Don Mario Zeverini: una vita al servizio della Diocesi e non solo
Sala “San Tommaso d’Aquino” – Scuola di Formazione Teologica Sora, 30 agosto 2015
Lettera scritta dal prof. Angelo Molle il 30 agosto 2015, nella quale vengono ripercorsi i tratti salienti della vita esemplare del carissimo don Mario Zeverini, venuto a mancare in questi giorni:
Ecc.mo mons. Vescovo,
reverendo Direttore, don Nello Crescenzi, cari colleghi insegnanti, amici tutti, tanto più grande è l’affetto per le persone, tanto più forte è l’emozione, che pervade l’animo, quando le si saluta al congedo di una missione, dopo decenni di un’attività, che ha segnato la nostra storia, quella delle nostre famiglie, quella del nostro lavoro, quella della nostra vita ecclesiale.
Potete, dunque, comprendere, il battito speciale del mio cuore, oggi, che, a nome di tutti, ripercorro le tappe dell’impegno di don Mario Zeverini: non certo per gratificare il suo orgoglio, ma per gustare attraverso la sua esistenza, spesa a servizio della nostra Chiesa locale, lo scorrere di un tempo che ha cementato la nostra maturità di uomini, di cristiani e di operatori nel mondo della scuola e dell’educazione. Don Mario Zeverini nasce a Morino, il 18 maggio 1935, da Domenico e Rosaria Mauro, primo rispetto a Laura e Angelo, i suoi due fratelli minori. Viene battezzato il 25 maggio a Morino, durante un Congresso Eucaristico di Zona promosso dal vescovo dell’epoca, mons. Agostino Mancinelli. Ministro del sacramento fu verosimilmente il suo concittadino, P. Bernardino, appartenente ai Passionisti di S. Gabriele dell’Addolorata, tornato al suo paese d’origine per contribuire all’animazione del radioso evento.
Non essendovi in quel periodo asili infantili, il piccolo Mario seguì i genitori ai pascoli per la custodia del gregge fino all’età scolare, frequentando con profitto il locale plesso elementare e senza perdere tempo alcuno durante la momentanea chiusura dell’edificio scolastico a causa delle calamità belliche, in quanto le generose maestre di Morino s’adoperarono per non interrompere il loro servizio, mettendo a disposizione le proprie abitazioni private per il proseguimento delle lezioni. Terminata la quinta elementare, dietro lo stimolo delle maestre, che volevano evitare una dispersione scolastica destinata a verificarsi troppo presto per i ragazzi del posto, Mario frequenta un ulteriore anno di potenziamento, alternando, però, il lavoro con il gregge, giacché i suoi genitori premono per farne un pastore di professione.
La prospettiva, comunque, non piace al fanciullo Mario, che approfitta di ogni occasione per disertare il pascolo. Ed è proprio in questo periodo di disagio che affondano le radici della sua vocazione, allorché, pur di sottrarsi allo sgradito lavoro, egli, esagerando il dolore di un sopportabile mal di denti, induceva i suoi genitori a portalo a Sora per le cure odontoiatriche. Correva il 4 novembre 1947 e, terminata la visita dentistica, mentre Mario attendeva con i genitori il pullman in Piazza Risorgimento per il rientro a casa, vide dall’altro lato della strada un gruppo di ragazzi in fila per due con un pallone. Avendo chiesto chi fossero, la mamma gli rispose dicendo che erano Seminaristi in marcia verso il campo per una partita di pallone. Da quel momento cominciò a sedimentare nel cuore di Mario l’idea che quella potesse essere una sorte migliore per il suo futuro. E così, approfittando di un cambio nella guida pastorale di Morino, nel febbraio del 1948 Mario prendeva contatti con il nuovo parroco don Vincenzo Lecce, rivelandogli le sue intenzioni. Subito il premuroso sacerdote si adoperò per impartirgli un approfondimento della grammatica, al fine di favorirne il buon ingresso nel percorso del Seminario. Il che avvenne qualche mese dopo, insieme ad altri tre adolescenti del paese: Mario tornava in questo modo a Sora, e proprio la prima sera di Seminario ha la gioia di affrontare lo stesso tragitto, che aveva visto seguire dai Seminaristi con il pallone l’anno precedente. Inizia così il suo cammino di formazione, sotto l’episcopato di mons. Michele Fontevecchia.
Terminata la Scuola Media, il giovane Mario prosegue con il Ginnasio e con il Liceo sempre a Sora. L’ultimo anno, però, lo frequenta ad Anagni, giacché il gruppo-classe era rimasto ridotto a sole tre unità. Comincia così il periodo anagnino della sua vita, in cui porta a termine gli studi di Filosofia e di Teologia, preliminari all’ordinazione presbiterale, ricevuta finalmente, dopo tutti quelli che un tempo si definivano “ordini minori”, il 7 luglio 1962, per le mani di Mons. Biagio Musto. La liturgia viene celebrata, al cospetto dell’intera comunità festante, nella chiesa parrocchiale della natìa Morino, dedicata a Maria Bambina, dove il giorno dopo il novello sacerdote celebra pure la sua prima Messa. Il suo primo terreno d’azione fu Villa Angelina a Sora, dove l’allora rettore, don Bernardino Mirante, lo richiede come suo vice nella conduzione di una struttura, che ospitava a quel tempo alunni provenienti non solo dal circondario ma anche da paesi più lontani, per frequentare le scuole superiori della città. Don Mario riveste questa carica per due anni, allorché il Vescovo lo chiama come padre spirituale in Seminario. È l’anno 1964. Intanto, va nascendo un suo forte sodalizio con don Bruno Antonellis, che ne sollecita anche l’impegno come vice-assistente nel settore giovanile dell’Azione Cattolica.
Nel 1968, dopo quattro anni di missione, don Mario lascia la Direzione spirituale del Seminario, per assumere la guida pastorale della Parrocchia S. Giovanni Battista in Sora. Contemporaneamente comincia a collaborare con l’Ufficio Catechistico e con l’Ufficio Scuola della Diocesi, diretti allora da mons. Vincenzo Marciano, che lo introduce nell’esperienza che caratterizzerà fondamentalmente l’impegno pastorale in tutti i suoi anni a venire. Al mondo della Scuola, in ogni caso, don Mario s’era già avvicinato nel 1964, allorché aveva iniziato ad insegnare “Religione” presso la Scuola Media “Baisi” di Isola del Liri. Successivamente passerà ad insegnare all’ITIS “R. Reggio” di Isola del Liri, dove avvierà una tradizione della cui fervida durata sono testimone diretto: il Precetto Pasquale. Dopo ulteriori trasferimenti all’Istituto Tecnico Commerciale “Cesare Baronio” di Sora, al Liceo Scientifico “L. da Vinci” di Sora, alla Scuola Media di Balsorano e alla Scuola Media “Rosati” di Sora, nel 1983/84 si sposterà all’Istituto Biologico di Sora e all’Istituto Tecnico Commerciale Paritario “Benedetto Croce” di Sora, chiudendovi la carriera docente.
Intanto, nel 1972 era tornato come rettore a Villa Angelina, trasformandola tre anni dopo in uno splendido Centro Giovanile, destinato ad essere un polo d’attrazione, fulgido e numeroso, non solo per la città ma per l’intera famiglia di quelle che allora erano tre Diocesi ancora distinte: Aquino, Sora e Pontecorvo.
Nel 1980 è chiamato a Isola del Liri come vicario adiutore di don Federico Mazza, ormai avanti negli anni, ma la nuova esperienza dura solo un anno, perché nei progetti inziali del Vescovo pro-tempore, mons. Carlo Minchiatti, don Mario sarebbe dovuto andare come parroco a Balsorano. L’operazione, tuttavia, non andò in porto e, dopo un anno di indecisione, si ristabilizza a Sora come parroco di San Bartolomeo, continuando sempre il suo rettorato a Villa Angelina, dove intanto dà inizio all’esperienza della Casa del Clero.
Nel 1984, per volere del nuovo vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli, dopo anni di prezioso affiancamento a mons. Marciano, don Mario gli succede nella Direzione dell’Ufficio Scuola e dell’Ufficio Catechistico. E, l’anno successivo, lo stesso Vescovo, giudicando il servizio della pastorale scolastica e della pastorale catechetica importante tanto quanto la parrocchia, gli pone la scelta tra la guida dei due uffici o della parrocchia. La scelta fu quella che tutti noi conosciamo.
Nel frattempo comincia a prendere contatti a livello nazionale e regionale con gli organismi competenti, divenendo nel 1986 direttore dell’Ufficio Scuola e dell’Ufficio Catechistico Regionale e, in quanto tale, membro delle rispettive Commissioni a livello nazionale. Tale ruolo manterrà fino al 2010.
Intanto, negli anni ’90, forte dell’esperienza maturata nel campo della catechesi, don Mario verrà chiamato a ricoprire importanti incarichi di docenza in “Catechetica” sia presso l’Istituto di Scienze Religiose “Leone XIII” di Frosinone (1986-2005) sia presso l’Istituto Teologico “Leoniano” di Anagni (1990-1994), dove fungerà da assistente a don Luciano Meddi, noto professore ordinario delle più prestigiose Università Pontificie.
Fin dallo stesso periodo, inoltre, in qualità di Segretario del Consiglio Presbiterale diocesano, aveva partecipato alla Commissione Sacerdotale Regionale, entrando, di conseguenza, come membro nella suddetta Commissione a livello nazionale. Fu così che nel 1999, con questa Commissione, ebbe la gioia di concelebrare con Giovanni Paolo II nella cappella privata del Santo Papa. Dal 1983 fino al 2014 organizza campi scuola prima a Col di Tora (Ri), poi a S. Giovanni Incarico e infine a Sora. In questi campi si avvale dell’apporto di validi collaboratori: don Donato Piacentini, don Alberto Mariani, il compianto don Pompeo Liberati e saltuariamente don Ruggero Martini. A questa schiera di illustri personaggi, s’aggiungono indegnamente il mio umile nome, che dal 1994 entra nella storia del nostro Ufficio Scuola come vice-direttore, e quello dell’amico storico, prof. Filippo Carcione, introdotto da P. Luca Brandolini come aiuto-responsabile della formazione docente, il quale, pur oggi assente per programmi familiari pianificati da tempo, è però vicino a noi e a don Mario con la simpatia di sempre. Insieme, in altra sede, ove ce ne sarà l’occasione, ci ripromettiamo di affiancare al mio odierno exursus biografico un doveroso bilancio pedagogico e culturale del percorso educativo iscritto nei programmi portati avanti da don Mario nella sua lunga gestione dell’Ufficio Scuola. Accanto al mondo scolastico, l’altra grande passione di don Mario sono state le strutture ecclesiali associative, in primis l’Azione Cattolica, dove nel 1984 è assistente dei Giovani, per poi assumere nel 1987 l’Assistenza generale per due mandati, fino al 1993. In questo periodo è contestualmente assistente dei Giovani di Azione Cattolica a livello regionale. Negli anni ’70, inoltre, era stato assistente diocesano degli Scouts.
D’altra parte, il coinvolgimento pieno nel mondo della scuola e l’attenzione particolare alle esperienze associative non hanno mai fatto venir meno la sua dedizione alle altre attività, a cui le esigenze della Chiesa locale l’hanno costantemente sollecitato. E così, per ben venticinque anni, fino alla loro partenza dalla città di Sora, è stato assistente spirituale delle Suore di S. Giovanna Antida, come pure s’è sempre prestato al servizio delle varie cappellanie di Sora in caso di bisogno (Madonna della Quercia, Madonna della Pace, Val Francesca). Attualmente è qui a Sora cappellano del Cimitero cittadino e della chiesa di San Francesco. Orbene, a conclusione di questo avventuroso itinerario, non posso non segnalare la straordinaria devozione di don Mario per il Santuario di Canneto, dove dal 1953, fatta eccezione per soli tre anni, egli è sempre stato una valida presenza, prima come seminarista poi come presbitero, ricoprendo finanche il temporaneo incarico di pro-rettore nel 1989. Questa dedizione alla Vergine Bruna gli è valso presumibilmente il segno di un premio celeste, in quanto è stato, ancor prima del rettore don Antonio Molle e dello stesso vescovo mons. Gerardo Antonazzo, tra quei primissimi sacerdoti a celebrare sul nuovo altare del glorioso e antico santuario che dal 22 agosto orgogliosamente possiamo salutare come basilica pontificia.
La Vergine Bruna, che tanto egli ha amato e servito con fruttuosa generosità, possa adesso compensarlo quotidianamente con la Sua potente intercessione, accompagnandolo ancora nella preziosa opera di pastore, che egli certamente continuerà ad assicurare alla nostra Diocesi, oggi arricchita dall’unione con Cassino, e in qualche modo anche al nostro allargato Ufficio Scuola, con la sua straordinaria esperienza e con il suo avveduto consiglio. E per tanti, tanti anni ancora!
Grazie di tutto, don Mario! A te la nostra perpetua riconoscenza!