febbraio di ogni anno siamo invitati a riflettere sulla altissima, incommensurabile bellezza della dignità di ogni vita umana, sull’accoglienza della vita e a combattere ogni forma di abuso. Al centro l’importanza di “Custodire ogni vita” – come recita il titolo – piccola o grande che sia, e il fatto che spetta all’uomo il ruolo di conservatore; infatti «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15), si sottolinea nel sottotitolo del messaggio. Custodire la vita è sentirsi amati, affiancati da un fratello che ogni giorno ci dice: “Non avere paura! Tu sei prezioso agli occhi di tuo Padre, che ti ha dato in dono il frutto dell’amore”. Accogliere la vita è accogliere l’amore! Dobbiamo imparare a lasciarci amare da un Padre che ci ama e ci mette in un giardino perché lo custodiamo, che ci fa dono della vita di un altro e dobbiamo imparare ad amare quel Padre con riconoscenza e gratitudine infinita. Ogni vita è pensata perché ciascuno di noi possa accompagnarla nel sentiero della vita; pensata unica, irripetibile e preziosa agli occhi di chi ancora prima di te, l’ha pensata, desiderata e generata. Il cristiano non può non essere innamorato della vita. Il fascino della vita permea di significato l’intera esistenza umana, nei suoi risvolti positivi che entusiasmano, danno energia, riempiono il cuore ed anche nei risvolti negativi della sofferenza che rattristano, che chiedono un perché, che chiedono una “resurrezione”.
La situazione pandemica quest’anno non ha consentito lo svolgimento della Giornata come manifestazione pubblica; per questo la Consulta, l’équipe diocesana di Pastorale familiare e il Centro di Aiuto alla vita della Città hanno proposto la visione, presso il Teatro Manzoni di Cassino, del film di produzione americana: “UNPLANNED – La storia vera di Abby Johnson”, una donna che diventa funzionario apicale della società americana Planned Parenthood, che gestisce centinaia di cliniche abortiste con un fatturato di centinaia di milioni di dollari, la quale scopre solo ad un certo punto di cosa si occupa in realtà la società. Un film dunque di grande impatto emotivo e di attualità, per approcciare il tema della preziosità e della tutela della vita umana alla sua origine.
Nella presentazione il moderatore, Marco De Angelis, dopo aver rivolto un cordiale saluto agli intervenuti e aver ringraziato Don Giovanni De Ciantis, Responsabile diocesano della Pastorale familiare, che ha fortemente voluto questo evento, ha introdotto il Vescovo Gerardo Antonazzo, che ha sottolineato la necessità di una comune condivisione del valore fondamentale che è la vita, di questo grande dono, di curare la vita di tutti i giorni, tutta la vita, la vita di tutti (dal concepimento al suo naturale compimento) pur a volte segnato dalla sofferenza. Nel suo breve, ma deciso intervento, il Vescovo ha ribadito l’importanza della dignità della persona umana che ha un suo fondamento nella vita e che occorre ripartire dalla dignità della persona, di tutta la persona, che racchiude, secondo il disegno di Dio, tutta la dimensione spirituale, relazionale, fisica, comunionale. Essere cristiani ci chiede, dunque, di custodire la vita ad ogni livello e di tutelarla e difenderla dalle insidie. I segni di una cultura chiusa all’incontro gridano nella ricerca esasperata di interessi personali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità. Il Vescovo ci ha ricordato che solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà, che una comunità sa farsi “samaritana” solo chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata. Di questa vita il mondo di oggi, spesso senza riconoscerlo, ha enorme bisogno per cui si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la cultura della tristezza e dell’individualismo, che mina le basi di ogni relazione. La dignità e la sacralità della vita umana nascente non sono prerogative solo cristiane. Ma, a maggior ragione, la fede illumina il significato dell’accoglienza alla vita. Uno degli appellativi più affascinanti per Dio è “Signore della vita” e ciò in un duplice senso: Dio ama la vita perché la dona, ne è la fonte e l’origine; Dio ama la vita e tutte le sue meravigliose manifestazioni perché la sostenta, la impreziosisce di significato. La vita umana è per Dio preziosa. Oggi, rilanciare la “cultura della vita” è un’esigenza di testimonianza e di evangelizzazione e nei confronti delle nuove generazioni sempre più un’emergenza educativa. È un esplicito richiamo alla comunità cristiana a stare vicino alle famiglie, ma anche un ringraziamento ai tanti volontari che si adoperano per la difesa della vita e l’aiuto alle donne in difficoltà. Il pensiero va al Centro di Aiuto alla Vita che opera nella nostra Città. Se tanti bambini sono nati e tante mamme e papà sono stati aiutati, il merito è nel loro silenzioso lavoro di accompagnamento. La lezione della pandemia non andrà sprecata se anche il mondo politico dirà un sì pieno alla vita con legislazioni favorevoli alla genitorialità e al sostegno dei più deboli. Vogliamo cantare un inno alla vita non lasciando più soffrire nessuno da solo, per essere un popolo che cammina nella giustizia di Dio.
Liberina Lanni