Angelo Molle e don Mario Zeverini: la fede che educa.
Don Mario Zeverini e Angelo Molle, due anime di Dio non certo accomunate dall’età anagrafica, ma da una fede salda, da una comunione d’intenti e da una generosa laboriosità.
credits: Mirko Campoli, direttore regionale I. R. C.
Nell’ora in cui il caro don Mario ritorna alla Casa del Padre, pare giusto ricordarli insieme, perché insieme hanno lavorato con lungimiranza, facendo dell’Ufficio Scuola della Diocesi un fulgido modello di sperimentazione didattica e di crescita spirituale.
Non ci sono parole per rendere omaggio alla loro instancabile attività, e allora, forse, sembra opportuno cedere proprio a loro la parola, con la certezza che entrambi hanno lasciato un segno indelebile nella memoria di chi ha avuto l’onore di conoscerli a fondo.
A tal proposito, in occasione del congedo di don Mario, nell’agosto 2015, Angelo si rivolge a don Mario con le seguenti parole, che oggi assumono un significato ancora più profondo: “tanto più grande è l’affetto per le persone, tanto più forte è l’emozione, che pervade l’animo, quando le si saluta al congedo di una missione, dopo decenni di un’attività, che ha segnato la nostra storia, quella delle nostre famiglie, quella del nostro lavoro, quella della nostra vita ecclesiale.
Nel 1984, per volere del nuovo vescovo mons. Lorenzo Chiarinelli, dopo anni di prezioso affiancamento a mons. Marciano, don Mario gli succede nella Direzione dell’Ufficio Scuola e dell’Ufficio Catechistico. E, l’anno successivo, lo stesso Vescovo, giudicando il servizio della pastorale scolastica e della pastorale catechetica importante tanto quanto la parrocchia, gli pone la scelta tra la guida dei due uffici o della parrocchia. La scelta fu quella che tutti noi conosciamo.
Dal 1983 fino al 2014 organizza campi scuola prima a Col di Tora (Ri), poi a S. Giovanni Incarico e infine a Sora. In questi campi si avvale dell’apporto di validi collaboratori: don Donato Piacentini, don Alberto Mariani, il compianto don Pompeo Liberati e saltuariamente don Ruggero Martini. A questa schiera di illustri personaggi, s’aggiunge indegnamente il mio umile nome, che dal 1994 entra nella storia del nostro Ufficio Scuola come vice-direttore, e quello dell’amico storico, prof. Filippo Carcione, introdotto da padre Luca Brandolini come aiuto-responsabile della formazione docente.
Accanto al mondo scolastico, l’altra grande passione di don Mario sono state le strutture ecclesiali associative, in primis l’Azione Cattolica, dove nel 1984 è assistente dei Giovani, per poi assumere nel 1987 l’Assistenza generale per due mandati, fino al 1993. In questo periodo è contestualmente assistente dei Giovani di Azione Cattolica a livello regionale.
La Vergine Bruna, che tanto egli ha amato e servito con fruttuosa generosità, possa adesso compensarlo quotidianamente con la Sua potente intercessione, accompagnandolo ancora nella preziosa opera di pastore, che egli certamente continuerà ad assicurare alla nostra Diocesi, oggi arricchita dall’unione con Cassino, e in qualche modo anche al nostro allargato Ufficio Scuola, con la sua straordinaria esperienza e con il suo avveduto consiglio. E per tanti, tanti anni ancora!
Grazie di tutto, don Mario! A te la nostra perpetua riconoscenza!”.
A questo saluto di Angelo ci piace affiancare oggi il ricordo vivo e grato che don Mario ha avuto in occasione dell’incontro organizzato a Canneto in memoria di Angelo nel luglio 2018. Oltre a descrivere Angelo come l’amico nel quale l’amicizia ha vinto la morte, don Mario sottolinea il suo amore per la musica che diventa preghiera e la sua capacità di narrazione che trasmette sicurezza e consenso. Il ricordo più forte che don Mario ci lascia di Angelo è la sua autentica identità di insegnante di Religione. A tal proposito don Mario si rivolge all’amico Angelo con le seguenti parole:
“Come dovrebbe essere per tutti gli insegnanti, per Angelo gli alunni erano persone uniche e irripetibili; con il suo modo di agire li faceva sentire amati, rispettati, incoraggiati. Li aiutava anche a scoprire il progetto di vita che per ognuno era già scritto. Egli ci ricorda anche che l’educatore non è solo un buon propositore di contenuti, ma un ermeneuta, ossia colui che aiuta a sviluppare i talenti e le potenzialità che sono seminate nella vita di ciascuno e a raggiungere una vera e armonica maturità. Angelo, insegnante di religione, non si è mai accontentato di costruire un ammirevole castello di valori, ma cercava di trasformare gli alunni in veri collaboratori di queste “costruzioni”.
Quando, come Ufficio Scuola, abbiamo lavorato all’individuazione di un vero progetto IRC curricolare, lui è stato sempre d’accordo che alla base di tutto ci dev’essere la scoperta e la certezza che ogni persona è naturalmente religiosa ed è da lì che si deve iniziare. E’ opportuno partire dalla religiosità di ciascuno per arrivare alle religioni storiche, alla religione ispirata e rivelata, alla vita religiosa in Gesù Cristo e nella Chiesa, in cui egli è sempre e in diversi modi presente.
Chiedo e auguro agli Insegnanti di Religione cattolica di fare proprie soprattutto queste metodologie, questo modo di rapportarsi con gli alunni, perché sono convinto che presentandosi a una classe con un volto sereno, come uno che nella sua vita ha fatto e fa l’esperienza di Gesù risorto, vale molto più che sfoggiare cultura e titoli di studio. Anche nel mondo della scuola, i ragazzi e i giovani, prima di tutto desiderano sentirsi considerati, stimati, amati, contenti di vivere e aiutare a vivere: solo se si vive l’esperienza di Gesù si può percepire che l’altro ti sta dicendo “dammi una mano” aiutami a risorgere: Talità kum”.
Piuttosto che descrivere semplicemente cosa sono stati don Mario e Angelo, ci è piaciuto affidarci alle loro dirette parole nell’esperienza di stima e affetto reciproci. Per tutti noi che abbiamo avuto la gioia di incontrarli nel nostro cammino, la loro testimonianza si traduce in un’eredità impegnativa in campo educativo e pastorale.
Don Mario e Angelo ci hanno lasciato un impegno morale da portare avanti: è necessario oggi mettere in atto il loro progetto pedagogico e culturale, finalizzato alla cura e alla valorizzazione della persona umana. D’ora in avanti si avverte la consapevolezza di avere in cielo due amici che non ci lasceranno mai soli.
Sandra Pantanella e Franca Simone